Calcionews24
·3. Juni 2025
Morata, l’addio al Milan e i retroscena mai svelati: «Cose che non avevo mai vissuto. Tare, Allegri, la Spagna e quel fenomeno di Yamal: vi dico tutto»

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·3. Juni 2025
L’arrivo di Alvaro Morata al Milan nell’estate del 2024 è stato accolto con grande clamore e aspettative elevate. I tifosi rossoneri hanno visto nello spagnolo l’attaccante esperto, capace di garantire gol e leadership per puntare in alto sia in Serie A che in Champions League. La sua avventura milanista è iniziata con alcuni lampi incoraggianti: gol importanti nelle prime uscite e la solita generosità al servizio della squadra. Tuttavia, con il passare dei mesi, la sua vena realizzativa si è rivelata più altalenante del previsto e, nonostante l’impegno profuso, non è riuscito a incidere con la continuità che il club e i tifosi hanno sperato, contribuendo a prestazioni di squadra talvolta discontinue. Questo scenario ha portato a un sorprendente quanto rapido epilogo della sua esperienza in rossonero, che è culminato con la cessione nel mercato invernale. Trasferitosi al Galatasaray nel febbraio 2025, Morata ha cercato un immediato riscatto nell’infuocato ambiente turco. Fin dalle prime apparizioni con la maglia giallorossa, l’attaccante ha mostrato una rinnovata verve: ha trovato con buona frequenza la via del gol nella Süper Lig ed è diventato un punto di riferimento offensivo per la squadra di Istanbul. Nei mesi trascorsi sulle rive del Bosforo, da febbraio a oggi (giugno 2025), ha contribuito in maniera significativa alla rincorsa del Galatasaray nelle posizioni di vertice del campionato: ha segnato reti decisive e un totale di 7, ha fornito assist importanti e ha dimostrato di essersi integrato rapidamente e di aver ritrovato quella fiducia cruciale per ogni bomber. Di seguito le sue parole a la Gazzetta dello Sport.
É ARRIVATO AL MILAN PIENO DI VOGLIA – «Sì, e secondo me abbiamo fatto anche grandi partite, le cose non stavano andando così male come sembrava o si diceva. Poi però là dentro sono successe cose che non avevo mai vissuto in carriera e che preferisco tenere per me, non mi sentivo più a mio agio e prima di diventare un problema me ne sono andato».
QUAL ERA IL PROBLEMA – «Non lo posso dire. I cambi repentini non sono mai facili. Se inizi a giocare con una mentalità e all’improvviso muti radicalmente ti può andare molto bene oppure no. Magari la nuova strada scelta a inizio stagione aveva bisogno di un po’ di tempo per essere battuta: hanno deciso di cambiare e non c’è molto da dire. Sì, anzi, una cosa c’è: non è vero che come ho letto in giro mi sarei pentito della scelta. Mai. È stato un onore vestire una maglia storica come quella del Milan».
HA PARLATO CON TARE E ALLEGRI – «No, o almeno, non nelle nuove vesti. Perché Max lo sento spesso per il rapporto che ci lega. Tarel’ho visto un paio di volte a cena con amici ma niente di più. Sono contento per loro e per il Milan: sono grandissimi professionisti e se li hanno presi vuol dire che il Milan vuole tornare subito a vincere e a essere importante e spero che gli vada tutto alla grande. Di me però non so nulla».
LA SPAGNA É IN SALUTE – «Sì, sì, ma c’è un’atmosfera magnifica, grande allegria, con la concentrazione che sale quando si deve giocare. È una base che fa sì che ci si avvicini di più alla vittoria, perché c’è un’unità tale che quando arriva il momento di lottare diventa tutto più facile».
LAMINE YAMAL – «Eh – Alvaro sospira- . Incredibile. È così. Super tranquillo, scherza, ride, ma quando entra in campo si trasforma, dà tutto e non ce n’è per nessuno. Non ho mai visto una cosa del genere, mai. Mi ha colpito il riconoscimento che ha ricevuto dai giocatori dell’Inter dopo le semifinali di Champions, stiamo parlando di gente forte forte, con esperienza. Giornalisti e addetti ai lavori si siedono davanti alla tv per vedere cosa può fare, dov’è il suo limite… E ha soltanto 17 anni, ha appena firmato un contratto fino al 2031 e quando scadrà avrà appena 23 anni!»