Calcionews24
·11. Mai 2025
Sebastien Frey si racconta: «Non mollo, neanche quando ho rischiato la vita nel 2019. Mai alla Juve per amore della Fiorentina»

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·11. Mai 2025
Si è raccontato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport l’ex portiere di Fiorentina e Inter Sebastien Frey.
APERTURA – «Io non mollo, non l’ho mai fatto, neanche quando ho rischiato di morire per colpa di un virus nel 2019. Neanche quando Zalayeta mi disintegrò un ginocchio nel mio momento migliore. Io combatto pregando: il buddismo mi ha salvato».
INTER – «Il primo amore. Mi voleva il Marsiglia, ma dopo aver visto un Inter-Strasburgo di Coppa Uefa con Moratti scelsi San Siro. Adriano? Un gigante d’argilla buono. La morte del padre ha azzerato il suo l’equilibrio. Ogni volta che mi chiedono di lui dico “che peccato”. Lui, Mutu e Ronaldo sono stati i più forti con cui ho giocato».
FIORENTINA – «La consacrazione. Lì sono stato uno dei portieri più forti del mondo. I fiorentini hanno capito subito che fossi un leader di personalità. Non eravamo la squadra più forte, ma il gruppo migliore sì. Ogni settimana andavamo a cena insieme, facevamo gruppo, stavamo bene. Se chiudo gli occhi ricordo gli amici, Toni, Mutu e gli altri, non una parata. Tutte cose che nel calcio di oggi sono quasi scomparse. Colpa di quei maledetti telefonini: i giocatori pensano solo a messaggiare».
OFFERTE RIFIUTATE – «La consacrazione. Lì sono stato uno dei portieri più forti del mondo. I fiorentini hanno capito subito che fossi un leader di personalità. Non eravamo la squadra più forte, ma il gruppo migliore sì. Ogni settimana andavamo a cena insieme, facevamo gruppo, stavamo bene. Se chiudo gli occhi ricordo gli amici, Toni, Mutu e gli altri, non una parata. Tutte cose che nel calcio di oggi sono quasi scomparse. Colpa di quei maledetti telefonini: i giocatori pensano solo a messaggiare».