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·11 June 2025
Brescia, il futuro è un rebus: la sindaca Castelli cerca la fusione per salvare il professionismo. Ma il Lumezzane si chiama fuori

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·11 June 2025
Il destino del calcio professionistico a Brescia è appeso a un filo. Dopo la retrocessione in Serie C e le gravi inadempienze economiche da parte della proprietà, l’amministrazione comunale sta cercando una soluzione per scongiurare la scomparsa del Brescia Calcio dal panorama professionistico.
Nella serata di lunedì 9 giugno, la sindaca Laura Castelli ha incontrato i vertici di Feralpi Salò, Lumezzane e Ospitaletto – le tre realtà professionistiche della provincia – per valutare la possibilità di una fusione con l’obiettivo di conservare il nome e la tradizione del Brescia Calcio 1911, attualmente oggetto di una controversia legale tra Massimo Cellino e la famiglia Corioni.
La Feralpi apre, il Lumezzane si sfila Tra le società coinvolte, la Feralpi Salò è apparsa la più disponibile. Il presidente Giuseppe Pasini ha mostrato apertura al dialogo, come dichiarato dalla stessa Castelli:
“Dal presidente Pasini ho riscontrato serietà e disponibilità a valutare un percorso articolato. L’obiettivo è dare continuità al calcio professionistico a Brescia. Ho trovato tre interlocutori seri e pronti al confronto.”
Al contrario, il Lumezzane, rappresentato dal presidente Andrea Caracciolo e dal patron Lodovico Camozzi, ha preferito tirarsi indietro. In una nota, il club ha ribadito il proprio impegno verso il territorio e ha escluso ogni tipo di distrazione rispetto al progetto in corso:
“Abbiamo preso un impegno con la nostra comunità locale. Siamo ancora all’inizio di un percorso che intendiamo portare avanti con determinazione e senza interferenze.”
Rimane ancora da chiarire la posizione dell’Ospitaletto, che ha appena fatto ritorno nel calcio professionistico dopo 27 anni. La prospettiva di una fusione potrebbe attrarre, ma anche generare comprensibili resistenze.
La posizione di Cellino e i prossimi scenari Il proprietario del Brescia, Massimo Cellino, ha rinunciato a presentare ricorso alla Corte d’Appello Federale in merito alla penalizzazione inflitta dalla FIGC. Tuttavia, ha ancora tempo fino al 24 giugno per saldare i debiti – pari a 4,3 milioni di euro – e depositare la documentazione necessaria per l’iscrizione al prossimo campionato, con possibilità concreta di ripartire dall’Eccellenza.
In caso contrario, l’unico modo per evitare la cancellazione definitiva del club sarebbe una cessione a terzi, disposti ad accollarsi l’intero passivo e a presentare la domanda di iscrizione nei tempi previsti.
Si profila dunque uno scenario potenzialmente paradossale: due “Brescia” in campo la prossima stagione, uno in Eccellenza sotto la guida di Cellino (o di un nuovo proprietario) e uno in Serie C con la denominazione Brescia Calcio 1911, frutto di un’eventuale fusione.
Tifoseria in fermento La situazione, già delicata, è complicata dalla forte contrarietà dei tifosi a un progetto di fusione. Durante l’incontro tra la sindaca e i rappresentanti delle società, alcuni sostenitori hanno manifestato sotto Palazzo della Loggia, chiedendo con fermezza che l’identità storica del Brescia Calcio non venga snaturata. Le prossime settimane saranno decisive per il futuro del calcio bresciano. Entro fine giugno sarà chiaro se prevarrà la via della ricostruzione attraverso la fusione oppure quella, più tortuosa, del salvataggio in extremis da parte dell’attuale proprietà. In entrambi i casi, l’obiettivo resta lo stesso: garantire continuità a una delle piazze più importanti del calcio italiano.