Calcio e Finanza
·13 December 2024
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·13 December 2024
Nella mattinata di domani si svolgerà un’assemblea dei soci molto importante per il futuro prossimo del Genoa. Si parte dalla revoca dei tre membri di 777 Partners dal Consiglio di Amministrazione (tra cui i due fondatori Josh Wander e Steven Pasko) alla conferma dei membri attuali, per arrivare fino all’aumento di capitale (garantito da A-Cap) e all’approvazione del bilancio 2023/24.
Come riporta l’edizione odierna de Il Secolo XIX, il bilancio 2023/24 sarà caratterizzato da un periodo di sei mesi, visto che si è deciso che quest’ultimo terrà conto del primo semestre del 2024 e va in controtendenza rispetto all’abitudine di farlo coincidere con l’anno solare e non con la stagione sportiva (1 luglio-30 giugno). Per quanto riguarda il risultato al 30 giugno 2024, questo si attesta a una perdita pari a 38,8 milioni di euro.
Risultato determinato in maniera significativa dagli ammortamenti e le svalutazioni dei calciatori per un totale di 62 milioni, di cui 37 di ammortamenti e 25,4 di svalutazioni. Cifre che sono lievitate nel corso degli anni per via della scelta di sospenderle, andando così a sfruttare le normative valide in periodo Covid.
A pesare sul bilancio 23/24, ci sono anche i calciatori acquistati prima dell’arrivo dei 777 Partners. Infatti, dei 25,4 milioni di svalutazione, 16 milioni sono legati alla precedente gestione e 9 milioni a quella corrente come i casi di Kevin Yeboah e Silvan Hefti con 3,1 e 2,7 milioni. Incidono, ad esempio, per 8,1 milioni e per 2,5 rispettivamente Manolo Portanova e Federico Valietti. Senza dimentica Andrea Favilli (5,8 milioni, circa 1,5 a trimestre), Elia Petrilli (7,5 milioni al 2029, circa 380mila euro a trimestre) e Lennart Czyborra (3,9 milioni, 1 milione circa a trimestre). Alla fine dei conti, queste svalutazioni e ammortamenti fanno passare il risultato del bilancio da positivo a negativo.
La società rossoblù ha ritenuto di concentrare tutti gli ammortamenti e le svalutazioni in questo bilancio per procedere con il periodo di risanamento che ha visto nella transazione per i debiti fiscali uno dei passaggi più significativi (il debito tributario e previdenziale al 30 settembre si aggira attorno ai 42 milioni). Ma non può essere dimenticata la situazione attuale della proprietà e questa mossa rappresenta un passo deciso verso un cambio societario che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi.
E a rendere la società più appetibile rispetto al passato è l’andamento dei conti che al netto dei debiti pregressi (la cifra totale non è lontana dai 200 milioni ma vanno conteggiati anche i crediti che vanta il club) continuano a migliorare. Infatti, sono diversi i dati positivi, a cominciare dall’Ebitda (Margine operativo lordo) che sale a 30,8 milioni di euro. L’anno scorso, con la transazione fiscale, il valore era di 2,2 milioni (l’obiettivo è arrivare stabilmente sui 40-45 milioni).
Tra i dati positivi c’è anche l‘indice di liquidità necessario per fare mercato sopra la soglia dello 0,7 (il Genoa si attesta a 0,81), il fatturato che in sei mesi è di circa 85 milioni (al 31 dicembre 2023, su 12 mesi, era di 117 milioni) e il patrimonio netto che da giugno a settembre è passato da 1 a 12 milioni di euro. Si fanno inoltre sentire anche le operazione di efficientamento interno, con i costi per servizi, utenze, affitti e trasferte arrivati a 8 milioni: il trend è di un taglio del 30% su base annua. A migliorare i conti anche il progressivo abbattimento del costo della rosa che al momento si attesta attorno ai 54 milioni con l’obiettivo di scendere e assestarsi intorno ai 44 milioni.
Numeri che confermano quanto dichiarato negli scorsi mesi dall’amministratore delegato Andres Blazquez: il Genoa si sta progressivamente avviando verso il break even, il punto in cui ricavi e costi si equivalgono. E sempre dalla società confermano che si è in anticipo rispetto al piano di rateizzazione presentato all’Agenzia delle Entrate in cui si indicava nel periodo 2025/2026 il ritorno all’utile.
Proprio questa situazione rappresenta per la società un ottimo modo di presentarsi sul mercato a potenziali investitori, che vogliano entrare con una quota di minoranza o prendere il controllo del club rossoblù.