DirettaCalcioMercato
·7 July 2025
Balotelli: “Ho voglia di giocare. Il Torino mi aveva cercato”. E sul Genoa…

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·7 July 2025
L’attaccante Mario Balotelli, svincolato dallo scorso 30 giugno dopo la fine del suo precedente contratto con il Genoa, ha parlato al canale YouTube del giornalista sportivo Sandro Sabatini:
“Con Allegri al Milan mi ero trovato benissimo, ancora mi faceva giocare attaccante (ride, ndr)! Poi gli altri mi mettevano più dietro”.
C’è chi l’ha fatta giocare anche in tribuna. “Dio è grande… (ride, ndr)”.
Ha ancora voglia di giocare? “Certo, qualche anno ancora sì”.
Al Genoa gliel’hanno fatta passare? “No, non sono così importanti. Non può una società sola farmi passare la voglia di giocare. Se volete sapere il perché, dovevate chiamare quell’altro e non me”.
Ma si allenava male? “Vi invito a vedere i miei allenamenti, quando volete. Poi decidete voi. E il problema è anche che gli allenamenti erano a porte chiuse”.
Quanto guadagnava al Genoa? “Poco, penso che quelli della Primavera prendessero più di me”.
Perché c’è una certa immagine di lei? “Non ne ho idea. Ho accettato quello che volevano darmi dal Genoa, avevo proposte di squadre estere, lontane, ma volevo fare un altro anno di Serie A. Vi dico davvero, l’aspetto economico non mi interessava. E mi sto allenando”.
Ha avuto anche contatti col Torino prima del Genoa? “Sì, mi sembrava più interessato il Genoa in quel momento e sono andato lì. Potevo anche aspettare il Torino, era una cosa nata con Cairo ma a rilento. Per il Genoa ero in contatto diretto con Gilardino, sapendo che mi voleva sono andato lì. Riaprire i dialoghi con il Torino? Perché no?”.
La sua immagine pubblica quanto pesa? “Se penso che un giocatore sia casinista, chi può smentirmelo? I compagni di squadra. Chiedete ai miei compagni di squadra. Da quando ho cominciato fino a 24-25 anni ho fatto qualche ritardo agli allenamenti, son sincero. Ma ora… Qualcosa è stato esagerato, una di sicuro, ma non credo di aver fatto altre cose fuori dal comune. Sono state anche ingigantite”.
Lei era disposto a fare da subentrante di lusso al Genoa? “La sua scusa (di Vieira, ndr) è stata che secondo lui, a lungo andare, non avrei accettato di non giocare o di farlo poco. Questa è stata la scusa”.
Potrebbe giocare in ogni squadra di Serie A?
“Dipende da come giocano, se in modo offensivo sì”.
Ci dice cosa successe dopo il subentro col Napoli? “Il problema è stato che per poco non facevo gol, sarebbe stato un problema. La settimana seguente mi sono allenato, poi a Lecce mi ha fatto scaldare tutto il secondo tempo senza mettermi. Ho parlato col direttore (Ottolini, ndr) e ho detto che accettavo di non giocare o di farlo poco, in certe partite, ma se a Lecce mi fai scaldare tutto il secondo tempo senza poi mettermi, non è una scelta giusta per la squadra. Se pensi che in dieci minuti non possa segnare col Lecce, il problema è solo che ti sto sui coglioni. E basta. Posso essere d’accordo di non correre per 90 minuti come faceva il Genoa, ma a Lecce non mi fai entrare e non c’entra l’affidabilità. Ti sto sul cazzo”.
Ma il ds che le ha risposto? Balotelli: “Che avrebbero parlato di nuovo col mister, ma poco tempo dopo mi dissero che non ne voleva sapere. E lì ho scritto un messaggio a Vieira, che avrei voluto pubblicare ma non volevo essere stronzo anche io. Gli ho fatto capire che preferivo vederlo metterci la faccia, dicendo che non mi avrebbe fatto giocare. Non ho mai avuto una risposta: da lì piano piano sono finito a parte. Così ho fatto gli ultimi mesi. Gli ultimi due mi hanno tolto persino il preparatore, arrivavo al campo ed ero indipendente”.
Ma a Nizza cosa è successo? “Problemi così non ne avevo mai avuti. Solo conversazioni civili, scambi di opinione. A Nizza aveva fatto la stessa cosa, giocavo sempre, sì, ma mi tirava fuori. Lui è arrivato lì e ha voluto cambiare tutti, ma venivamo da due ottimi campionati, giocando pure in Europa. Eravamo forti. Lui ha cambiato e le cose sono andate male. All’inizio ci avevo parlato, dicendogli che eravamo abituati a giocare con un certo modulo, ma non era d’accordo e gli dicevo che mi sarei impegnato a fare cosa voleva lui. Però giocavamo male. Poi ha iniziato a tirarmi fuori, sono andato dal presidente a dirgli che se lo sapevo prima, me ne sarei andato, e che avrei aspettato dicembre. Il presidente non voleva, alla fine ha ceduto: mi hanno messo fuori squadra e sono andato a Marsiglia. Prima di andare in Turchia, poi mi ha richiamato il presidente dicendomi che se tornasse indietro, non sarei io ad andarmene via. Il bello è che alla prima col Marsiglia ho segnato al Nizza: com’ero felice… Ma non per Nizza, per lui”.
Si è pentito di essere rimasto al Genoa a gennaio? Ora sarebbe propenso all’estero? “Sono deluso, ma avevo dato la mia parola e sono rimasto a Genova. Va bene così. Oggi sì, sono forse più propenso all’estero ma non escludo l’Italia”.
Le piacerebbe andare a Palermo? “Sì, perché no? Ci sono stato qualche giorno un mesetto fa, lì sto sempre bene”.
Mai stato vicino al Parma? Balotelli: “Io non lo so”.
Essere Super Mario l’ha danneggiato? “Certe cose non mi hanno mai intaccato veramente. Ho sentito differenze, ma non mi sono mai stati creati stress o altro”.
Ci racconta di come nasce la maglietta con scritto ‘Why Always Me?’? “Ne avevo preparata una con un insulto, poi mi hanno fatto mettere ‘Why Always Me?’. Ma a me non piaceva molto…”.
Il difensore più forte che l’ha marcato? “Sergio Ramos. Difficile da affrontare, forte fisicamente ma anche intelligente”.
E il compagno più forte tra i difensori? “Samuel o Materazzi”.
Si ricorda di quella litigata in tv con Boban e Marocchi? “Ho sbagliato a rispondere a Boban, quando mi chiede del fuoriclasse devo andarmene via e basta. Avevamo perso con la Roma, Galliani ha chiesto chi volesse andare a parlare e dissi che io c’ero, ma ero arrabbiato. E giù a farmi domande di merda, attaccando solo me e non la squadra. Non avevo lucidità, ero incazzato per aver perso. E Boban che cazzo voleva?”.
La gente non percepisce il suo amore per il calcio. “Pensate che in Nazionale cambiavo, c’era qualcosa che scattava in me. Però cambiavo proprio. “Di sicuro mi sentivo in dovere di far vedere quanto fossi attaccato, più degli altri. Ricordo che a volte veniva qualcuno che non sapeva l’inno e lì mi incazzavo, non attaccando loro ma parlando ad altri, ci rimanevo male”.