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·5 November 2024
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Si è conclusa l'11ª giornata di Serie A: di seguito i voti da 10 a 0 a tutte le squadre del campionato, dall'Atalanta che si candida allo Scudetto fino ai momenti "No" di Roma e Cagliari.
Confusione anche per gli arbitri e per il VAR. Di seguito tutti i voti, dal più alto al più basso.
Pochi giorni fa il Napoli si è imposto in casa del Milan. L'Atalanta di Gasperini, alla quinta vittoria di fila in A, espugna il Maradona con la stessa facilità, comandando i ritmi del gioco e imponendo legge senza lasciare nessuna possibilità di replica alla squadra prima in classifica.
Capolavoro tattico di Gasp: con la mossa Pasalic per Retegui (che entra e segna), il tecnico spegne Gilmour e permette a CDK e Lookman (che doppietta!) di allargarsi per creare continui 3 contro 2 sul centro-destra e centro-sinistra, che tengono in costante apprensione i difensori azzurri.
Così il grande Napoli di Conte diventa più piccolo al cospetto della Dea, che si porta a -3 dal primo posto e si iscrive ufficialmente alla corsa Scudetto. Chapeau.
A pari punti con l'Atalanta, l'altra squadra più in forma del campionato è senza dubbio la Fiorentina. I numeri della creatura di Palladino iniziano a far paura: quinta vittoria di fila in campionato, settima contando anche l'Europa League, terzo posto in classifica, terza miglior difesa della Serie A.
Contro il Torino la Viola ottiene un'altra vittoria fuori casa e "sporca" dopo quella di Genova: attraverso queste gare si costruiscono carattere e consapevolezza. Lo stesso identico discorso vale per la Lazio, che ha la meglio di rigore su un Cagliari focoso, centra il terzo successo di fila in campionato (l'ottavo nelle ultime nove gare) e non perde la scia di Atalanta e Fiorentina.
Riecco la vera Juventus. Al Bluenergy Stadium di Udine, dove fino a quel momento aveva vinto soltanto l'Inter, la squadra di Thiago Motta interpreta la gara nella maniera giusta sin dai primi minuti, trova il doppio vantaggio già prima dell'intervallo e torna a mantenere la porta inviolata dopo le gare contro il Parma e i nerazzurri.
Di Gregorio è attento, Gatti porta equilibrio, Cambiaso garantisce quantità e qualità, Thuram è una spina nel fianco, Weah e Yildiz si divertono. Il tecnico ex Bologna sembra aver trovato una solida ossatura nonostante le assenze.
Voto 7 alla reazione del Verona, che dopo i ko contro Monza, Atalanta e Lecce non si perde d'animo ma travolge la Roma al Bentegodi, quarta vittima stagionale dopo Napoli, Genoa e Venezia.
I ragazzi di Zanetti giocano una partita coraggiosa e rispondono colpo su colpo ai giallorossi: raggiunti due volte, nel finale non si accontentano e trovano la rete del definitivo 3-2 che premia lo spirito della squadra.
Spirito molto simile a quello del Genoa, che falcidiato di assenze e senza società alle spalle (come denunciato da Gilardino nel post gara) dà l'anima in quel di Parma e porta a casa una vittoria preziosissima dopo nove partite (e sei ko).
Sufficienza alle vittorie di misura di Inter, Milan, Bologna ed Empoli. I nerazzurri battono il Venezia a San Siro con il brivido al 98esimo e grazie a degli interventi decisivi di Sommer: la gara andava chiusa prima. Ora c'è l'Arsenal.
Anche il Milan vince ma con fatica l'ostico derby lombardo contro il Monza: Nesta lamenta un errore arbitrale, i rossoneri si aggrappano al nuovo Reijnders e Fonseca resta a galla.
Esulta anche il Bologna, che al Dall'Ara domina e riesce a piegare la resistenza del Lecce solo a cinque minuti dal triplice fischio grazie al colpo di testa di Orsolini. Secondo successo di fila dopo l'exploit di Cagliari, la spinta migliore per lanciarsi verso il Monaco.
Può festeggiare anche l'Empoli, per usare le parole di D'Aversa: i toscani, contro il Como, centrano primo gol e prima vittoria in casa dopo una partita spigolosa e con poche occasioni.
A volte la sola differenza tra la sufficienza e l'insufficienza è il risultato: il Venezia a San Siro gioca una gara gagliarda ma sbaglia tanto sotto porta, non concretizza e alla fine si lecca le ferite, la squadra di Di Francesco resta penultima a 8 punti.
Stesso discorso e stessa classifica per il Monza di Nesta, che nonostante un'altra buona gara non riesce ancora ad ingranare: con il Milan arriva il secondo ko di fila dopo quello contro l'Atalanta, entrambi non del tutto meritati.
La scorsa settimana era da 10, oggi da 4: il Napoli di Conte ha stupito tutti in negativo, per arrendevolezza e incapacità di reagire di fronte ai colpi dell'Atalanta. Dove iniziano i meriti e finiscono i demeriti?
Conte ha sempre predicato calma, non ha fatto proclami ma ha garantito l'impegno: quello c'è stato, il risultato no. Per ora "L'Atalanta resta più forte di noi" secondo il tecnico ma la testa della classifica, con responsabilità e onori, resta ancora del Napoli.
Ko meritato anche per l'Udinese, che in casa e nonostante il ritorno di Thauvin non riesce ad impensierire una Juventus apparsa più convinta sotto ogni aspetto. Per i friulani si tratta della seconda sconfitta in pochi giorni dopo la debacle di Venezia.
Stessa sorte è toccata al Como, che tra Lazio ed Empoli torna in riva al lago con zero punti e tanti interrogativi. Fabregas non accetta che si parli di crisi, eppure le sconfitte di fila sono tre e la zona rossa dista solo un punto: la prossima sfida in casa del Genoa sarà già importantissima.
Il Torino, invece, si è arreso prima ad una Roma non irresistibile e poi alla Fiorentina a causa di un errore grossolano di Maripan. I ko sono 5 nelle ultime 6, alla prossima c'è la Juve da affrontare non solo senza Zapata ma anche senza Adams.
L'ultima e unica vittoria del Parma in campionato è arrivata alla seconda giornata: Parma-Milan 2-1. Poi cinque pareggi e quattro sconfitte, tra cui quella "inaspettata", come l'ha definita Pecchia, contro il Genoa. Al Tardini piove sul bagnato: si fa male anche Bernabé.
Piove sul bagnato anche in casa Lecce: la vittoria sul Verona poteva essere una svolta, invece a Bologna arriva un ko dopo una gara giocata interamente in difesa e non senza correre rischi. Per Gotti è il sesto insuccesso nelle ultime sette uscite, Coppa Italia compresa.
La Roma è 12° in campionato a -8 dalla zona Conference. La classifica non lascia spazio ad alibi ed è il solo riflesso possibile e realista di una stagione nata storta e che si sta sviluppando peggio. Il guaio è che anche dopo il ko di Verona - il quinto dell'anno, il secondo nelle ultime tre - sembra non intravedersi ancora una luce in fondo al tunnel.
Stesso voto al Cagliari di Nicola, che all'Olimpico contro la Lazio prova a giocarsela ma finisce per chiudere indecorosamente in 9 uomini. I rossoblù tornano in Sardegna con la terza sconfitta di fila e due rossi pesanti sul groppone anche in ottica calendario, con Mina e Adopo che non saranno disponibili contro il Milan prima della sosta.
Il voto più basso, infine, va ai tanti episodi dubbi che hanno costellato il weekend del pallone: il gol annullato al Venezia, quello al Monza, i rossi del Cagliari... Episodi che continuano a sembrare dubbi anche dopo l'intervento del VAR, che i dubbi dovrebbe proprio toglierli.
La tecnologia, seppur riduca numericamente e oggettivamente gli errori (si pensi al fuorigioco), non dà ancora la sensazione di completa sicurezza ed affidabilità, anzi: a volte l'intricato regolamento sembra persino complicare le cose. Tanti addetti ai lavori richiedono più uniformità di giudizio, dall'AIA assicurano che ci stanno lavorando. Non resta che aspettare.