Calcionews24
·11 July 2025
Cristiana Ferrini: «Mio padre, il capitano. Il Toro, la sua vita. E ringrazio Cairo, che non lo ha dimenticato»

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Una bandiera, una leggenda, “il capitano dei capitani”. Giorgio Ferrini è un simbolo eterno nella storia del Torino, il giocatore con il record assoluto di presenze (566) che per 16 stagioni ha incarnato lo spirito e l’amore per la maglia granata. A quasi cinquant’anni dalla sua prematura scomparsa, a raccontare l’uomo dietro l’icona è la figlia, Cristiana, nel suo libro “Mio padre, il capitano dei capitani”. In una toccante intervista a La Gazzetta dello Sport, svela il viaggio emotivo che l’ha portata a scrivere questo ritratto intimo, un percorso tra ricordi e aneddoti inediti.
L’EMOZIONE DI SCRIVERE IL LIBRO – «È stato un percorso, come se andassi dall’analista: è stato un viaggio forte perché ha scatenato ricordi dimenticati. Pensi che sono stata due volte a Trieste…».
IL VIAGGIO TORINO-TRIESTE – «Il libro è un viaggio Torino-Trieste, perché papà ha sempre avuto la sua città natale nel cuore e noi vi tornavamo spesso. Poi c’è Torino, dove c’è il Toro e questo colore granata che è entrato nelle viscere del mio papà. Ha trasmesso questo amore anche a noi in famiglia, al punto che dopo la sua morte siamo rimasti a Torino io, mamma e mio fratello Amos».
COME NASCE IL LIBRO – «Incontrando i tifosi del Toro che mi riempiono sempre di un affetto indescrivibile. Mi sono trovata con un materiale di una portata umana incredibile, oltre che fotografico, che conservavamo in un baule pieno di cose di papà. Mi sono detta: “Perché tenerle per me?”. Volevo condividerle e volevo fare un regalo io a papà. Anche se lui è andato via quando avevo soltanto dodici anni, mi ha la sciato veramente tanto».
CHI ERA GIORGIO FERRINI PER LEI – «Era il mio capitano. A casa era il mio papà, poi era il mio idolo perché sono tifosissima del Toro. Sapeva quanto desiderassi andare al Filadelfia tutti i pomeriggi agli allenamenti. Gli dicevo: “Mi porto i compiti, ma fammi venire con te”. Restavo sulle gradinate osservando quei calciatori, i miei eroi. Papà ha avuto offerte importanti da altri club, ma ha sempre detto: “Questa è la mia maglia, il Toro è la mia squadra».
IL RAPPORTO CON IL TORINO DI CAIRO – «Intanto ringrazio il presidente Urbano Cairo, perché mi ha dato la possibilità di realizzare questo mio sogno che, senza di lui, sarebbe rimasto nel cassetto. Però lo ringrazio anche perché è stato il presidente del Toro che ha intestato al mio papà la tribuna principale dello stadio e una stupenda sala hospitality. Ci sono stati tanti presidenti che non hanno mai ricordato papà. Invece Cairo, fin dal primo momento, ha subito cercato mia mamma per conoscerla. Noi gli siamo molto riconoscenti».