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·4 September 2024

Genoa, Zangrillo: ”Gudmundsson e Retegui? Dovevamo cedere”

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Il presidente del Genoa, Alberto Zangrillo, fa il punto sulla situazione in casa Genoa: dalle difficoltà economiche fino al campo.

Il campionato del Genoa è iniziato con una vittoria sofferta sul campo del Monza, un bel pareggio strappato all’Inter e una sconfitta contro l’Hellas Verona. Gli addii di Albert Gudmundsson e Mateo Retegui hanno sicuramente tolto qualità al gruppo, che però non sembra aver perso la solidità che lo contraddistingue. Allo stesso tempo, è lampante come il Grifone abbia dovuto ridimensionarsi sul mercato: una sensazione confermata a Telenord proprio dal presidente rossoblù, Alberto Zangrillo. Questa la sua panoramica sulla situazione interna del club:


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Genoa, le parole di Zangrillo

Sulla situazione economica: ”L’abbattimento del debito aumenta le nostre responsabilità perchè siamo sotto la lente. Ci aspetta una progressiva evoluzione verso l’autosostenibilità economica, che comporta un percorso difficile, soprattutto in un contesto in crisi come il calcio italiano. Tutti noi dobbiamo essere protesi a andare nel perseguire questo obiettivo che è un atto di responsabilità. Ci metto la faccia, anche su questo.

Dobbiamo navigare in un contesto che non è quello proposto 3 anni fa dai 777 con grandi proclami all’americana e Josh Wander che agitava il pugno sotto la Nord e prometteva la Uefa: questa è storia. Dobbiamo avere il coraggio di rivisitare le nostre aspettative, essere sinceri e coerenti. Quindi, come lo scorso anno avevo detto che l’obiettivo era una salvezza tranquilla, non posso che ribadire l’obiettivo per questo anno. Per essere vincenti ed efficaci bisogna che una serie di situazioni si concretizzino: tranquillità economica, che tutti vadano nella stessa direzione e la certezza assoluta che la nostra gente ci segue, ci supporta e ci tutela, e che continui a credere in noi”.

Su De Gea e Perisic: ”Blazquez è il padre padrone, a Pegli si fa quello che dice lui. Spors e Dransfield non sono spariti, a loro fa riferimento la proprietà. De Gea e Perisic sono stati due dinieghi di Dransfield: c’è una proposta di un profilo, una condivisione con l’allenatore e l’ascolto della sua opinione e la risposta d’oltre oceano con il pollice alto o pollice verso”.

Sulla cessione di Gudmundsson: “Sono convinto della buona fede di allora del nostro CEO, secondo me c’è stato un errore di comunicazione. In quel momento la prospettiva di mantenere Gudmundsson e Retegui era ancora reale. L’evoluzione successiva è figlia di questa necessità di un controllo maniacanale che poco si sposa con le azioni razionali di chi fa il mercato. Ad un certo punto, abbiamo avuto un imperativo categorico a vendere. Gudmundsson è un ragazzo splendido, pulito, genuino. Sicuramente non gli ha fatto bene essere accusato di essere colui che voleva andare via. Era vittima di dinamiche e personaggi negativi come i procuratori, che hanno a cuore solo i propri interessi. Abbraccio l’idea che un giorno possa tornare.

Sulla cessione di Retegui: ”Su Retegui situazione ancora più difficile. Il ragazzo aveva aspettative personali molto elevate che coincidevano con la volontà di mantenere il posto in Nazionale, qualcuno sentiva che se avesse continuato a giocare per una squadra che non giocava le Coppe, sarebbe stato danneggiato. A lui auguro ogni bene, ricordo che l’abbiamo scoperto noi”.

Su Pinamonti e Gollini: “Pinamonti è una persona seria, è un piccolo Jannik Sinner su cui credo molto. Gollini? Ho molte aspettative, mentalmente è strutturato in modo positivo e merita di essere sostenuto. Posso dire che lui davvero voleva venire al Genoa, per me è già importante questo”

Su Gilardino: ”Ho un rapporto personale molto forte con lui, se è rimasto lo si deve anche a me e ciò me lo riconosce. È una persona che agisce passo dopo passo e ascolta lo staff: è un piacere vederli lavorare. Con Blessin c’erano 20/25 elementi che non si parlavano tra di loro. Il mister è diventato un comunicatore, sa trasmettere anche grazie a un grande capitano che sa comunicare con i suoi silenzi e il suo comportamento”.

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