Cagliarinews24
·21 February 2025
Cuccureddu: «Colpaccio del Cagliari contro la Juventus? Sì, vi dico perché. Riscatterei questo giocatore rossoblù»
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·21 February 2025
Antonello Cuccureddu parla dell’imminente sfida fra il Cagliari e la Juventus. Ai microfoni de La Nuova Sardegna, l’ex calciatore bianconero ricorda il match soprattutto perché quella contro i rossoblù fu la prima presenza in Serie A di Cuccureddu. Allo stadio Amsicora marcò la rete dell’1-1 a tre minuti dalla fine. Ecco le parole di Cuccureddu:
ESORDIO – «Ricordo che uno dei titoli dei giornali è stato “cattivo figlio dell’isola”. Un po’ ci sono rimasto male ma la felicità per aver segnato ha fatto passare questo aspetto in secondo piano».
COLPACCIO CAGLIARI – «Si, se gioca come sta facendo ultimamente può dare fastidio a una squadra che non ha continuità e diverse lacune nell’organico. Ha lo spirito giusto per restare nella categoria. L’allenatore è uno determinato, bada al sodo. Quello giusto, secondo me, per gli obiettivi dei rossoblù. La salvezza non dovrebbe es-sere un problema e non mi stupirei se il Cagliari finisse nella parte sinistra della classifica. Le potenzialità non gli mancano».
THIAGO MOTTA – «Dare giudizi su di lui è difficile. Il problema vero è che la Juventus è sicura-mente una buona squadra ma per lottare per lo scudetto ed essere protagonista in Europa, serve altro. Queste cose le ho dette dopo l’estate e i risultati, purtroppo, dicono che avevo ragione».
PARTITA – «Premesso che il mio cuore è bianconero, mi sento di dire: vinca il migliore. Se i rossoblù sapranno mantenere alto il ritmo e pressare, possono fare l’impresa. Poi c’è lo spirito Juventus. Mi aspetto una reazione, se hanno carattere, dopo una delusione enorme».
CAPRILE – «È stato un grande acquisto, mi auguro che il Cagliari lo riscatti. Gli ho visto fare parate importanti che alla fine del campionato si trasformano in punti preziosi».
TIFOSI CAGLIARI – «Intanto è bellissimo che sia così. I tifosi sono fondamentali per chi si deve salvare. E non solo. Ai miei tempi sentire l’incitamento ti dava la carica, ti faceva superare le difficoltà. Poi non credo che una squadra come la Juventus possa farsi condizionare dallo stadio».