Inter News 24
·13 August 2025
Giulini su Sebastiano Esposito dell’Inter: «Ci abbiamo provato, poi si è inserito il Parma e allora abbiamo dovuto cambiare strategia»

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·13 August 2025
Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, ha parlato con La Nuova Sardegna affrontando vari temi, dal progetto tecnico alla gestione della squadra, passando per lo stadio e le prospettive future. Di seguito riportiamo alcuni passaggi salienti della sua intervista (questa volta in forma sintetica).
SCELTA PISACANE – «Coraggiosa, forse, ma soprattutto lungimirante. Di certo non azzardata. In tanti non si sono accorti che Fabio Pisacane ha fatto una gavetta importante nel nostro settore giovanile, svolgendo un percorso specifico su tutte le categorie. L’abbiamo mandato in giro a studiare le società che lavorano bene nel settore giovanile».
MOTIVI – «Ci sono tre ragioni: la prima è che, come ho detto, è un allenatore molto preparato che si è costruito intorno uno staff importante. Come uomo riteniamo che incarni tutti i valori giusti per poter rappresentare il Cagliari. Infine, cosa non secondaria, è super motivato. Vi assicuro che non è né facile né scontato trovare uno così. Le motivazioni sono tutto, se hai anche quelle altre doti. Aggiungo una cosa: Fabio ha fatto esperienza al Cagliari lavorando con tante persone e ha lasciato ottime sensazioni a tutti. Questa mia scelta è stata condivisa e spinta da tutta la società. È questa la cosa che mi ha fatto più piacere».
PICCOLI – «Parliamo di un attaccante forte, può essere il futuro del calcio italiano e sono convinto che un altro anno con noi possa farlo consacrare. Detto ciò, abbiamo fatto uno sforzo importante per riscattarlo e tenerlo con noi. Il mercato è sempre imprevedibile, se dovesse arrivare una proposta adeguata al valore del calciatore, e se lui dovesse essere dell’idea di intraprendere un’altra sfida – cosa che non è accaduta fino ad oggi -, la prenderemo in considerazione. Ma questa è un’opzione che riguarda tutte le squadre della serie A, a partire dalle più blasonate».
ESPOSITO – «Ci abbiamo provato, poi si è inserito il Parma e allora abbiamo dovuto cambiare strategia, proponendo un’acquisizione definitiva. Poi la mia presenza è legata al fatto che certe trattative importanti nell’ultimo miglio vengono definite direttamente tra i presidenti, come in questo caso tra me e Marotta dell’Inter».
STADIO – «Siamo soddisfatti del lavoro fatto nell’ultimo anno con la Regione e col Comune, credo che tutte le parti vogliano fortemente il nuovo stadio. Abbiamo deciso metterci in stand-by per un paio di mesi in attesa di capire se il governo possa mettere a disposizioni fondi per gli Europei, dato che da Roma chiedono uno stadio da 30mila posti, mentre noi pensiamo che per noi 25mila sia perfetto. Se a ottobre non ci saranno certezze proseguiremo nel percorso».
FUTURO CAGLIARI – «In serie A le società di proprietà di dirigenti italiani sono rimaste in poche. Fare il presidente è un mestiere sempre più rischioso, ci sono tanti interessi da tutte le parti e molti imprenditori italiani preferiscono investire su altro. Vent’anni fa c’era di sicuro una passione molto più forte da parte del mondo dell’imprenditoria. Noi stiamo costruendo un futuro brillante per il Cagliari ma è chiaro che prima o poi un passaggio di mano avverrà. A oggi è più facile che possa avvenire con un fondo straniero piuttosto che italiano. Ma il giorno in cui dovessi uscire di scena, mi accerterei di lasciare il club in buone mani».