Calcionews24
·5. Januar 2025
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In Arabia c’è Stefano Pioli, allenatore di Cristiano Ronaldo. E in questi giorni in cui il gotha del calcio italiano si è trasferito nel Paese, La Gazzetta dello Sport lo ha incontrato per parlare della sua esperienza e di tante altre cose.
L’ABBRACCIO CON I GIOCATORI ROSSONERI – «Bello. Stima e rispetto sono rimasti intatti. É la dimostrazione del valore del percorso fatto. Finale di Supercoppa chiusa con l’Inter? No, il Milan ha dimostrato forza di reazione nel secondo tempo con la Juve, la vittoria porta entusiasmo, Conceiçao ha tre giorni di lavoro a disposizione. L’Inter è la più forte, ma la finale resta aperta».LA VITA A RIAD – «É quella regolare di un professionista: dalle 7.30 alle 16.30 al campo d’allenamento, quando il caldo arrivava a 45°. In questo periodo, al mattino. Al venerdì terminiamo entro le 11 per rispettare le funzioni religiose. Vivo in un compound ben attrezzato, a una trentina di km dal nostro centro sportivo, con mia moglie, mio figlio e il mio staff. Giochiamo a padel, a bowling, esploriamo i ristoranti etnici della città. A parte il traffico, tutto bene».RICONOSCIUTO PER STRADA – «Dappertutto… Nei centri commerciali, nei ristoranti. Mi chiamano Bioli, con la B. Mi dicono: “Ciao Bioli… AC Milan… scudetto”. Ci sono tanti milanisti».QUANTO MANCANO I NIPOTI – «Tantissimo. Anche gli amici. Ma è stata una scelta voluta: uscire dalla mia comfort-zone, sentivo il bisogno di un’esperienza all’estero».IL SUO CICLO AL MILAN – «Per 5 anni ho dato al Milan tutto quello che avevo, per far felice club, giocatori e tifosi. Ma non ho ricevuto in cambio meno di quello che ho dato. I conti tornano. Ho vissuto emozioni inimmaginabili e indimenticabili. Sarò grato per sempre».L’INTER É LA PIU’ FORTE – «Sì, anche se l’Atalanta è cresciuta, grazie al lavoro eccezionale di Gasperini, ma anche dei Percassi. Mi è piaciuta un’intervista recente di Ancelotti, in cui spiega che è venuto fuori dal momento difficile e dal 4-0 del Barcellona grazie all’appoggio della società. É così, l’ho provato: non ci può essere progetto vincente senza una società forte alle spalle».