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Diego D'Avanzo·25 November 2024

🇮🇹 5 squadre in un punto: come siamo arrivati ad avere "5 Sorelle" ✍️

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Questo campionato ha "5 sorelle" chiare a tutti: 5 squadre racchiuse in un solo punto nelle prime posizioni della classifica.

Vediamo in quale momento del loro percorso si trovano questi club.


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A che punto siamo di questo Napoli

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Il Napoli è al 1° posto: 29 punti, cinque in più dell'anno scorso. Un numero che però non traduce la diversità della due situazioni, perché in 12 mesi il Napoli è passato da un opposto all'altro: da un progressivo smarrimento alla consapevolezza di un nuovo percorso.

La vittoria contro la Roma ha ridato certezze - anche tattiche - al Napoli che arrivava dall'1-1 contro l'Inter e soprattutto la sconfitta per 3-0 con l'Atalanta, due prove che avevano spento gli entusiasmi e forse ridimensionato le aspettative.

Un altro elemento fondamentale è il rientro di Lobotka, e non è un caso che nel 1° tempo contro la Roma il Napoli abbia avuto il 76% di possesso palla. La sua assenza nelle ultime 5 partite si era notata eccome, soprattutto contro avversari più ostici.


L'Inter sta dimostrando di essere campione

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L'Inter ha passeggiato sul Verona senza Calhanoglu, Dimarco e Lautaro. Thuram ha ritrovato il gol e chi aveva bisogno di fiducia se l'è conquistata: Carlos Augusto ha ricordato cosa sa fare da esterno, Correa ha mostrato sprazzi di qualità che possono - chissà - spezzare un blocco mentale e ridare all'Inter un nuovo attaccante, una seconda punta di riserva della quale Inzaghi ha grande bisogno.

L'Inter è certamente meno intensa dal punto di vista fisico rispetto all'anno scorso e gli 8 punti in meno lo dimostrano, però le garanzie stanno tornando e lo testimonia l'ennesimo clean sheet: quattro nelle ultime cinque gare (Arsenal compreso).

Nelle prossime tre partite ci saranno due tappe obbligate in cui dare una prova di forza: Fiorentina e poi a metà dicembre la Lazio nel momento di picco della loro forma.


Questa volta Gasp non è partito piano

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L'Atalanta è esuberante, cinica, segna tanto e subisce poco: l'ultima partita l'ha persa il 24 settembre e i momenti della sconfitta per 4-0 contro l'Inter sembrano un ricordo che non appartiene a questa squadra: fisica in difesa, dinamica a centrocampo, qualitativa sulla trequarti e spietata in attacco.

16 gol nelle ultime 5 partite di Serie A spiegano bene la potenza offensiva della Dea anche dalla panchina: De Ketelaere, Samardzic e Zaniolo si giocano un solo posto e sulla fascia Cuadrado sta entrando sempre più in condizione, tutte risorse che poche squadre vantano in Serie A.

Se il detto vuole che "le squadre di Gasperini partono piano", questa stagione non è andata assolutamente così. O meglio, la flessione iniziale è stata breve: i nuovi giocatori si sono adattati in fretta e l'Atalanta ha uomini e risorse per puntare in altissimo. Le prossime partite contro Roma e Milan diranno molto sulle ambizioni del club.


Fiorentina: una squadra corale

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La Fiorentina era partita in sordina, senza offrire troppo spettacolo, cambiando modulo in corsa e trovando un momento di svolta a fine settembre: la rimonta contro la Lazio firmata dalla doppietta di Gudmundsson ha dato uno scossone all'ambiente, la vittoria col Milan ha confermato le premesse e il 5-1 con la Roma ha dato consapevolezza.

Come ha detto Palladino: "Noi siamo Beltran che gioca poco e insegue gli avversari". Questa Fiorentina è una squadra corale sta dando fiducia a quei talenti che ne avevano bisogno: Kean e Adli ne sono l'esempio perfetto.

L'esperienza di Gosens e De Gea apporta quel realismo del "potercela fare" sul serio mentre i giovani della squadra viaggiano con l'entusiasmo: le prestazioni di Comuzzo lo dimostrano.

La prossima partita con l'Inter potrebbe essere uno spartiacque: vincere o perdere e soprattutto il "come" arriverà il risultato potrebbe indirizzare il futuro prossimo della Fiorentina. Il test più grande sta per arrivare, e per la verifica tornerà anche Gudmundsson.


Lazio: "l'uomo giusto al posto giusto"

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"L'uomo giusto, al posto giusto e al momento giusto", Lotito ha trovato una formula nota ma calzante. Perché Baroni è esattamente questo: un'idea chiara, semplice ma non scontata, intensa e offensiva di un calcio che si sposa bene con la Serie A. Tanto fisico e qualità in transizione con la capacità di scardinare i tatticismi delle partite.

Perché la Lazio ha perso tre partite ma solo contro la Juventus è andata davvero a vuoto, nelle altre due gare con Udinese e Fiorentina ha tirato almeno 14 volte e non ha tradito le attese di Baroni.

In particolare, questi risultati non hanno contaminato le certezze della squadra: sintomo di fiducia di un gruppo nuovo, alla ricerca delle prime glorie personali affiancato da qualche "senatore" sempre più utile: e il riferimento a Pedro non è casuale.

Nelle prossime tre partite incontrerà Napoli e Inter: due gare in cui sicuramente si testeranno le potenzialità della squadra ma probabilmente non verranno scalfite le certezze di Baroni, sicuro alla guida di questa Lazio.


📸 GABRIEL BOUYS - AFP or licensors