Jeda sicuro: «Alla Juve mancano i leader. Vlahovic va recuperato, vi dico la mia su Thiago Motta» – ESCLUSIVA VIDEO | OneFootball

Jeda sicuro: «Alla Juve mancano i leader. Vlahovic va recuperato, vi dico la mia su Thiago Motta» – ESCLUSIVA VIDEO | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Juventusnews24

Juventusnews24

·21. Februar 2025

Jeda sicuro: «Alla Juve mancano i leader. Vlahovic va recuperato, vi dico la mia su Thiago Motta» – ESCLUSIVA VIDEO

Artikelbild:Jeda sicuro: «Alla Juve mancano i leader. Vlahovic va recuperato, vi dico la mia su Thiago Motta» – ESCLUSIVA VIDEO

Jeda in esclusiva a Juventusnews24: le dichiarazioni dell’ex attaccante del Cagliari in vista del match di Serie A e sul momento dei bianconeri – ESCLUSIVA VIDEO

A due giorni dalla sfida tra Cagliari e Juve, puntata speciale di Tribuna Juve in cui Chiara Aleati ha ospitato ai nostri microfoni Jeda, calciatore brasiliano ex rossoblù. Le sue dichiarazioni in esclusiva a Juventusnews24.com.

Hai conosciuto Thiago Motta? Che tipo di allenatore, che tipo di personalità ha?«Io l’ho conosciuto da giocatore. È stato un giocatore eccellente, di grande personalità e qualità. È stato segnato un po’ da infortuni, ma da quando è venuto in Italia si è ritrovato e ha dimostrato tutto il suo valore. Come allenatore io l’ho apprezzato molto a Bologna, perché ha fatto un lavoro davvero eccellente. Nessuno si aspettava quei risultati a Bologna, con una squadra con tutto rispetto per il Bologna, una società importante e gloriosa. I risultati ottenuti da lui a Bologna, anche valorizzando tanti tanti giocatori che erano conosciuti, se possiamo dire, è stato davvero un lavoro eccezionale. Tanto che gli è valso la chiamata bianconera. Sia per un giocatore che per un allenatore, andare alla Juventus in un ambiente, una squadra importante, blasonata come la Juventus non è un qualcosa di semplice. Non è un qualcosa che puoi dire va bene, chiamiamo tizio che intanto farà bene. È il nome di una società, c’è il blasone, ci sono le pressioni che sono tante, ci sono una serie di fattori che poi incidono su questo. Non è così semplice, non è facile come tutti potevano pensare all’inizio. Secondo me può anche essere l’allenatore per la Juventus, però in questo momento ha bisogno di soffrire un po’ e cercare di capire più in fretta possibile l’ambiente in cui si trova».


OneFootball Videos


Quanto tempo secondo te può esserci e può essere concesso a Thiago Motta, alla Juventus?«Sono convinto che secondo me la Juventus, dopo averci speso non solo parole, soldi anche economicamente ed investito su un allenatore comunque giovane e di prospettiva, non credo che possa fare un qualcosa nel corso di questa stagione. A meno che le cose non precipitino proprio in maniera disastrosa. Un cambio in questo momento secondo me comporterebbe solamente della confusione totale. Non sempre i cambi così repentini possono portarti delle cose positiva, però chiaramente non possiamo e non si può negare che è sotto un po’ i riflettori lui e quello che è il suo lavoro. Lui ha avuto anche una ascesa molto veloce e breve, era arrivato subito alla Juventus, quindi anche questi passaggi a livello di maturità. Perché comunque l’allenatore io reputo che sia come il giocatore. Serve la maturità, un po’ di quella gavetta, di certi meccanismi che secondo me devi passare. Io sono convinto di questo. Tempo puoi averlo fino a un certo punto, perché dopo chiaramente i risultati devono parlare per te».

C’è il rischio di un contraccolpo psicologico a Cagliari?«È una partita in cui si possono nascondere anche delle brutte sorprese, delle trappole, quindi bisogna stare molto attenti. Questi calciatori della Juventus devono dimostrare di essere giocatori della Juventus e dimostrare che l’eliminazione della Champions League è stato un episodio in cui loro devono cercare di riportare subito il loro percorso in asse. Altrimenti può essere un contraccolpo molto devastante e cadere in questo momento in casa di una squadra che comunque è un momento di buona salute in campionato. Il Cagliari è una squadra che in casa cerca di fare la sua partita. Anche se ha davanti una squadra come la Juventus, io mi auguro che l’eliminazione della Champions League abbia insegnato qualcosa a questa squadra, abbia lasciato qualcosa di positivo. Deve ricomporsi, ricompattarsi e ritrovare quell’agonismo, quella rabbia che personalmente, ti dico la verità, non ho visto contro il PSV. Io ho visto un PSV molto più avvelenato, metterei la parola così, molto più grintoso, voglioso di raggiungere quel risultato. La Juve deve dimostrare di essere la Juventus e questi giocatori di essere giocatori della Juventus. È chiaro che la società ha fatto anche dei grossi sacrifici, anche a livello economico. Ed è chiaro che questo verrà molto messo in considerazione per un futuro, per una sua eventuale riconferma, secondo me, ovviamente. Perché poi il materiale, tutti abbiamo visto e tutti diranno, e sarà questa la parola che comunque ce l’ha. E quindi è lui che poi deve saperlo gestire».

Quanto conta l’esperienza?«L’esperienza conta tanto, però sono due cose che vanno di pari passo. Se io devo scegliere uno, chiaramente a livello di percentuale è normale che il materiale umano conta molto di più. Sono quelli che fanno la differenza, sono quelli che ti danno quel qualcosa in più, però non si può tralasciare l’esperienza, perché nei momenti di difficoltà, difficili, momenti importanti, cruciali, subentra quella esperienza dell’allenatore sotto tutti i punti di vista, che poi si sente. La gestione dei giocatori, su chi fa giocare in certi momenti, la posizione che devono assumere, l’atteggiamento della squadra. Ci sono tante tante situazioni che devono essere considerate, soprattutto quando si parla di Champions League, partita internazionale. Sono quelli i momenti più importanti in cui l’allenatore deve avere davvero una grande grande esperienza, una sensibilità di capire quei momenti e di capire anche il materiale umano che ha in campo da poter e di sapere come utilizzarlo».

Secondo te in questa Juventus ci sono dei leader in campo?«Purtroppo, ahimè, è quello che secondo il mio modo di vedere manca da un po’ di tempo. Dopo che il ciclo Juventus, quel ciclo vincente, è finito, dopo che quei giocatori di un certo peso, non solo peso ma anche nome, hanno smesso, Chiaramente, purtroppo, è quello che in questo momento vedo di più, la mancanza proprio di un vero leader o di leader. In una squadra non ci deve essere uno solo, ma ci deve essere anche di più di uno, perché secondo me quello ti porta a gestire quei momenti difficili, a gestire quelle situazioni. che possono poi presentarsi durante una stagione e che possono compromettere. Bremer sarebbe stato uno di quelli che poteva diventare uno dei leader di questa squadra. Purtroppo si è infortunato e vedo anche Gatti in buona prospettiva, lo era anche lo stesso Danilo, anche molto carismatico, però purtroppo una delle mancanze secondo me di questa squadra è quella. La bravura tecnica non vuol dire che tu sei un leader, quindi secondo me qualcosa di questo tipo manca in questa squadra».

Ti è mai capitato di avere un gruppo squadra, magari quando eri più giovane, in cui mancassero dei leader?«Mi è capitato qualche volta, che magari qualcuno volesse trasformarsi in leader, ma alla fine essere un leader non è un qualcosa che ti deve essere riconosciuto, anche e soprattutto dal gruppo. In certi momenti è capitato che c’erano, erano in troppi secondo me a voler essere leader, però alla fine non era quasi nessuno. Invece c’è bisogno che ci sia un po’ di gerarchia. Magari che ci siano alcuni 3-4 giocatori che sono dei punti di riferimento che servono di traino per la squadra».

Dove il Cagliari può mettere in difficoltà la Juventus e dove la Juventus può mettere in difficoltà il Cagliari?«La Juventus non può assolutamente sottovalutare una squadra come il Cagliari. Il Cagliari dal canto suo è una squadra che si difende molto bene, si chiude e quando riparte, riparte molto bene perché ha dei giocatori veloci, ha dei giocatori giovani, intraprendenti, un po’ arrembanti davanti e se quel giocatore è in giornata positiva, la Juve deve stare molto attenta. Il punto di forza della Juve può essere la rabbia per l’eliminazione della Champions e pensare che tutto sia perso perché secondo me non lo è. Quando tu sei una grande squadra tu devi pensare che il calcio comunque va avanti, la stagione va avanti. Adesso ormai la partita con il Psv si è giocata quindi non torna indietro. Adesso tu ti devi concentrare in quello che è il futuro. Il futuro che cos’è? Il campionato. Secondo me devi finire il campionato in maniera importante. La cosa fondamentale secondo me in questo momento della Juventus è cercare l’allenatore, di capire più in fretta possibile la squadra migliore che gli può dare affidabilità in questo momento e non cambiare tanto per cambiare, ma soprattutto anche recuperare dei giocatori che possono dargli una mano in questo momento e secondo me lo dovrebbe fare. Il discorso Vlaovic va tenuto anche un po’ di più in considerazione. Secondo il mio punto di vista, Io posso anche capire che non è un giocatore che fa parte del progetto, del tuo progetto, anche future robe varie. In questo momento lui è un giocatore della Juventus e per me un po’ di considerazioni in più potrebbe fargli bene anche».

Impressum des Publishers ansehen