Castaignos racconta: «L’Inter non è un mio rimpianto, al Feyenoord io non avrei cambiato l’allenatore. Il mio arrivo a Milano? Ausilio e Branca vennero da me con Sneijder, sul paragone con Henry…» | OneFootball

Castaignos racconta: «L’Inter non è un mio rimpianto, al Feyenoord io non avrei cambiato l’allenatore. Il mio arrivo a Milano? Ausilio e Branca vennero da me con Sneijder, sul paragone con Henry…» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Inter News 24

Inter News 24

·3 March 2025

Castaignos racconta: «L’Inter non è un mio rimpianto, al Feyenoord io non avrei cambiato l’allenatore. Il mio arrivo a Milano? Ausilio e Branca vennero da me con Sneijder, sul paragone con Henry…»

Article image:Castaignos racconta: «L’Inter non è un mio rimpianto, al Feyenoord io non avrei cambiato l’allenatore. Il mio arrivo a Milano? Ausilio e Branca vennero da me con Sneijder, sul paragone con Henry…»

L’ex attaccante di Inter e Feyenoord, Luc Castaignos, ha ripercorso le tappe della sua carriera e parlato della sfida di mercoledì

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Luc Castaignos, ex di Feyenoord e di Inter si è espresso così in vista del match di mercoledì in Champions League, ripercorrendo anche alcune tappe della propria carriera.

GLI ULTIMI ANNI DI CARRIERA – «Sono andato al Twente, pensavo fosse il posto giusto per crescere, ma poi sono tornato all’estero. All’Eintracht sembrava stesse andando tutto bene ma mi sono infortunato. Allo Sporting dovevo guadagnarmi il posto contro Bas Dost. Poi sono andato in Corea del Sud e ho giocato anche nella Serie B tedesca. A giugno sono rimasto senza squadra, così ho deciso di fermarmi».


OneFootball Videos


IL RITIRO DAL CALCIO – «Mi sono ritirato presto perché ho avuto problemi ad un tendine e avrei avuto bisogno di una preparazione fatta bene con un club. Ho ricevuto offerte da campionati nei quali non volevo giocare e dopo qualche mese di riflessione ho deciso che era arrivato il momento di chiudere. Ma non ho rimpianti».

L’INTER UN RIMPIANTO? – «No, ho sempre dato il cento per cento e ne sono fiero. All’Inter avevo 19 anni, crescevo tanto in allenamento però non avevo l’opportunità di capire quale fosse il mio livello in partita. Avevo bisogno di giocare con continuità. Nel 2012 volevo tornare in prestito al Feyenoord ma i nerazzurri puntavano a fare cassa. Il Twente mi ha comprato, mentre a me sarebbe piaciuto rientrare a Milano con un po’ di esperienza in più».

INTER CHE AVEVA APPENA VINTO IL TRIPLETE – «Non ero nuovo alle attenzioni dei grandi club, ma quella era un’Inter straordinaria. A 16 anni mi aveva cercato il Bayern, ma anche Real e Arsenal. Wenger mi fece parlare con suoi collaboratori ma io dovevo ancora finire la scuola. Due anni dopo ho segnato 15 gol col Feyenoord e poco dopo il mio agente mi chiamò dicendo che sarebbe venuto a casa perché voleva parlare con me e i miei genitori. L’Inter voleva comprarmi e io non ci credevo».

DICEVANO CHE SAREI DIVENTATO IL NUOVO HENRY? – «Non è stata mai una pressione. Per me era un idolo ma una cosa è ammirare lui o Ronaldo o Zidane e una cosa è emularli, non ho mai vissuto con la pressione di doverlo raggiungere».

UN RICORDO DELLA MIA INTER? – «Quella squadra aveva vinto tutto e i leader trasmettevano serenità. Tutti erano a conoscenza dei loro mezzi, sapevano come gestire ogni imprevisto. Branca e Ausilio sono venuti a prendermi insieme a Sneijder per darmi il benvenuto. Sembrava tutto perfetto, ma poi Gasperini andò via subito, Ranieri durò poco e arrivò Stramaccioni. Tutti con noi davano il 200%, eravamo la squadra da battere».

IL MIO GOL DECISIVO CONTRO IL SIENA? – «Mi diede l’assist Thiago Motta. Lì capii che avevo bisogno di giocare titolare per stare bene ma in quell’Inter non era semplice».

DE VRIJ – «Lui è un campione, ci conosciamo da bambini. Era bravo in tutto. Calcio, scuola, pianoforte. Giocava all’inizio largo a destra, poi si è accentrato ed è diventato ancora più forte dimostrandosi sempre all’altezza di ogni situazione. Merita il meglio»

SU FEYENOORD INTER – «Dopo l’addio di Slot il Feyenoord ha fatto un po’ fatica ma in CL è riuscita a mettere in difficoltà City e Bayern e ha eliminato il Milan. Non avrei cambiato allenatore, ma è arrivato Van Persie e i tifosi sperano possa far giocare bene la squadra. L’Inter però è una macchina che ha ingranaggi perfetti. Tutti i calciatori sanno bene cosa fare sia in difesa che in attacco. Sono sicuro che Inzaghi possa spuntarla. Credo che dovrà fare attenzione al talento di Paixao. E occhio alla presunzione».

View publisher imprint