Calcio e Finanza
·30 September 2024
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Una delle accuse rivolte agli indagati riferibili al direttivo della Curva Nord dell’Inter, nell’ambito delle indagini che hanno portato a diverse misure di custodia cautelare di questa mattina, è quella di un’associazione a delinquere aggravata dalle finalità di agevolare la cosca mafiosa Bellocco, rappresentata con un ruolo attivo all’interno del gruppo ultrà da Antonio Bellocco, ucciso lo scorso 4 settembre da Andrea Beretta, proprio al culmine di dissidi sorti nella gestione degli affari economici connessi al tifo organizzato.
La Procura di Milano, inoltre, esclude invece dall’indagine sia lo spaccio (nonostante molti degli indagati abbiano precedenti specifici) e attività legate agli eventuali nuovi impianti sportivi in costruzione in città (nuovo Meazza, ma anche San Donato e Rozzano). Invece, «alcuni dei proventi delle attività criminali sono poi andati in qualche maniera in favore, come nel più classico schema delle organizzazioni criminali anche di stampo mafioso, in favore di soggetti detenuti».
I profitti delle associazioni a delinquere, si specifica nelle ordinanze di custodia cautelare, riguardavano «il merchandising, la rivendita dei biglietti, gli ingressi illegali nello stadio di tifosi che non erano muniti di biglietto e che venivano fatti entrare e pagavano tra virgolette il biglietto non alla società ma agli esponenti della curva».
Promotori dell’associazione a delinquere, oltre allo scomparso Bellocco, Beretta e Marco Ferdico, che aveva accolto Bellocco a Milano dalla Calabria. Il direttivo a tre, così composto dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, aveva permesso di arginare la pretesa di altri soggetti, anch’essi riferibili a sodalizi mafiosi, a compartecipare agli introiti economici derivanti dalla gestione della curva.
A carico degli indagati, vengono ipotizzati, oltre ai reati di rissa, lesioni personali, percosse e resistenza a pubblico ufficiale, commessi in occasione di manifestazioni sportive, anche episodi estorsivi connessi alla vendita dei biglietti ad altri gruppi ultrà organizzati, all’esecuzione di servizi di catering in realtà mai effettuati e strumentali al pagamento di fatture per operazioni inesistenti e quello di intestazione fittizia di beni.
Una seconda ipotesi di reato associativo semplice viene contestato ai vertici del tifo organizzato milanista, la Curva Sud, il cui «promotore e organizzatore» è Luca Lucci. Anche a tale struttura associativa vengono contestati, oltre a numerosi episodi di violenza organizzata, commessi non solo in occasione di manifestazioni sportive, ma anche su commissione e per finalità ritorsive, ipotesi estorsive ai danni di una cooperativa addetta ai servizi di vendita e facchinaggio all’interno dello stadio, costretta a versare somme di denaro accantonate attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.