Arbitri caos, Casarin: «La denuncia di Ranieri, il pallone fuori di Bastoni: le regole sono troppo complicate e adesso c’è un rischio. Col Var basterebbe fare una cosa semplice…» | OneFootball

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Calcionews24

·15 February 2025

Arbitri caos, Casarin: «La denuncia di Ranieri, il pallone fuori di Bastoni: le regole sono troppo complicate e adesso c’è un rischio. Col Var basterebbe fare una cosa semplice…»

Article image:Arbitri caos, Casarin: «La denuncia di Ranieri, il pallone fuori di Bastoni: le regole sono troppo complicate e adesso c’è un rischio. Col Var basterebbe fare una cosa semplice…»

Arbitri caos, Casarin analizza: «La denuncia di Ranieri, il pallone fuori di Bastoni: le regole sono troppo complicate e adesso c’è un rischio». Le parole

Paolo Casarin è stato un grande arbitro del passato e oggi li giudica in diversi ambiti mediatici. Su La Gazzetta dello Sport affronta i temi della settimana, dopo che le polemiche in Serie A hanno avuto un prolungamento con le decisioni che in Europa hanno colpito l’Atalanta e la Roma. Ecco il suo parere.

IL CALCIO D’OGGI – «Sto notando un aspetto… La gente inizia ad affezionarsi molto al calcio. Comincia ad appassionarsi, ma mi pare di capire che cominci anche a… capire di non capire più il calcio. Rendo l’idea?».LE CONSEGUENZE – «Che la gente va allo stadio una volta, vede una certa situazione e fischiano il rigore. Poi ci va la settimana dopo, l’episodio è identico e non danno rigore. E non capiscono più. Il calcio non é della Fifa, è della gente. E la Fifa non deve giocare con le regole».LA PROTESTA DI RANIERI – «Se un gentleman come Ranieri arriva a fare questo, beh, allora siamo arrivati a qualcosa di più. Di oltre. Dire “non andate a salutare l’arbitro” è più grave dell’ipotesi di andarlo a offendere. Perché in quel momento lì rompi una liturgia, quella del saluto e del ringraziamento: ed è un gesto forte. È come dire che quell’arbitro non merita il nostro saluto».TORNARE ALLA VOLONTARIETA’ – «Esattamente così. Tu non puoi punire tutti. Rocchi sta cercando di fare valutazioni anche in quel senso ma la bussola deve tornare in una direzione. Il rigore va dato perché massima punizione, se impedisci all’avversario di tirare in porta. È un risarcimento per il danno, chiaro, che hai subìto».IL PROOTOCOLLO VAR – «Allora, mi dia due minuti. Nel 1937 in Inghilterra provarono a mettere due arbitri, facendo ridere il mondo. Ci provammo anche noi in Coppa Italia, mezzo campo a testa, Paparesta e proprio Rosetti mi pare, ma se i due sono troppo diversi, se una situazione uguale da rigore o no la vedono in maniera differente in due azioni distinte, come lo spieghi? E infatti, a quel tempo, feci una relazione contro quella sperimentazione. Poi si è arrivati al gol non gol, bene, al fuorigioco semiautomatico, e ok; ma io la riporto alla nascita del Var, 2017. Il primo protocollo aveva 4 voci. Scambio di persona, rigore sì rigore no, gol o non gol, intervento violento da cartellino rosso. Ecco: la semplicità. Hanno voluto complicare allargando tutto. Invece bastava cosi, 4 cose ma chiare. Prendiamo la palla calciata da Bastoni evidentemente fuori: ma che sono, muti? No, si parlano. E basta che gli dici che il pallone è uscito. Basta complicazioni».

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