Calcio e Finanza
·19. Juni 2025
L'ex AD Pietro Berardi licenziato: Roma condannata a risarcirlo con 2 milioni

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·19. Juni 2025
La Roma è stata condannata a risarcire Pietro Berardi per averlo rimosso anticipatamente dal ruolo di amministratore delegato. Secondo quanto stabilito dalla Camera arbitrale dell’Ordine degli avvocati di Roma, il club giallorosso non è riuscito a provare l’esistenza di una giusta causa per la revoca.
Di conseguenza, dovrà corrispondere all’ex dirigente un importo che, includendo stipendi arretrati, indennità contrattuali, rimborsi, interessi e spese legali, varia tra 2,5 e 3 milioni di euro. A riportarlo è l’edizione odierna del La Repubblica-Roma.
Berardi, difeso dall’avvocato Giampiero Falasca, aveva contestato la decisione di allontanarlo e respinto le accuse formulate dalla società: «ambiente di lavoro tossico», «atteggiamento aggressivo verso dipendenti e interlocutori istituzionali», «commenti sessisti ed estetici nei confronti di collaboratrici» e «violazioni in materia di riservatezza e compliance».
I legali della Roma e di Neep Roma Holding, rappresentate dall’avvocato Andrea Sacco Ginevri, avevano sostenuto la legittimità del licenziamento, ritenendolo motivato da gravi mancanze. Tuttavia, per gli arbitri, tali contestazioni non sono state dimostrate. Nel provvedimento si afferma infatti che «non è stata raggiunta la prova che Berardi sia stato revocato per giusta causa» e si aggiunge: «Va configurata come un recesso della società non sorretto da una giusta causa». Inoltre, le motivazioni fornite al momento del licenziamento sono state giudicate troppo vaghe: «Non è enunciata alcuna specifica causa di revoca».
Il club dovrà quindi pagare a Berardi 2.023.000 euro, somma che comprende stipendi maturati, bonus annuali e l’indennità prevista dal contratto per il caso di recesso senza giusta causa. A questo importo vanno aggiunti circa 160mila dollari per rimborsi di spese mediche, viaggi e alloggio. Con interessi e spese legali per circa 450mila euro, il totale supera i due milioni e mezzo.
Questa non è la prima pronuncia favorevole a Berardi: alcuni mesi fa, il Tribunale del lavoro gli aveva già riconosciuto circa 200mila euro per la cessazione del contratto da general manager. Con questa decisione si chiude anche il secondo procedimento.
Secondo i legali della Roma, l’esito dell’arbitrato rappresenterebbe comunque «un pareggio, considerando che la richiesta iniziale era di 5,5 milioni di euro più una penale di 2,4 milioni prevista nel contratto». Non si esclude un appello per ridurre a zero l’importo da versare.