Demetrio Albertini e la parentesi Atalanta: una “figurina” troppo ingiallita per essere trascinatore a Bergamo | OneFootball

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Calcionews24

·18 April 2025

Demetrio Albertini e la parentesi Atalanta: una “figurina” troppo ingiallita per essere trascinatore a Bergamo

Article image:Demetrio Albertini e la parentesi Atalanta: una “figurina” troppo ingiallita per essere trascinatore a Bergamo

Demetrio Albertini e l’Atalanta: una “figurina” (ingiallita) e l’ombra del mediano trascinatore che era ai tempi del Milan

L’Atalanta ha insegnato a molti che il talento è molto più importante del nome dietro la maglia, ma esattamente 20 anni fa la squadra nerazzurra tentò la carta inversa fallendo sotto tutti i punti di vista, nonostante il nome che spiccasse sulla casacca fosse quello di Demetrio Albertini: una polaroid troppo ingiallita per trascinare la Dea (finita in Serie B).

Il classe 1971 che tanto aveva fatto decantare al Milan tra Scudetti, Champions League e coppe varie, arriva a Bergamo nell’estate del 2004 a 33 anni. L’unico acquisto di un’Atalanta indebitata per portare esperienza ad un gruppo tanto giovane quanto fragile nonostante l’ottimismo di Andrea Mandorlini.


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L’inizio è abbastanza illusorio contro il Lecce alla prima giornata tra un gran goal su punizione e l’assist per il primo goal in Serie A di Pazzini, poi il tracollo con lui nei panni del capitano Smith (e la sua Atalanta ad affondare come il Titanic). Lento, poco esplosivo in mediana, l’ombra del giocatore che aveva fatto sognare i rossoneri: il simbolo delle 14 partite senza vittorie che l’Atalanta è costretta a subire.

Con il cambio in panchina da Mandorlini a Delio Rossi viene completamente messo ai margini per far spazio a gente più giovane e affamata. A gennaio Demetrio saluta tutti e chiude la carriera al Barcellona senza rimpianti da parte dei bergamaschi, alle prese con una salvezza impossibile non raggiunta all’ultimo.

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