PianetaSerieB
·29 November 2024
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L’ex centrocampista del Cosenza e Pisa, Stefano Morrone, in esclusiva ai nostri microfoni, ha parlato della sfida di domenica tra le sue ex squadre e della situazione del Palermo, in cui ha trascorso due stagioni. Inoltre, ha elogiato le caratteristiche del tecnico del Sassuolo, Fabio Grosso, con cui ha lavorato.
Ecco le sue parole
Sul percorso del Cosenza – “Sta facendo un campionato straordinario, la penalizzazione pesa ma nonostante ciò i risultati stanno arrivando. Il gioco è bello da vedere, i ragazzi sono aggressivi e non si tirano mai indietro. La serie B è una giungla, non si può mai dare nulla per scontato. Bisogna resistere nelle difficoltà e a Cosenza ne sono in grado, anche se si dovrebbe migliorare un po’ di più su questo aspetto”.
Il sogno di una piazza e città intera – “Spero, come tutti cosentini, in un grande sogno. Non si improvvisa, ma passo dopo passo, si può costruire.
La caratteristica dei rossoblu e l’esperienza di indossare questi colori – “Il Cosenza è una squadra abituata a soffrire, e questo è un aspetto positivo per gli obiettivi attuali. Indossare la maglia della mia città è stata una grande emozione, è un sogno per ogni tifoso e io ho avuto la fortuna di realizzarlo”.
Ora un altro sogno da allenatore – “Ho iniziato il mio percorso da allenatore nelle giovanili di Parma e Sassuolo, sedersi sulla panchina rossoblu sarebbe un onore e un desiderio che tengo stretto. Sono stato il vice di Grosso per tre, quattro anni per poi proseguire con Lucarelli e adesso ritorno alla guida della primavera della Ternana”.
Sul tecnico del Sassuolo – “Fabio Grosso è un grande lavoratore, ha in mente un’idea ben precisa e non si lascia condizionare dai risultati: è in grado di coinvolgere la squadra. Queste sono grandi qualità. Vedi il Sassuolo, adesso al primo posto. Lui è stato bravo a riportare l’entusiasmo e i ragazzi in una realtà diversa, facendo capire loro le tortuosità della serie B”.
Sulla gara di domenica all’Arena Garibaldi – “Pisa – Cosenza sarà una sfida impegnativa. I padroni di casa vengono da una sconfitta a Carrara, ma Inzaghi ha una storia alle spalle ed è un grande campione. Tuttavia i calabresi hanno armi per controbattere: accompagnano l’azione con molti uomini, giocano a viso aperto e sanno dove colpire”.
Ricordi nerazzurri – “A Pisa è stata un’esperienza corta ma intensa, ho chiuso la carriera lì. Il ritorno, dopo tanti anni, in serie C non è stato facile perché sei abituato ad altri scenari. Ci sono state tante difficoltà, poi a marzo sono andato via per intraprendere la carriera da allenatore”.
Esperienza rosanero – “A Palermo sono stati due anni meravigliosi: il primo è stato durante la transizione di Zamparini dal Venezia, quando abbiamo sfiorato anche la serie A all’ultima giornata. Poi con Guidolin, nella massima serie A, con una chiusura al sesto posto. C’erano tanti campioni del mondo: Grosso, Barzagli, Toni, Barone. La città è unica, ti senti calciatore nel vero senso della parola”.
Sul momento del Palermo – “Ci sono sempre le difficoltà della serie B. Facile giudicare dall’esterno, bisogna viverla dall’interno. Trovare la continuità è determinante e fondamentale”.