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·10. Januar 2025

Simonelli: «Ricorso Napoli? Per me caso chiuso, non mi occupo di questioni FIGC»

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“Oggi siamo riusciti a completare la governance, sono felice che l’amministratore delegato abbia raccolto 17 voti, conferma la bontà del lavoro fatto e sono convinto sarà anche da stimolo per il futuro. Abbiamo già fatto tante cose da quando sono entrato in carica, ho visto una Lega che, rispetto a quando avevo lasciato sei anni fa, ha cambiato pelle”. Così ha esordito in conferenza stampa Ezio Simonelli, nuovo presidente della Lega Serie A.

“Ho visto grandissime professionalità: da essere una Lega che organizzava solo il campionato è diventata una piccola media company. A Riyadh abbiamo visto un’organizzazione perfetta dell’evento Supercoppa, abbiamo ricevuto i complimenti per la regia: è stato molto appassionante vedere tutto il lavoro. Grande qualità da tutti i punti di vista, abbiamo incrementato i rapporti anche con le autorità locali: ci consentirà di sviluppare il nostro calcio in un’area che ha fame di calcio”.


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“Oggi atmosfera molto più rilassata: sapete che la mia elezione era stata un po’ inquinata da un procedura inesistente, il Tribunale ha attestato che tutto fosse conforme alla legge. Come sempre, finché un giudice non ti dà ragione, c’è comunque un po’ di tensione. Io ho fatto un discorso di unione, mi auguro che potremo rappresentare il calcio italiano verso l’esterno in maniera positiva. Sono molto soddisfatto”.

“Primi atti? Avrò bisogno di avere prima il consiglio, oggi eletto e di grande qualità. Non voglio spoilerare le decisioni che prenderemo, saranno tutte collegiali. Io in particolare mi occuperò degli aspetti politici, delle richieste della Serie A nei confronti del governo, mentre l’ad De Siervo curerà cresciti e ricavi. Vorrei una Lega che pensi a crescere, a ingrandire la torta e non a rubare la torta, non ai litigi. Se siamo uniti possiamo migliorare il prodotto e l’offerta. Ho detto ai presidenti che la credibilità la devono dare loro, con i loro modi di comportarsi. Vogliamo presentarci bene”.

“Non voglio anticipare nulla, né prendere l’iniziativa. I problemi del calcio li sapete, che ci aspettiamo di essere ascoltati lo sapete: io ho un pallino, ma non posso pensare che sia l’obiettivo dei primi 100 giorni, forse l’ho già detto. È un bonus per i vivai, che potrebbe servire per la Nazionale, per avere futuri campioni che possano rappresentarci e farci tornare a vincere un Mondiale, l’ultimo vinto è di 18 anni fa”.

“Si chiude quindi la questione della proclamazione? La proclamazione è un’invenzione. Non esiste, se non in un diritto che non è quello attuale. È qualcosa costruito sul niente: quando si vota c’è un risultato e non serve proclamazione. È eletto chi ha preso la maggioranza, nel mio caso 14 voti”.

“Violazione della clausola compromissoria da parte del Napoli? Il procedimento ex art. 700 era stato fatto dal Napoli e dall’ex consigliere Blandini. Il Napoli, resosi conto dell’errore procedurale, perché è vero che il ricorso era stato fatto nei miei confronti come presidente di Lega, si è ritirato. Ho apprezzato che ieri sera De Laurentiis mi ha chiamato da Los Angeles per spiegare che per lui è stato un grande fraintendimento, posso dire che per me è un capitolo chiuso. Chiuso per me o in generale? In maniera del tutto teorica, il consigliere Blandini potrebbe anche impugnare il ricorso. Però non ne avrebbe più titolo ed è stato anche condannato alle spese. Di questioni federali non me ne occupo”.

“La priorità nel dialogo con le istituzioni? Non stiamo chiedendo un qualcosa che è fuori dalle regole, perché le imprese ottengono già dei bonus per investimenti strutturali. Il vivaio è un po’ come la ricerca e sviluppo per chi fa marketing o altro. Stiamo chiedendo di applicare cose già esistenti al mondo del calcio”.

“Se ho già un canale aperto con il presidente Figc Gravina? Sì, l’ho incontrato al Globe Soccer World a Dubai e abbiamo potuto parlare. Io vorrei avere una lega di Serie A che viaggia in sintonia con la federazione: è vero che è l’unica a non avere designato Gravina come candidato presidente federale. Ma non per ostilità nei suoi confronti, bensì perché c’era un confronto elettorale in corso e la governance non era già definita. Nel programma di Gravina ho letto molte cose che ho detto in un’intervista: tolto il decreto crescita, che vorremmo riproporre, tutto il resto è in linea con i nostri programmi. Convocherò un’assemblea, per il 23 o 24 di gennaio, in cui discuteremo”.

“Clima più sereno anche con Lotito? Ho percepito un clima molto unito, ho ringraziato chi mi ha votato e chi no. Come io sarò un po’ il presidente, non mi piace dire di tutti, lo sarò per tutti. Voglio essere anche il presidente di chi non mi ha votato ma che oggi mi ha manifestato grande supporto. Non ho sentito voci ostili. Riportare Lotito dalla mia parte? Io sono il presidente di Lega Serie A. Devo per forza rappresentare tutte le società e credo che Lotito possa dare un grande contributo, ascolterò tutti i presidenti, dall’Atalanta al Venezia, per cercare di fare bene. Lotito oggi mi è sembrato molto disponibile, voglioso di partecipare a questo processo di rasserenamento”.

“Stadi? Ci sono linee interne ed esterne, la linea esterna è avere un commissario unico per gli stadi che snellisca il lavoro, evitando pretesti per bloccarlo. Abbiamo avuto precedenti con le Olimpiadi dove i commissari hanno consentito di avere stadi pronti. A noi piacerebbe un percorso non dico privilegiato, ma più rapido. A livello interno io immaginerei un lavoro della Lega, che è già stato iniziato, per avere degli stadi standard, dei format già studiati con dei fornitori comuni e poi una sere di possibili modifiche personalizzate. All’interno del perimetro di gioco mi piacerebbe avere stadi omogenei, ove gli spettatori sappiano come muoversi ovunque vadano”.

“Decreto Dignità? Sono temi che sapete ci stanno a cuore, li decideremo insieme col consiglio e poi con la federazione. Però sono tutti temi su cui il calcio vuole un riscontro dal governo: abbiamo il diritto e il dovere di chiedere cose nell’interesse di un movimento che vuole dire tanto per il Paese e per la credibilità che abbiamo all’estero”.

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