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·30 July 2025

Governo UK: riciclaggio e frode, club calcistici vulnerabili alla criminalità

Article image:Governo UK: riciclaggio e frode, club calcistici vulnerabili alla criminalità

I club calcistici rimangono vulnerabili alle attività criminali come riciclaggio di denaro, frode e corruzione. A sostenerlo è un nuovo rapporto del ministero del Tesoro del governo del Regno Unito nella sua ultima “Valutazione Nazionale del Rischio di Riciclaggio di Denaro e Finanziamento del Terrorismo”.

Nel documento si sottolinea come il calcio sia lo sport nazionale del Regno Unito e quello più seguito al mondo, capace di avere un motore economico, come sottolineato nell’Annual Review of Football Finance di Deloitte, con un fatturato complessivo per i club della Premier League superiore ai 6 miliardi di sterline (6,9 miliardi di euro, al cambio attuale) nella stagione 2023/24.


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Si tratta di numeri importanti, ma che rendono il calcio e i club una grande opportunità, definita dal rapporto del Tesoro britannico «attraente», per proprietari e investitori legittimi a tutti i livelli della piramide calcistica. Tuttavia, potrebbero anche renderlo un obiettivo per criminali e altri attori malintenzionati che cercano di riciclare fondi illeciti o ottenere ulteriori guadagni illegalmente.

Nel rapporto, poi, viene evidenziato un altro aspetto su cui prestare massima attenzione: «Nonostante il successo commerciale ai vertici dello sport, esiste un numero significativo di club in difficoltà finanziaria, in parte a causa dell’elevato livello di finanziamento necessario per gestire un club competitivo. Questi club sono vulnerabili allo sfruttamento da parte di criminali che possono offrire denaro facile in cambio di accessi continuativi che facilitano futuri abusi criminali. Oltre al riciclaggio di denaro, il calcio può essere sfruttato per altri reati, come scommesse illegali, combine, frodi e corruzione; tutti questi sono reati che generano profitti, e i club possono anche essere usati per riciclare denaro, investire fondi illeciti o far crescere il valore d’impresa del club allo scopo di ottenere un ritorno economico».

«I modelli operativi molto diversi tra i club calcistici implicano che non esista una metodologia standard qualora un soggetto o un gruppo desideri convogliare fondi illeciti nel settore – continua il rapporto –. Molti club hanno strutture societarie offshore complesse, che coinvolgono intermediari e prodotti finanziari con sede all’estero, spesso in giurisdizioni con scarsa vigilanza normativa. I club più grandi, con maggiori entrate, sono più esposti al rischio di ricevere proventi da attività corruttive, ad esempio tramite investimenti da parte di Persone Politicamente Esposte (PEP) straniere o da gruppi criminali organizzati transnazionali. Strutture proprietarie che impiegano società di comodo o schermo, spesso basate in giurisdizioni a bassa trasparenza, possono nascondere i beneficiari finali del club e di altri attori principali, come accordi di sponsorizzazione».

I prestiti ai club in difficoltà economiche

Un rischio che diventa più alto scendendo in quella che viene definita dal rapporto «piramide calcistica» che renderebbe il tutto più appetibile per «gruppi criminali organizzati locali e nazionali che possono riciclare fondi illeciti attraverso vari metodi. Come per i club maggiori, soggetti corrotti potrebbero usare società di copertura per acquistare o investire in club. Inoltre, nei campionati inferiori, i gruppi criminali potrebbero fornire prestiti ai club utilizzando fondi illeciti, un rischio particolarmente elevato quando i club sono in difficoltà economiche e non possono accedere a finanziamenti tramite istituzioni tradizionali. Sebbene non sia una pratica esclusiva del calcio, avere debiti è normale per i club, e questo rappresenta una vulnerabilità che può essere sfruttata per investire e movimentare fondi criminali. Ciò può avvenire anche a causa di una debole applicazione delle procedure di due diligence sugli investitori, soprattutto quando il club è già in crisi finanziaria».

I gruppi criminali possono utilizzare i club «come veicolo per il riciclaggio di denaro, sia come destinazione finale per investimenti con fondi illeciti. Il riciclaggio dei proventi di reato può avvenire tramite diverse modalità, tra cui trasferimenti di giocatori, falsificazione delle vendite di biglietti, falsificazione di servizi forniti o ricevuti da settori commerciali ad alto rischio, vendite di merchandising e accordi di sponsorizzazione con club o giocatori, inclusi i diritti d’immagine. Il valore dei giocatori, in particolare, è difficile da determinare oggettivamente, il che aumenta il rischio di manipolazione a fini di riciclaggio. Potrebbero esistere anche altri canali per riciclare i proventi di attività illecite».

«I fornitori di servizi professionali, come commercialisti, avvocati, fornitori di servizi fiduciari o societari e gestori patrimoniali, sono spesso coinvolti in transazioni legate al calcio e quindi esposti al rischio di facilitare il riciclaggio di denaro. In molti casi questi servizi sono forniti direttamente all’interno del club, il che può creare conflitti di interesse nell’identificazione e nella segnalazione di attività finanziarie sospette», continua il rapporto del Tesoro britannico.

Il ruolo degli agenti e la doppia rappresentanza

Infine, un’ultima considerazione per quanto riguarda gli agenti che «nel settore operano senza supervisione regolamentare, aumentando le opportunità e i rischi legati al riciclaggio. Le commissioni pagate ad agenti, intermediari e altri soggetti coinvolti nelle transazioni possono rappresentare un mezzo comodo per riciclare denaro o pagare tangenti. Questo rischio aumenta quando l’agente rappresenta sia il giocatore sia il club in una stessa trattativa. Avvocati, commercialisti, società finanziarie e altri soggetti coinvolti nell’elaborazione di queste commissioni e pagamenti devono compiere ogni passo necessario per comprendere scopo e provenienza delle somme, per assicurarsi che siano legittime. A causa della sua natura nascosta, l’ampiezza della criminalità nel calcio rappresenta tuttora un vuoto informativo e risulta difficile da stimare con precisione».

Proprio per tutte queste considerazioni, che erano state pubblicate anche nel rapporto dello scorso anno, l’Unità di Polizia del Calcio del Regno Unito (UKFPU) sta ora collaborando con la National Crime Agency nell’ambito del Progetto Tachygenic. Come riportato dal quotidiano britannico The Times, questo progetto è stato avviato in collaborazione con Interpol ed Europol per esaminare la minaccia potenziale rappresentata dai criminali internazionali nel calcio professionistico. Si ritiene che l’indagine riguardi anche possibili combine e corruzione attraverso pagamenti illeciti. Il coinvolgimento dell’UKFPU include l’impiego dei suoi 142 agenti specializzati, assegnati ai club per raccogliere informazioni e intelligence.

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