Marocchino: «Rosa della Juve non completa, il 4-2-3-1 sembra portato quasi all’esasperazione. Ora l’obiettivo deve essere questo» – ESCLUSIVA | OneFootball

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·9. Januar 2025

Marocchino: «Rosa della Juve non completa, il 4-2-3-1 sembra portato quasi all’esasperazione. Ora l’obiettivo deve essere questo» – ESCLUSIVA

Artikelbild:Marocchino: «Rosa della Juve non completa, il 4-2-3-1 sembra portato quasi all’esasperazione. Ora l’obiettivo deve essere questo» – ESCLUSIVA

Marocchino, ex centrocampista bianconero, ha parlato in esclusiva a Juventusnews24 della situazione della squadra di Thiago Motta

Continua il periodo altalenante di risultati della Juventus, eliminata dal Milan in semifinale di Supercoppa Italiana. Se ne va così la prima occasione di conquistare un trofeo in questa stagione, mentre continuano a piovere critiche verso Thiago Motta e i suoi ragazzi. Di questo, e non solo, ha parlato Domenico Marocchino in esclusiva per Juventusnews24.

Una Juve che va avanti ma poi ancora una volta si fa riprendere: che pensiero si è fatto sulla sconfitta con il Milan?


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«A volte serve portare a casa il risultato e basta, anche se per un tratto di gara giochi meglio. Poi qualcosa ti può girare storto. Nel primo tempo io ho visto una Juventus discreta, però ormai è un dato di fatto costante che ci siano alcune difficoltà per il resto della partita. Quando vai in vantaggio devi assicurarti un margine per portare a casa la vittoria».

Qual è il problema di questa Juve? Perchè la squadra non riesce a gestire?

«Questo può dipendere dalle caratteristiche dei giocatori e a volte anche dalle lettura della partita. La rosa della Juventus, comunque, è ristretta in alcui ruoli. Questo fa si che, nella lettura della partita, l’allenatore non modifichi in certe situazioni quella che è la propria idea».

Condivide chi ha criticato i cambi di Vlahovic e Mbangula? Sono stati il fattore decisivo per la sconfitta?

«In linea di massima sono considerazioni abbastanza giuste, poi l’allenatore parte con un’idea. Però questa idea, in certi contesti, va messa a fuoco in un modo diverso. Non ci sono giocatori che possono stare al posto di Vlahovic per un determinato numero di minuti. Mi spiego meglio: all’85’ magari ci poteva stare il cambio con Nico Gonzalez, ma non al 60′. Poi non è un dramma cambiare filosofia durante la partita, mi pare che il 4-2-3-1 sia portato quasi all’esasperazione».

Qual è il bilancio di Marocchino sui primi mesi di lavoro di Thiago Motta?

«Partiamo dalla rosa non completa. La Juventus è l’unica squadra che ha iniziato con un attaccante solo di ruolo, altre ne hanno 3 o 4. Si c’è Milik infortunato, ma ha altre caratteristiche rispetto a Vlahovic. Poi certo hanno pesato una serie di infortuni, anche abbastanza importanti. Bremer era fondamentale non solo in fase difensiva, ma anche sulle palle inattive e sui corner il suo peso lo faceva sentire in un campionato. Se vogliamo imputare qualcosa a Thiago Motta io direi la sua ostinatezza di giocare sempre in un determinato modo».

Quali devono essere, a questo punto, gli obiettivi della Juve?

«Crescere piano piano, tenendo in considerazione che si possono fare delle modifiche. Quando si inizia un percorso con un’idea forte servono anche idee di riserva, trovare qualcosa per modificare quando vedi che le cose non girano. Poi i tre punti sono un vantaggio e uno svantaggio, fare tante vittorie ti può portare magari al terzo posto. C’è una forbice molto larga, dove se riesci a infilare un paio di risultati di fila… Alcune correzioni sicuramente sull’idea principale sarebbero da fare».

Si aspettava di più da Koopmeiners dopo questi primi mesi?

«Non tantissimo come la gente probabilmente pensa. Io suddivido i giocatori in due categorie: quelli che danno input alla squadra e tramite il loro gioco fanno si che gli altri giochino meglio e quelli che, in base al gioco, giocano meglio. Diciamo che Koopmeiners ha bisogno di un certo tipo di gioco di squadra per rendere a certi livelli. Comunque anche se non è al massimo il suo lo fa, però sembra un pesciolino fuori dall’acqua».

Esiste un problema attacco? Cosa non la convince della fase offensiva della Juve?

«Dico solo che, per esempio, l’Atalanta ha attaccanti e mezze punte di un altro tipo, poi non ha esterni come la Juve che al girone di andata hanno fatto solo 2 gol, loro ne hanno almeno 5. Tra De Ketelaere e Lookman, rispetto a Yildiz e Conceicao, si nota una certa differenza. La Juve gioca con un centrocampista e poi con un trequartista e due esterni, fa difficoltà a sostenere la fase difensiva e a protrarre quella offensiva. Gli altri sono mezzi centrocampisti, ma l’importante sarebbe avere dei centrocampisti di un certo livello».

Chi vincerà lo Scudetto?

«Ci sono 2/3 squadre nettamente più forti delle altre. Poi non così tanto che ci siano 15 punti di distacco, ma hanno un centrocampo più forte, una struttura fisica e tecnica superiore alle altre. Parlo delle prime tre che ci sono in classifica, Inter, Napoli e Atalanta. Poi il Napoli non gioca le coppe e può avere vantaggi, l’Atalanta viaggia sulle ali dell’entusiasmo».

Come vede il futuro della Nazionale dopo gli ultimi risultati ottenuti?

«Anche lì dipende molto dalla quadratura del centrocampo, dai giocatori a disposizione per far si che ci sia una mediana di peso, di sostanza. Bisogna trovare un assetto lì in mezzo determinato dai giocatori e caratteristiche».

Si ringrazia Domenico Marocchino per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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