Inter News 24
·11 December 2024
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Arrivano ulteriori estratti dalla biografia pubblicata da Adriano, intitolata “Adriano, Meu Medo Maior“. L’ex attaccante dell’Inter si racconta in tutta la sua fragilità e sugli anni bui successivi alla morte del padre che lo hanno portato prima ad abbandonare l’Italia e poi il calcio giocato. Questo quanto riportato da UOL.
LA DEPRESSIONE E LA FUGA DALL’ITALIA – «Sono sprofondato in una terribile depressione. È stato davvero brutto. La mia famiglia se ne è accorta e mi è rimasta vicina. La mia depressione aveva raggiunto un livello che non mi piace nemmeno ricordare. Nient’altro ha funzionato. (…) Per non bere e non andare in discoteca dovevo tenere la testa a posto. E senza giocare o segnare un gol era impossibile. Capisci la dimensione del pasticcio? Una cosa era collegata a un’altra…».
MORATTI E IL CONSIGLIO DI ANDARE IN UNA CLINICA IN SVIZZERA – «Guardavo la porta, spaventato. Pensavo che da un momento all’altro sarebbero entrate delle infermiere con la camicia di forza. Che cazzo era quello? Non lo avrei assolutamente accettato. Volevo lasciare subito la stanza».
IL TRASFERIMENTO A SAN PAOLO – «C’erano continuamente alcune idee sbagliate che mi passavano per la testa. Ho dovuto lasciare l’Italia. San Paolo è stata la mia fuga. Hanno messo insieme un fantastico piano per farmi recuperare. Lo psichiatra che mi hanno assegnato per curarmi ha lavorato meglio di quello dell’Inter, a dire il vero».
LA RIPRESA – «Il trattamento che mi hanno riservato i ragazzi è stato davvero buono. Ha iniziato a dare risultati rapidamente. Era tornata la voglia di correre in campo, di fare quella parte noiosa della preparazione. Mi ero preso una pausa dal bere. Ho parlato con lo psichiatra. Ho seguito le sue cure e ho fatto la mia parte in campo. Pensavo di essermi ripreso».