Calcionews24
·27. Juni 2025
Sassuolo, Berardi tra carriera e stagione: «Retrocessione e infortunio momenti più brutti della mia carriera»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·27. Juni 2025
Ai canali ufficiali del Sassuolo, Domenico Berardi ha parlato della sua carriera in neroverde e della sua ultima stagione, condita dalla promozione in Serie A.
STAGIONE – «La stagione è stata sicuramente una stagione positiva perché venivamo da una retrocessione in Serie A e sicuramente molti di noi che sono rimasti ci tenevano a riportare il Sassuolo in Serie A. È una stagione impegnativa, perché il campionato di Serie B non è scontato da vincere anche se hai dei giocatori molto forti e ci siamo riuniti insieme al mister e siamo riusciti a portare il club dove merita».
INFORTUNIO – «Io subentravo da un altro infortunio, perché mi ero appena operato al ginocchio ed ero in fase di ripresa. Non ero sicuramente al 100%, però ci tenevo a dare una mano alla squadra e ho fatto il massimo per giocare. Poi l’abbiamo visto tutti, mi sono fatto male su un momento un po’ particolare della stagione ed è stata secondo me la parte più difficile da superare, perché da lì in poi il Sassuolo è entrato in un tunnel dove eravamo in vantaggio ma non riuscivamo mai a portare i punti a casa ed è stata anche una stagione un po’ sfortunata dopo il mio infortunio».
RETROCESSIONE – «La retrocessione è stata brutta da digerire, perché non poter dare una mano alla squadra e vederla da casa sdraiato su un divano mi ha fatto male, perché non riuscivo neanche i primi mesi ad andare allo stadio perché dovevo stare a riposo ed è stata dura da digerire. Dopo la retrocessione il momento più brutto della mia carriera è stato quello, quindi la ripartenza è stata dopo l’annuncio di Mister Grosso. Ci siamo detti di rimbocchiarci le maniche e da adesso in poi si pensa a lavorare duro, poi c’è stato l’annuncio di Mister Grosso e con lui sin da subito abbiamo parlato, ci ha fatto capire dai ragazzi che è il momento di dare il 100% per questo club e riportarlo dove merita».
GROSSO – «Mister Grosso si è presentato subito dall’inizio bene, ha ricreato quel gruppo che l’anno scorso un po’ si era perso, ha portato spensieratezza ed esperienza che aveva già vinto un campionato per Frosinone in Serie B, quindi anche grazie a lui che ci ha fatto entrare nell’ottica questo campionato è difficile. Poi il Mister ama questo sport, ci ha trasmesso passione, lavoro, sacrificio e come ho detto prima ha ricreato quel gruppo che l’anno scorso si era un po’ perso».
TITOLO STAGIONE – «Volendo dare un titolo a questo campionato è stato un campionato incredibile perché abbiamo fatto, oltre ad aver scritto la storia di nuovo di questo club abbiamo dato un segnale importante alla società, al Mister. Ci rende tutti orgogliosi e sono convinto che anche tutti i tifosi alla piazza».
DEDICA – «Nel tunnel rivivi un po’, parti dalle cose un po’ più brutte che hai passato ed arrivi poi a fare la passerella a pensare tutte le cose positive che hai fatto durante la stagione. Devo dire che è stato molto emozionante e sono veramente orgoglioso di aver alzato la coppa. Ho preso la coppa, ho fatto due passi, piano piano salgo due gradini e ho preso la coppa e l’ho data prima in testa a Pieragnolo, non so se l’avete visto, poi dopo sono andato verso il gruppo e c’erano Romagna e Obiang perché sono stati anche loro due capitani importanti per questo club e questa squadra. Ci tenevo che anche loro alzassero la coppa insieme a me perché, come dicevo prima, sono stati capitani e hanno dato una grossa mano tutto l’anno a questo gruppo assieme al mister».
SASSUOLO UNA FAMIGLIA – «Sassuolo come famiglia nasce da tanto tempo perché con Carnevali, Giorgio Squinzi e Adriana Spazzoli che mi hanno accolto come se fossi un figlio, poi loro purtroppo sono venuti a mancare e hanno preso in mano la situazione i figli Veronica e Marco, ci sono stati tanto vicini, mi sono stati tanto vicini anche nel momento in cui mi sono fatto male. Ho sempre detto che Sassuolo è famiglia, è casa e mi trovo bene. Essere la bandiera di Sassuolo mi rende orgoglioso perché non ce ne sono più di bandiere».