Giacomo Libera su Marotta: «Ha cominciato dal basso, dall’ultimo gradino, ed è arrivato in cima, presidente dell’Inter. Un percorso esemplare» | OneFootball

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Inter News 24

·12 June 2025

Giacomo Libera su Marotta: «Ha cominciato dal basso, dall’ultimo gradino, ed è arrivato in cima, presidente dell’Inter. Un percorso esemplare»

Article image:Giacomo Libera su Marotta: «Ha cominciato dal basso, dall’ultimo gradino, ed è arrivato in cima, presidente dell’Inter. Un percorso esemplare»

Giacomo Libera, ex ala dell’Inter degli anni ’70, ha parlato del suo periodo in nerazzurro e del rapporto con Marotta: le sue parole

Giacomo Libera, è stato un attaccante di grande talento, emblematico di un’epoca romantica del calcio degli anni ’70. Come ala sinistra, si fece notare per la sua potenza e il suo fisico robusto, conquistando una promozione in Serie A con il Varese e guadagnandosi il soprannome di “nuovo Gigi Riva”. La sua abilità nel dribbling e il tiro potente, insieme al compagno Egidio Calloni, accese i sogni dei tifosi. Nel 1975, il suo nome scatenò un acceso duello di mercato tra Milan e Inter, con la squadra nerazzurra che alla fine lo acquisì per un’offerta record di 800 milioni di lire. L’entusiasmo iniziale per il suo approdo all’Inter si affievolì, poiché le sue prestazioni furono in linea con le attese, chiudendo l’avventura con 33 presenze e 6 gol. Recentemente, Libera ha rivissuto i suoi ricordi in nerazzurro ai microfoni della Gazzetta dello Sport.

SULL’ ASTA DI MERCATO TRA MILAN E INTER – «Dovevo andare al Milan con Egidio Calloni. Facevamo coppia nel Varese, lui centravanti e io a sinistra. Sembrava fatta, poi Ivanoe Fraizzoli (presidente dell’Inter, ndr) offrì 800 milioni di lire, una cifra pazzesca per l’epoca, e passai all’Inter, la mia squadra nel cuore, a cui avevo fatto gol con il Varese. Una rete di testa: ho la foto in ufficio, io che salto sopra Giubertoni».


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IL DEBUTTO CON LA MAGLIA NERAZZURRA – «Debutto a San Siro in Coppa Italia contro la Juve, alla fine di agosto del ’75. Nei primi 20 minuti, non capisco niente, ho il cuore a mille. Tutta quella gente mi stordisce, mi sento un automa, non vedo neppure il pallone. Stavo male, mi veniva da vomitare. Poi segno un altro gol di testa, viene giù lo stadio. Vinciamo per 1-0, i tifosi impazziscono, in quegli anni per l’Inter battere la Juve era un evento».

SU MAROTTA – «Ci conosciamo da una vita. Quando giocavo nel Varese, Beppe era un ragazzo e faceva l’aiuto-magazziniere: puliva le scarpe dei giocatori, metteva in ordine lo spogliatoio. Ha cominciato dal basso, dall’ultimo gradino, ed è arrivato in cima, presidente dell’Inter. Un percorso esemplare».

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