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·12 September 2024

Boban: «Addio alla UEFA doloroso, non ho più sentito Ceferin. Milan? Siamo ancora in tribunale»

Article image:Boban: «Addio alla UEFA doloroso, non ho più sentito Ceferin. Milan? Siamo ancora in tribunale»

Zvonimir Boban ha lasciato il suo ruolo di capo del calcio dell’UEFA il 25 gennaio scorso, dopo aver ricoperto l’incarico dal 2021 al fianco del presidente Aleksander Ceferin, motivando la sua scelta pubblicamente manifestando la sua contrarietà alla modifica dello statuto voluto dal numero uno del calcio europeo che gli avrebbe permesso di candidarsi nel 2027. Ricandidatura a cui lo stesso Ceferin ha di recente rinunciato.

«Non potevo accettare una decisione che infanga il calcio e le sue istituzioni solo per difendere interessi personali – il secco commento di Boban all’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport –. Ritengo di aver fallito nel tentativo di cambiare il calcio. Non sono servito a niente. Sono fiero di aver contribuito alla realizzazione del VAR, una vera rivoluzione per il sistema».


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Ma il nome di Boban rimarrà legato alla storia del Milan, dove ha ricoperto un ruolo dirigenziale nei primi anni di gestione di Elliott, con cui la separazione è stata tutt’altro che semplice: «Siamo ancora in tribunale, ma il Milan resta sempre il Milan per me. Posso dire che smantellare la squadra che ha vinto lo scudetto, ed è arrivata in semifinale di Champions League, è stato un errore madornale».

Una battuta anche su Paolo Maldini e il ruolo di Zlatan Ibrahimovic nel Milan targato RedBird: «Con Paolo siamo grandi amici e lo saremo per tutta la vita. Ibra? È un genio e lo ringrazierò a vita perché per amore del Milan accettò di tornare cambiando la storia recente rossonera e di tutti noi. Detto ciò, ora non ho capito cosa fa, quali sono le sue responsabilità e le sue competenze per poterlo giudicare. Spero le abbia capite lui, perché alla fine, sarà lui quello giudicato, mica Moncada».

Tornando alla sua separazione dalla UEFA, Boban ha aggiunto: «Ho fatto tanti compromessi nella mia vita, di alcuni mi vergogno anche. Ma di fronte a una decisione che danneggia il calcio, non potevo continuare. La decisione di dimettermi ed è stata inevitabile anche se sofferta. Il sistema calcistico è dominato da una tecnocrazia che trascura i valori fondamentali del gioco. Nonostante i miei sforzi in UEFA e FIFA, non sono riuscito a cambiare nulla. Ceferin? Non lo sento da molto tempo. Non ho intenzione di candidarmi di nuovo. Tuttavia, un vero esperto di calcio sarebbe ancora utile all’UEFA».

Sulla nuova Champions: «Nonostante le preoccupazioni per il numero crescente di partite e l’impatto sui giocatori, credo che il nuovo formato potrebbe risultare interessante e divertente. Ho lottato per ridurre il numero delle partite nei gironi da dieci a otto, per mantenere l’integrità della competizione. Superlega? La UEFA ha giustamente opposto resistenza a questo progetto, che escludeva la meritocrazia e sembrava un circolo chiuso per pochi grandi club. Tuttavia, anche il nuovo formato della Champions League non dovrebbe ridurre l’importanza dei campionati nazionali».

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