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·8 November 2024

Cagliari, Nicola: “Milan? La sua posizione non rispecchia il suo valore”

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Il tecnico del Cagliari Davide Nicola ha presentato in conferenza stampa il match delicato contro il Milan di domani pomeriggio alle 18.

Conferenza Nicola

Un’analisi della partita di Roma. “E’ stata la partita che mi aspettavo, una squadra forte. Volevamo dire la nostra e proporre il nostro modo di giocare. I ragazzi hanno fatto bene, ma ci sono stati degli errori di lettura. Ci saranno sempre, siamo stati ordinati, ma dobbiamo continuare a migliorarci sulla qualità e sulla capacità di concretizzare”.


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CI sono indisponibili? Quanto Milan ci sarà di quello visto a Madrid? “Li porterò tutti con me, tranne i due squalificati. Il Milan? Parliamo di una squadra in una posizione che non rispecchia il suo valore. Ha dei giocatori altamente qualitativi. Contro il Real ha giocato una partita immensa. Noi siamo il Cagliari e sappiamo di incontrare una grande squadra. Dobbiamo mantenere umiltà”

Quanto peseranno le assenze degli squalificati e come valuta Luvumbo? “Sta migliorando. Ha una posizione specifica in campo, e le sue caratteristiche sono funzionali a ciò. Dobbiamo aiutarlo a non vivere solo dei suoi spunti, ma del gioco di squadra. A Roma ha fatto bene, è stato molto più attento all’orientamento del corpo. Quando ha abbassato la sua frenesia ha trovato il goal. Sono contento di lui. Gli squalificati? Avranno indubbiamente il loro peso perchè sono giocatori importanti. Ma abbiamo alternative valide, non possiamo permetterci di contare su un numero limitato di giocatori”.

Fonseca ha detto di temere di più la gara di Cagliari. Come valuta queste parole? “Ha espresso un opinione. Lo stimo per la classe ch ha nel rapportarsi con l’ambiente. Ha una filosofia ben precisa. Sarà una sua impressione. Per noi il Milan sarà un avversario tostissimo, e a volte non bassa dare il 100% per averla vinta. Dovremo dare qualcosa in più. Sono partite bellissime da giocare, affronti giocatori straordinari. Scuffet? Il portiere è un ruolo particolare, è cambiato nel corso del tempo, e non puoi cambiarlo come vuoi. Gli atleti si stancano e non possono sempre essere al top della forma. Non possiamo additare ad un singolo gli errori.

Cosa lascia questa intensa settimana? “Le polemiche di Roma nascono e muoiono lì. Siamo abituati ad analizzare i nostri errori. Esprimiamo la nostra educata opinione e punto. Guardiamo alla prossima gara. Riva? Siamo andati a presenziare ad una serata straordinaria, per i suoi 80 anni, a contribuire a questo bellissimo evento. E’ bello idoleggiare i tuoi miti, ti aiutano a capire dove sei e cosa devi fare per il futuro. Si è visto lo spirito di quanto Riva è riuscito a dare nella sua vita”.

L’attacco è in difficoltà. Come si lavora al riguardo? “Non lavoro sulla testa dei giocatori. Lavoro sulla qualità del gioco, sulle scelte, sul passaggio. Bisogna perseverare, senza alibi. I ragazzi lavorano tanto e solo con la voglia di migliorarti non pensi al resto”.

A che punto è l’identità della squadra? “Stiamo rispettando le intenzioni dell’inizio campionato. E’ chiaro che gli automatismi hanno bisogno di tempo. Abbiamo un’identità precisa, che varia a seconda dell’avversario. Ora parte il secondo obiettivo: quello di migliorare gli automatismi, la qualità, i tempi di gioco, e, soprattutto, non tornare indietro”.

In generale com’è il morale della squadra? “Cerchiamo di valutare ogni sconfitta. Una squadra come noi sa di perdere un certo numero di partite ogni anno. Raggiunto il primo step, dobbiamo cercare di poter fare gioco e punti dappertutto. Dobbiamo capire il momento in cui dare equilibrio alla gara e portarla dalla nostra parte. Sono sicuro che troveremo continuità. La cosa da non fare è non tornare indietro e mantenere equilibrio, anche quando cresce l’entusiasmo. Ricordiamo che dovremo fare più punti possibile, mantenere umiltà, ma anche ambizione di migliorarsi”.

Piccoli sembra troppo isolato, ma anche frenetico nelle scelte: come sta lavorando? “Già detto prima: è un 2002. Sta giocando tantissimo, crediamo in lui. Sono d’accordo sulla frenesia. Lui ha un istinto legato al tiro: se non lo fa sta male. Deve capire quando è bene farlo, a volte è meglio fare un’altra scelta. Non sono d’accordo sul fatto che sia isolato. Abbiamo giocatori che sono stati presi per questo ruolo”.

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