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·4 July 2025

Fluminense Al Hilal: tre cose che non hai notato

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Fluminense Al Hilal, tre cose che non ha notato della sfida valida per i quarti di finale del Mondiale per Club 2025. I dettagli

Oltre il risultato finale di 2-1, che ha premiato il carattere di un Fluminense capace di vincere, la sfida contro l’Al-Hilal è stata un racconto di momenti psicologici e sliding doors che hanno definito l’inerzia della gara. Al di là dei gol e degli errori dei singoli, sono tre le istantanee che svelano l’essenza di una partita tesa, spezzata in due e decisa tanto dalla tecnica quanto dai nervi.

1. Il rigore concesso e poi cancellato dal VAR, la “partita” di Riccardo Trevisani. Allo scadere del primo tempo, l’arbitro assegna un calcio di rigore all’Al-Hilal per un fallo su Marcos Leonardo. Sembra il colpo del k.o. psicologico per il Fluminense, che andrebbe al riposo in svantaggio. Ma dopo una lunga revisione al monitor, il fischietto torna sui suoi passi e annulla la decisione. Questo non è solo un episodio tecnico: è il momento che cambia il destino della partita. È il sollievo che si trasforma in carica per i brasiliani e la beffa che instilla il primo dubbio nella mente dei sauditi, un punto di svolta che ha pesato enormemente sull’equilibrio emotivo del secondo tempo. Da questo episodio, che non trova d’accordo Riccardo Trevisani in commento, partirà una polemica aperta del telecronista contro Makkelie e ogni decisione della ripresa, fino ad “aggredire” Roberto Cravero che ne approva una scelta: “Ma stai scherzando?”


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2. La partita “parallela” di Martinelli in panchina. Dopo aver segnato un gol capolavoro, Martinelli viene sostituito all’intervallo da Hércules. Poco prima che proprio il suo sostituto segni il gol del definitivo 2-1, la regia indugia su Martinelli in panchina: sembra parlare da solo, non proprio contento. É la fotografia della tensione di un atleta che, dopo aver dato tutto, è costretto a vivere la sofferenza da spettatore impotente. Una reazione che svela l’incredibile pressione individuale che si cela dietro la gioia collettiva, un monologo interiore di chi vive la partita su un altro piano emotivo.

3. La trasformazione tattica e il tiro di Al-Harbi. Dopo una prima mezz’ora bloccata e tattica, il secondo tempo si trasforma in una partita “coast to coast”, con squadre lunghe e continui ribaltamenti di fronte. Il simbolo di questa nuova fase caotica è il difensore dell’Al-Hilal, Al-Harbi, che su una palla respinta al limite dell’area si ritrova in una buona posizione per calciare. Senza pensarci, spara fortissimo, ma la palla finisce altissima. Quel gesto istintivo e impreciso è la perfetta metafora di una partita che ha perso il suo ordine, dove la foga e la fretta hanno preso il sopravvento sulla lucidità.

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