Sampnews24
·18 September 2024
In partnership with
Yahoo sportsSampnews24
·18 September 2024
Claudio Nassi, ex direttore sportivo della Sampdoria (dal 1977 al 1982), ha parlato della situazione in casa blucerchiata, ricordando poi la promozione del club di Paolo Mantovani nel 1982. Queste le parole del dirigente sportivo, riportate da La Repubblica:
STAGIONE 81/82 – «Era una stagione particolare, avremmo vinto già il campionato precedente, se il presidente fosse stato in Italia e non in Svizzera per questioni personali. Non ero amato e il bersaglio era diventato l’allenatore Riccomini, che avevo scelto. Quando iniziò la stagione, dissi all’amico Enzo che non poteva restare alla Samp, non ero in grado di difenderlo. Fu messo in difficoltà in ogni modo e alla quinta si decise di separarci. La formazione, costruita per vincere il campionato, valeva come organico una media Serie A, prese poi il suo passo e centrò la promozione. Avevamo tutto per salire e continuare a costruire una squadra dalle grandi ambizioni.»
SQUADRA – «Per primeggiare a Genova devi avere una squadra da Serie A, non basta un gruppo sufficiente a vincere il campionato a Cremona. C’è più pressione, altra stampa, servono calciatori con grande personalità. L’esperienza mi dice questo.»
RICORDI – «All’epoca io ero un caterpillar. andavo dritto per la mia strada, lavoravo 18 ore al giorno, non mi ricordavo neppure dove avevo lasciato la macchina quando uscivo dalla sede. Vivevo in funzione di società e squadra, ma la presenza costante del presidente è indispensabile. Quando Paolo Mantovani tornò, cominciò un cammino eccezionale, non per caso.»
PAOLO MANTOVANI – «Mantovani era destinato a essere il numero uno del calcio italiano. A Goteborg, nella finale di Coppa delle Coppe con l’Anderlecht nel 1990, aveva Johansson (presidente UEFA) alla destra, Matarrese (presidente FIGC) a sinistra e alle spalle Nizzola (Presidente Lega Serie A). La Sampdoria era più forte in campo e fuori dell’Anderlecht.»
RIMONTA – «Ripetere la rimonta di allora? Lo spero, sono sempre innamorato dei colori blucerchiati, ma non posso fare previsioni.»
SOCIETA’ – «Serve essere ancora più uniti, società, squadra, tifoseria. I momenti di difficoltà esistono, serve impegno e cercare di sbagliare il meno possibile. Devi contare politicamente per prevalere anche in campo e essere sempre presenti nei posti giusti con i “padroni del vapore”. Parliamo di un lavoro che non fa dormire, non c’è tempo. Non basta comprare giocatori forti per avere una squadra forte, serve una società alle spalle.»