Adani loda Sucic: «Conosce il calcio e non va qualificato in un solo ruolo. Negli ultimi 20 metri non si emoziona» | OneFootball

Adani loda Sucic: «Conosce il calcio e non va qualificato in un solo ruolo. Negli ultimi 20 metri non si emoziona». Le sue parole sul croato

L’esordio di Petar Sucic con la maglia dell’Inter continua a far discutere. Il centrocampista croato classe 2003, arrivato in estate dalla Dinamo Zagabria, è stato tra i protagonisti della netta vittoria dei nerazzurri contro il Torino, conquistando applausi per la sua prestazione solida e ricca di contenuti tecnici.

A soffermarsi sul suo debutto è stato Daniele Adani, ex difensore e oggi opinionista televisivo, che a Viva El Futbol ha sottolineato come Sucic rappresenti il prototipo del centrocampista moderno: capace di interpretare diversi ruoli e compiti all’interno della mediana.

Adani ha evidenziato in particolare la capacità del giovane croato di palleggiare con qualità, inserirsi con i tempi giusti e utilizzare le caratteristiche tipiche dei giocatori dell’area balcanica: finte, cambi di direzione improvvisi e una naturale abilità nel mascherare le giocate. Un bagaglio tecnico che, secondo l’ex calciatore, permette a Sucic di essere decisivo soprattutto negli ultimi venti metri, zona in cui ha già dimostrato freddezza sia nella rifinitura che nella conclusione.

Per l’Inter, il suo arrivo potrebbe rivelarsi un investimento strategico. Sucic ha mostrato non solo corsa e intensità, ma anche la maturità di un calciatore più esperto, dando la sensazione di poter diventare in poco tempo un punto fermo nello scacchiere di Cristian Chivu.

Dopo l’assist spettacolare a Marcus Thuram, il croato ha già conquistato la fiducia di compagni e tifosi: la sua duttilità tattica lo rende una pedina preziosa per il centrocampo nerazzurro.

PAROLE – «Sucic è un calciatore di centrocampo che conosce il calcio. Non va qualificato come nel calcio moderno in un solo ruolo, ma una molteplicità di compiti che lo porta a palleggiare, ad inserirsi, come tutti i giocatori slavi sanno sterzare e quindi sanno fintare la giocata quindi mascherarla e quando arriva nella zona determinante, che quella degli ultimi 20 metri non si emoziona, ma sai essere freddo nella rifinitura, nella finta e nella conclusione».