
Zerocinquantuno
·12 June 2025
De Silvestri, l’ultima eredità di Sinisa

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·12 June 2025
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Nelle grandi stagioni spiccano i numeri di chi fa gol, macina presenze e fornisce assist. Ma sotto queste cifre c’è il lavoro invisibile di chi compatta il gruppo, stendendo la malta che tiene uniti i mattoni. E questa dote non può essere rilevata dalle statistiche. Nel Bologna degli ultimi tempi è facile trovare questa figura in Lorenzo De Silvestri, che a 37 anni compiuti aggiungerà un’altra stagione come guida morale dello spogliatoio: non un premio alla carriera, ma la prova di quanto preziosa possa ancora essere la sua presenza sul campo, in attesa (forse) di un futuro da dirigente.
Lo sapeva bene il compianto Sinisa Mihajlovic, che nel settembre 2020 (in piena era COVID) chiese e ottenne il suo ingaggio a parametro zero dopo averlo visto crescere da ragazzino nel vivaio della Lazio e averlo già allenato alla Fiorentina, alla Sampdoria e al Torino: a distanza di qualche anno, quella decisione può essere inserita fra le tante eredità preziose che il serbo ha lasciato al club. E per certi versi è come se ‘Lollo’ stesse mirabilmente portando avanti, a suo modo e nel suo ruolo, quel lavoro che la vita ha prima complicato e poi negato a Sinisa.
Sotto le Due Torri il capitano e sua moglie, la ricercatrice oncologica Carlotta Mazzitelli, hanno deciso di mettere radici: «Non so quanto giocherò ancora – diceva a marzo, prima di firmare sull’estensione del contratto al 2026 – ma so che quella rossoblù sarà la mia ultima maglia. In cuor mio il prossimo anno spero di portare in campo mia figlia: vorrebbe dire che sarei ancora un calciatore e avrei superato le presenze in Serie A di alcuni mostri sacri del calcio, compreso Roby Baggio».
Desiderio esaudito. A luglio De Silvestri diventerà padre e nel maggio 2026, compiuti i 38 anni, potrà fare il suo giro di campo con la bambina. Nel frattempo, i nuovi arrivati a Casteldebole possono stare tranquilli: a guidarli alla scoperta della città ci sarà sempre lui, non a caso soprannominato ‘il Sindaco’, ormai l’anfitrione ufficiale delle matricole, soprattutto quelle straniere (‘Lollo’ parla anche inglese e tedesco, di fatto è il poliglotta del gruppo). «Aiuto i nuovi arrivati ad ambientarsi, perché se uno vive bene in città poi vive meglio anche in campo – spiegava bene qualche settimana fa allo psicanalista Stefano Bolognini e ad Emilio Marrese –. È giusto che ad un certo punto della vita si cominci a donare energie e tempo agli altri. Questo è un lavoro pericoloso: ci si arriva troppo giovani, con troppo tempo libero e troppi soldi a disposizione, non è facile gestirsi».
De Silvestri lo sa bene: nonostante una famiglia solida alle spalle e i successi di una carriera precoce, a 24 anni il terzino fu accarezzato dall’idea di smetterla col calcio. «Finii in panchina alla Sampdoria e non me ne riuscivo a capacitare – ha raccontato nella stessa intervista a Bolognini –. Volevo smetterla col calcio, non reggevo più lo stress. Pensavo già al piano B, magari un futuro da odontoiatra, come da tradizione familiare. Furono i miei amici a rimettermi in carreggiata. Mi dissero una frase fulminante: “Stai vivendo il nostro sogno, se molli tutto sei semplicemente un coglione”.
«Quello è stato un insegnamento decisivo che mi è tornato utile anche di recente – ha rivelato il numero 29 –, quando non sono stato inserito nella lista Champions. Lo ammetto: quando me l’hanno comunicato ci sono rimasto malissimo. Italiano se n’è accorto subito e al primo allenamento mi ha preso da parte e mi ha detto: “Risolviamola”. Dopo le sue parole ho capito che se avessi continuato a fare il risentito non sarei stato me stesso». E ora eccolo qui, pronto a iniziare la sua sesta stagione in rossoblù. Con Sinisa sempre lì, a illuminare e sostenere il suo straordinario percorso.