Ranieri vuole l’en plein e prepara la sorpresa: “Lo vivo serenamente” | OneFootball

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·13. April 2025

Ranieri vuole l’en plein e prepara la sorpresa: “Lo vivo serenamente”

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Il Messaggero (S. Carina) – L’ultimo derby, per certi versi, è come il primo. L’emozione, il pathos e la voglia di vincerlo, fanno da corollario ad una partita che per la prima volta in carriera rischia di scalfire anche una sfinge come Ranieri. Chissà, salendo quelle scalette che portano al campo, quali saranno i pensieri di Claudio, diviso tra la voglia di essere ricordato come l’unico allenatore nella storia a vincere 6 derby su 6 e quel pizzico di malinconia che inevitabilmente lo sfiorerà. Perché staccarsi dal calcio giocato, gli permetterà magari di “fare anche qualche viaggetto” (cit.) ma Ranieri è un animale da campo. E come tale vive per queste notti. Lui assicura a Dazn di avvicinarsi alla last dance “in maniera normale, sono sereno”. Una tranquillità che rappresenta il suo marchio di fabbrica nella preparazione delle partite. È il suo modo di essere, che non ha cambiato nemmeno nel rettilineo finale della sua carriera: serietà sempre ma senza sfociare nella pressione.

Claudio ha riflettuto a lungo in questi giorni su come sorprendere Baroni e gli ultimi dubbi li scioglierà in mattinata. Mai come stavolta ci tiene a fare un po’ di pretattica. Non solo all’esterno ma anche internamente. Nessuno dei calciatori ieri sera sapeva se avrebbe giocato o meno. All’andata finì con la Roma raccolta sotto la Sud a prendersi l’abbraccio della curva, riconciliandosi dopo un inizio di stagione a dir poco raccapricciante. Sembra un’era fa e invece sono trascorsi appena 4 mesi. A dimostrazione che il calcio fagocita tutto: emozioni, ricordi e sensazioni. Figuriamoci nel derby. Una gara nella quale il tempo si ferma: non conta il passato, tantomeno il futuro. In ballo c’è soltanto il presente. Ma il presente di Claudio non può non fare i conti con il recente passato. Perché il 5 gennaio, in una stracittadina dominata dall’inizio alla fine, Ranieri la vinse tatticamente giocando al gatto col topo, puntando su Pellegrini e Dybala che nella loro posizione ibrida in campo, galleggiando tra le due linee di Baroni, sfondarono soprattutto al centro. Basta ricordare l’azione del primo gol: lancio di Ndicka per Dovbyk, sponda di petto dell’ucraino per Pellegrini che di piatto allunga per Paulo che a sua volta allarga per Saelemaekers. La Lazio viene presa d’infilata: nel due contro due che si profila in area il belga serve di nuovo Lorenzo. Rovella potrebbe intervenire ma Dybala taglia dentro ed è costretto a seguirlo, lasciando così il tempo al Capitano di confezionare il vantaggio.


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Otto minuti dopo la Roma segna ancora, con un’azione simile. Stavolta è l’argentino che corre nel corridoio centrale che si apre grazie all’ennesima sponda di Dovbyk. Quando la Lazio prova a chiuderlo, allarga per Saelemakers, Nuno Tavares è in ritardo e il belga in due tempi supera Provedel. Due gol quasi in fotocopia dove la qualità tecnica della Roma fece saltare il pressing della Lazio. La domanda e lecita: senza Paulo sarà possibile riproporre una partita simile? E chi tra Soulé e Baldanzi avrebbe le caratteristiche di corsa e tecnica per fare un lavoro simile? Perché soprattutto in una gara del genere, Claudio ai suoi chiede verticalità. Poco palleggio e se serve non disdegna la palla lunga. La tentazione di giocare con due punte, con una mezzala in più in mezzo (Pellegrini o Cristante), sussiste. Ma poi, ci sarebbe il problema di dover cambiare la partita in corsa, nel caso le cose non dovessero andare come studiate a tavolino. Una cosa è certa: con Ranieri la sorpresa è sempre dietro l’angolo. Dal via o in corsa poco cambia. L’importante è che alla fine, come spesso capita, abbia ragione lui.

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