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Emilio Scibona·22 May 2024

🏆 Grazie Sir Claudio: le cinque imprese più belle di mister Ranieri

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Claudio Ranieri ha lasciato il Cagliari scrivendo contestualmente la parola fine ad una storia durata 51 anni di professionismo tra calcio giocato e attività da tecnico.

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Dopo una buona carriera da giocatore, che lo ha visto militare per sette stagioni in Serie A con le maglie di Roma, Catanzaro e Catania prima del ritiro avvenuto nel 1986 al Palermo, Ranieri è diventato allenatore ed è in questo ruolo che ha saputo scrivere pagine rimaste indelebili nella memoria di tifosi e appassionati, non solo italiani.


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In principio furono Vigor Lamezia in Serie D e Puteolana in C2, tappe di formazione di una carriera lunghissima che lo ha visto allenare in ordine: Cagliari, Napoli, Fiorentina, Valencia, Atletico Madrid, Chelsea, ancora Valencia, Parma, Juventus, Roma, Inter, Monaco, nazionale greca, Leicester, Nantes, Fulham, di nuovo Roma, Sampdoria, Watford e infine per una seconda volta il Cagliari, a chiudere idealmente un cerchio.

La storia del Ranieri allenatore è una storia fatta di successi, traguardi importanti ma anche di delusioni e parentesi tutt’altro che esaltanti, accompagnate da un comune denominatore: una signorilità che il tecnico originario del quartiere romano di Testaccio ha sempre dimostrato a prescindere dai risultati e dai momenti.

Qui, in questo articolo si celebrano le vittorie (o comunque i traguardi) più significativi ottenuti da Ranieri in una carriera il cui valore non è comunque misurabile solamente in base ai, pur notevoli, risultati ottenuti.


Leicester 2015/2016: il capolavoro immortale

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Estate 2015: il Leicester, reduce da una salvezza sul filo di lana, decide di esonerare Nigel Pearson, artefice del ritorno in Premier delle “Foxes” e della successiva permanenza in categoria. La scelta ricade su Ranieri, reduce da un biennio positivo al Monaco ma anche da una pessima esperienza con la nazionale greca, chiusa con un esonero dopo un pareggio e tre sconfitte.

In molti storcono il naso poiché non convinti dalla scelta anche solo in ottica salvezza: figuriamoci pensare dunque alla vittoria di un campionato come la Premier. I bookmaker quotano questa evenienza a 5000 e in fondo sembrerebbe anche logico. Le cose però cambiano incredibilmente. Il Leicester parte benissimo: sembra un fuoco di paglia, ma la fiamma non si spegne nemmeno quando l’Arsenal vince 5-2 al King Power Stadium.

Trascinato (per citare gli elementi più in vista) dai gol del working class hero Vardy, dalla classe di Mahrez, dai polmoni di un allora semi-sconosciuto N’Golo Kanté e più estensivamente dal cuore di un gruppo che ci ha sempre creduto, e il Leicester vola.

Il “We are in Champions League, Dilly ding, dilly dong” è l’anticipo che porta fino alla vittoria del titolo, arrivata in albergo in virtù del pari tra Chelsea e Tottenham il 2 maggio 2016. La “Monna Lisa” dei trionfi inaspettati viene celebrata in pompa magna due giorni dopo al King Power Stadium davanti ad un pubblico che mai avrebbe immaginato di poter essere sul tetto d’Inghilterra.


Cagliari 1988-2024: l’apertura e la chiusura di un cerchio

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Siamo nel 1988 quando Ranieri, all’epoca giovane allenatore appena 37enne viene chiamato dal Cagliari per rilanciare una squadra alle prese con il periodo più difficile della sua storia e da due anni impelagata in Serie C1. Nel giro di due anni il tecnico romano conduce la squadra sarda alla doppia promozione dalla C1 alla A chiudendo il cerchio con una salvezza in massima serie ottenuta nel 1991: un regalo d’addio. Anzi, di arrivederci.

34 anni e mezzo dopo Ranieri, ormai uno dei tecnici italiani più conosciuti al mondo, viene richiamato a Cagliari dove tutto idealmente è cominciato, per risollevare una squadra impelagata a metà classifica nonostante l’obiettivo promozione. La Serie A sembra un miraggio ma tassello dopo tassello il tecnico romano costruisce l’impresa, definitivamente sancita dal colpo di testa di Pavoletti al 93′ al San Nicola nella finale di ritorno dei playoff contro il Bari lo scorso giugno.

Arriva la massima serie, un traguardo da difendere a tutti i costi: all’inizio (come lo stesso Ranieri aveva previsto) è dura, e lo è a tal punto che persino lui, a febbraio, con la squadra penultima dopo la sconfitta contro la Lazio, comincia a dubitare ed è pronto a fare un passo indietro pur di salvare la squadra. Alla fine il tecnico romano resta e anche qui tassello dopo tassello l’impresa prende forma e si concretizza con la vittoria sul Sassuolo di domenica scorsa. L’ultima gioia prima dell’addio al calcio.


Roma 2009/2010: il sogno sfiorato

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Nell’autunno del 2009 Ranieri è un tecnico disoccupato reduce da un esonero al termine del campionato precedente dalla Juventus: ed è proprio dopo una sconfitta contro i bianconeri per 1-4 all’Olimpico che la Roma, preso atto delle dimissioni di Spalletti, decide di puntare su di lui, che torna così nella squadra dove è cominciato il suo sogno calcistico e della quale è sempre stato tifoso.

Come sempre non mancano i dubbi sulla scelta, che vengono spazzati via dal percorso dei giallorossi: la Roma ingaggia un lungo e furioso testa a testa in campionato contro l’Inter, sconfitta nello scontro diretto dell’Olimpico per 2-1 e sorpassata due partite dopo, a cinque giornate dalla fine in vetta alla Serie A. Poi la sliding door della stagione alla giornata 35: l’Inter vince contro l’Atalanta (la stessa squadra battuta dalla Roma per il sorpasso) mentre la Roma perde rimontata dalla Sampdoria, con Pazzini che fa doppietta e Storari che para tutto.

La squadra di Mourinho da lì in poi non sbaglia più un colpo e per la Roma sfumano sia lo scudetto che la Coppa Italia, anch’essa persa contro il club nerazzurro nell’anno del Triplete. La gloria alla fine non è arrivata ma nonostante ciò rimane comunque la cavalcata di una delle poche squadre capace di tenere seriamente testa al club più forte di tutti in quella stagione.


Fiorentina 1993-1996: il rilancio e le due coppe

Nel 1993 la Fiorentina è clamorosamente retrocessa in Serie B nonostante una rosa partita con ben altre ambizioni. La società viola decide di puntare su Claudio Ranieri, fermo da novembre dopo l’esonero dal Napoli con il quale l’anno prima era arrivato quarto in A. Il tecnico romano si conferma specialista nel rilanciare squadre in bassa fortuna. La promozione in A arriva subito al primo anno: dopo altre tre stagioni in massima serie.

Il picco arriva nel campionato 1995/1996 che vede la Fiorentina chiudere quarta in Serie A e vincere la Coppa Italia nella doppia finale contro l’Atalanta tornando così ad alzare un trofeo dopo 21 anni. Nella stagione successiva la Fiorentina vince la Supercoppa Italiana contro il Milan e si rende protagonista di un grande cammino nella Coppa delle Coppe, venendo eliminata in semifinale dal Barcellona di Ronaldo “Il Fenomeno”, rimasto però a secco nel doppio confronto.

Quello fu l’ultimo anno di Ranieri, che lasciò dopo quattro stagioni il club viola per sedersi sulla panchina del Valencia: la prima delle sue tante esperienze all’estero.


Parma 2007: una salvezza miracolosa

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Nella stagione 2006/2007 il Parma guidato da un giovane Stefano Pioli si ritrova all’ultimo posto in classifica e invischiato fino al collo nella lotta per non retrocedere. Dopo la sconfitta contro la Roma la dirigenza ducale decide di esonerare l’attuale tecnico del Milan per chiamare proprio Ranieri, fermo da un anno e mezzo dopo l’esonero nella sua seconda esperienza a Valencia, avara di soddisfazioni al netto della Supercoppa Europea del 2004.

Ranieri torna così ad allenare in Serie A a dieci anni dall’ultima volta: come sempre le reticenze non mancano ma i fatti ancora una volta danno ragione al tecnico romano. Dopo la sconfitta nella prima contro la Sampdoria il Parma, trascinato da un giovane Pepito Rossi, cambia completamente ritmo e conquista 27 punti in 16 partite, finendo ko solamente con l’Inter schiacciasassi di Mancini.

Alla fine gli emiliani chiudono al dodicesimo posto evitando la retrocessione: un’impresa che è valsa a Ranieri la chiamata della Juventus, fresca di ritorno in A dopo il declassamento dell’anno prima per i fatti di “Calciopoli”.