Calcio Femminile Italiano
·21 June 2025
Andrea Orio, Direttore Sportivo: “Il movimento femminile? Ha bisogno di una rete solida a livello nazionale”

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·21 June 2025
Il forte legame tra tutte le componenti dell’area sportiva, una gestione intrinseca, talvolta fulcro di una intera costruzione societaria. Il coraggio di scegliere, un organico da affiancare, ed obiettivi comuni da provare a consolidare.
La curiosità del “dietro le quinte” di una organizzazione calcistica ricade oggi su una scelta di condivisione di emozioni e lungimiranza, resa possibile da una piacevole chiacchierata fatta negli scorsi giorni con Andrea Orio. La figura citata, che ha appena terminato una lunga parentesi in rappresentanza dell’Orobica in serie B e C (successiva ai 6 anni di direzione generale nell’Aurora Seriate 1967 maschile) si è soffermata su una necessaria fame di sport e voglia di contribuire alla crescita di un settore meritevole, caratteristiche-trampolino per la rappresentanza di un ruolo così fondamentale.
Benvenuto! Ogni società, ogni squadra, è orientata verso un obiettivo preciso: quello di Andrea Orio, interno al movimento femminile e come Direttore Sportivo, invece, quale è?
L’obiettivo principale è contribuire concretamente alla crescita strutturale e culturale del calcio femminile, partendo dalle basi. Significa costruire realtà credibili, organizzate e ambiziose, capaci di offrire alle atlete un ambiente professionale in cui possano esprimersi al massimo, sia a livello tecnico che umano. Il mio impegno quotidiano, da Direttore Sportivo, è quello di creare le condizioni ideali affinché società e squadra lavorino in sinergia verso un progetto sostenibile e di lungo periodo.
Tra campagne acquisti, strategie e vasti background organizzativi si parla forse poco del ruolo di DS, o perlomeno ci si limita a menzionarlo. Come e quando è nata questa esperienza e cosa si porta maggiormente dietro di essa?
La mia esperienza da DS è nata dal campo, dalla passione per il gioco e dalla voglia di incidere anche fuori dal rettangolo verde. È un ruolo che richiede visione, competenze trasversali e la capacità di mediare tra aspetti sportivi e gestionali. Quello che mi porto dietro è un bagaglio fatto di relazioni, di decisioni prese anche nei momenti difficili, di crescita personale attraverso il confronto con allenatori, atlete, dirigenti e famiglie. È un mestiere silenzioso ma strategico, dove ogni scelta può cambiare il corso di una stagione o anche di un’intera carriera.
Successivamente viene spontaneo chiedere quali sono state le prime impressioni sul settore femminile e, visto l’importante e variegato bagaglio ormai acquisito, quali i passi in avanti che saltano all’occhio di cui è stato anche diretto testimone?
Le prime impressioni sono state di grande genuinità e voglia di emergere. Il calcio femminile ha un’energia positiva, diversa, fatta di passione autentica. Negli anni ho visto migliorare tanti aspetti: l’organizzazione delle società, la preparazione degli staff tecnici, l’attenzione mediatica e – non da ultimo – la qualità delle atlete, sempre più consapevoli del proprio valore. Sono stato testimone diretto di una trasformazione che, pur non ancora completa, è decisamente in atto. Il professionismo ha dato un segnale forte, ma ora serve strutturare il percorso dalle giovanili in su, con coerenza e competenza.
Un piacere poter sapere quale è la sua visione del movimento femminile non solo in Lombardia ma in Italia, in generale, e quali sarebbero, secondo lei, le strategie da adottare per un futuro più roseo in tal senso?
La Lombardia è certamente un polo trainante del calcio femminile italiano, ma il movimento, in generale, ha bisogno di una rete solida a livello nazionale. Serve una pianificazione che coinvolga le scuole, i centri sportivi, le istituzioni e i media. Le strategie vincenti passano dalla formazione di dirigenti competenti, da investimenti mirati su impianti e staff, e da un racconto mediatico che sappia valorizzare l’identità del calcio femminile, senza dover per forza attingere da quello maschile. Dobbiamo puntare sulla qualità, sulla continuità e sull’educazione sportiva per creare un ecosistema che permetta al talento di emergere ovunque, da Nord a Sud.
Si ringrazia Andrea Orio per la gentile concessione.