Calcio e Finanza
·30 April 2025
Bonucci: «Un giorno mi piacerebbe allenare la Nazionale»

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·30 April 2025
Leonardo Bonucci si è ritirato come calciatore nel maggio 2024 dopo la sua esperienza al Fenerbahce. Ma il suo coinvolgimento nel mondo del calcio non è di fatto mai terminato, visto che in quella estate ha conseguito il patentino UEFA B, che permette di essere tesserati come collaboratori negli staff di Serie A e B e di essere allenatori in seconda in Serie C.
A ottobre 2024, l’ex difensore di Juventus e Nazionale entra nello staff della Under 20, come assistente del commissario tecnico Bernardo Corradi. «Il calcio è il lavoro più bello del mondo… se impari a toglierti le pressioni di dosso», ha dichiarato Bonucci a Vivo Azzurro TV, la piattaforma OTT della FIGC.
Sul futuro Bonucci sembra sempre più orientato a compiere tutti i passi necessari per poter fare l’allenatore: «L’idea c’è. Al momento sto studiando per prepararmi al corso UEFA A, che mi consentirebbe di poter allenare le formazioni giovanili fino all’Under 20 e le Prime Squadre in Serie C. Se dovesse scattare davvero quel fuoco dentro, quello stesso fuoco che mi ha spinto a voler fare il calciatore, l’obiettivo sarà quello di guadagnarmi la possibilità di allenare un giorno una grande squadra, magari anche la Nazionale».
Nazionale che Bonucci ha sempre vissuto appieno fino ad arrivare alla conquista degli Europei nel 2021 con Roberto Mancini come guida tecnica: «Ho avuto la fortuna di essere allenato da grandi allenatori, ma se dovessi sceglierne due come punti di riferimento per un possibile futuro in panchina sarebbero Antonio Conte e Roberto Mancini. Caratteri completamente diversi, ma tatticamente mi hanno insegnato tanto».
«Vincere con la maglia della Nazionale è il sogno di tutti i bambini che giocano a calcio – continua Bonucci –. Personalmente è stata la ciliegina sulla torta della mia carriera». Nello staff di quella Italia che arrivò fino a Wembley c’era anche Gianluca Vialli che Bonucci ricorda così: «Quando parlava percepivi un’energia diversa, e ogni discorso che faceva ti lasciava sempre un grande insegnamento».