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·4. Juni 2025

Legends Corner | I ricordi di Ian Rush

Artikelbild:Legends Corner | I ricordi di Ian Rush

Giovedi' 29 maggio 2025 non e' stato, per noi, un giorno come gli altri.

Perche' era il quarantennale di un giorno della tragedia dell'Heysel, che tutto il popolo bianconero ha scolpito nell'anima, e perche', proprio quest'anno, abbiamo inaugurato il memoriale "Verso Altrove".


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Scorrendo il nastro a quarant'anni prima, e guardando le squadre scendere in campo per disputare quella partita che, come dicono tutti ormai, "andava disputata", si nota, nelle fila del Liverpool, la presenza di un grande attaccante, con il numero 9 sulla schiena.

Parliamo di Ian Rush, che due anni dopo la notte di Bruxelles, sarebbe approdato, per una stagione, alla Juventus.

Ian era presente, in rappresentanza della Societa' inglese, in occasione del quarantennale dell'Heysel, e abbiamo colto l'occasione per parlare di quella notte e di quella stagione in bianconero.

«Non e' stata come una finale di Coppa. È stato un match strano, perché per giocare partita del genere devi essere mentalmente e fisicamente preparato, e per noi, a livello mentale, e' stato davvero difficilissimo. Non sapevamo nemmeno se le nostre famiglie stessero bene, volevamo solo uscire dal campo, cambiarci e sapere se tutti fossero al sicuro».

Un ricordo duro, durissimo.

Ricorda i dettagli, Ian: «Eravamo negli spogliatoi, ci dissero che la partita avrebbe potuto iniziare in ritardo, ma non sapevamo di quanto E questa di per se’ era una cosa che metteva in difficoltà, perché dovevamo essere pronti senza sapere quando avremmo giocato. Qualcuno alcuni di noi, compreso il nostro capitano, andarono fuori a parlare con i tifosi, capimmo che era successo qualcosa di serio. Come dicevo prima, non riuscii a considerare quella partita una finale di Coppa, anche se abbiamo provato, per tutta la durata, a restare concentrati sul gioco»

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Due anni dopo, nel 1987, Ian passa proprio alla Juventus, avversaria di quella notte.

«Non e' stata una stagione semplicissima, ma e' stata affascinante. Quando sono arrivato qui, la Juventus era il "Liverpool d'Italia", la squadra da battere. In quell'estate sono arrivati, con me, tanti giocatori nuovi, e quindi logicamente non e' stato semplicissimo. Inoltre, dal punto di vista umano, ho dovuto adattarmi in una Torino che era diversa da quella di oggi: quasi nessuno parlava inglese, e all'epoca dovetti praticamente fare tutto da solo. Ho dovuto imparare a concentrarmi sui piccoli problemi, da risolvere giorno per giorno, ma devo dire che ho sempre amato Torino, una citta' molto bella».

IN CAMPO

«Quella stagione fini' con due gol molto importanti, in due derby giocati a maggio. In particolare ricordo con affetto il rigore decisivo nello spareggio che ci porto' alla qualificazione in Coppa UEFA. Non fu semplice in campo, perche' ero abituato a un altro tipo di gioco, nel quale avevo molte piu' occasioni per segnare. Porto pero' ricordi bellissimi con me di quella stagione, come il rapporto con Boniperti e l'Avvocato Agnelli, che con me furono gentilissimi, quello con i tifosi, che mi hanno sempre aiutato molto. Per questo ricordo con piacere il rigore nel Derby, fu davvero una gioia per me renderli felici in una partita cosi' importante».

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A Torino sono arrivato ragazzo e sono andato via uomo. Giocare alla Juventus e' stata la migliore scelta che potessi fare. - Ian Rush

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