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·27. März 2025

La Roma accelera sul nuovo stadio: ripartono gli scavi archeologici

Artikelbild:La Roma accelera sul nuovo stadio: ripartono gli scavi archeologici

Tra droni e decisioni dei tribunali, sembra arrivato il momento per la ripresa degli scavi archeologici a Pietralata, nell’area individuata dalla Roma per il nuovo stadio. Come riportato da Il Messaggero, alcuni giorni fa i tecnici della società giallorossa hanno svolto sopralluoghi nella zona di Pietralata in vista della ripartenza degli scavi. Si è trattato di verifiche preliminari sul territorio, lo stato dei rifiuti, la vegetazione e altri aspetti simili.

Tutto in preparazione del riavvio, più volte annunciato ma mai concretamente avvenuto, delle operazioni archeologiche. Questo passaggio è fondamentale: gli scavi previsti – circa venti “trincee” scavate fino allo strato di terreno incontaminato, noto come “strato geologico” – sono obbligatori per rispettare le prescrizioni indicate dalla Soprintendenza di Stato nell’ambito della valutazione del progetto preliminare. Senza il completamento di queste indagini archeologiche, la Roma non può procedere alla presentazione del progetto definitivo. Di conseguenza, tutto il lavoro svolto su mobilità, trasporti, simulazioni grafiche e analisi del traffico rimane in sospeso fino alla conclusione degli scavi.


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La Roma ha più volte annunciato che la ripresa degli scavi fosse imminente: inizialmente previsti per fine febbraio, poi entro il 10 marzo, successivamente nella settimana del 10 marzo, poi il 24 marzo, e infine ieri. In realtà, il ritardo ha origini più lontane, risalendo a luglio scorso, quando, terminata una prima fase di scavi in un’area occupata da un’attività di autodemolizione, tutto si è fermato in attesa che il Campidoglio rientrasse in possesso delle zone coinvolte in una disputa legale con alcuni residenti, sostenuti dal comitato contrario allo stadio. Adesso, la nuova data per la ripresa degli scavi sembra fissata per oggi o domani.

Una parte cruciale della questione, se non la più determinante, non si gioca tanto tra architetti e ingegneri, quanto nelle aule di tribunale. A metà agosto 2024, il Comune ha riacquisito le aree oggetto di contenzioso e, dopo qualche settimana, le ha formalmente consegnate alla Roma. Tuttavia, gli scavi non sono ancora ripartiti. Se gli ultimi rinvii sono stati in parte causati dal maltempo – impossibile procedere con terreni impregnati d’acqua – le ragioni della lunga attesa sono legate alla necessità di ottenere un quadro giuridico più chiaro, visto che diversi ricorsi sono ancora in corso.

Gli ultimi due sono stati chiusi martedì 25 e ieri, con due sentenze favorevoli al Comune pronunciate in sede civile. Nella prima, i giudici della settima sezione civile hanno definitivamente risolto la questione della “tutela possessoria”. In breve, a fine giugno scorso, un residente aveva ottenuto un provvedimento che impediva l’accesso all’area per scavi e sondaggi fino a chiarire se la proprietà appartenesse al Comune o al privato. Il tribunale ha annullato tale tutela e condannato il residente al pagamento di 3.600 euro di spese legali, ritenendolo «privo della legittimazione ad agire».

Nella seconda sentenza, l’avvocato del Comune, Manuela Scerpa, ha ottenuto un’ulteriore conferma dai giudici: le aree di Pietralata sono patrimonio pubblico indisponibile e, di conseguenza, non possono essere acquisite da privati per usucapione.

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