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·27. Juni 2025

Inter, da Materazzi a Pio Esposito: quando la Serie B è decisiva

Artikelbild:Inter, da Materazzi a Pio Esposito: quando la Serie B è decisiva

I precedenti in casa Inter di calciatori esplosi dopo prestiti in Serie B come accaduto con Pio Esposito in Serie B. Tutti i dettagli

Il gol al River Plate è stato un lampo, un concentrato di tutto ciò che è e può diventare Francesco Pio Esposito: forza fisica per proteggere palla, nervi saldi per resistere al ritorno del difensore e la freddezza di un veterano per battere il portiere. Un gol da Inter, segnato da un ragazzo che domani compirà vent’anni ma che ragiona già da Inter. L’abbraccio con il fratello Sebastiano, che quella maglia l’ha indossata e sognata, ha chiuso un cerchio. Adesso, il club sembra aver deciso: Pio resta qui. Dopo una stagione di fatica e crescita in Serie B con lo Spezia, la gavetta è finita. È il momento di dimostrare di essere pronti, di sfruttare l’occasione, un mestiere che accomuna gli attaccanti ai giovani talenti.La storia dell’Inter, d’altronde, è ricca di campioni che, proprio come Esposito, hanno dovuto fare un passo indietro in provincia, nel campionato cadetto, per poi spiccare il volo e diventare protagonisti in nerazzurro. Un percorso che ha forgiato uomini e giocatori, dimostrando che la via per San Siro a volte passa per i campi più difficili della Serie B.

L’esempio più iconico è senza dubbio quello di Marco Materazzi. Prima di diventare “Matrix”, un eroe del Triplete e campione del Mondo, il suo percorso fu tutt’altro che lineare. Dopo gli inizi al Perugia, fu proprio in Serie B con il club umbro, tra il 1995 e il 1998 (con una parentesi al Carpi), che costruì la sua fama di difensore roccioso e implacabile. L’Inter lo acquistò nel 2001, ma la sua consacrazione non fu immediata. Fu solo dopo aver assaggiato anche la Premier League con l’Everton che tornò a Milano per diventare una colonna portante, un leader carismatico capace di incarnare lo spirito interista più di chiunque altro. La sua storia insegna che il talento, a volte, ha bisogno di strade tortuose e di un carattere forgiato nelle battaglie del campionato cadetto per potersi imporre ai massimi livelli.Un’altra favola a lieto fine è quella di Goran Pandev. Il macedone, arrivato giovanissimo nel settore giovanile dell’Inter, sembrava uno dei tanti talenti destinati a perdersi. La svolta della sua carriera avvenne proprio in un club che Pio Esposito conosce bene: lo Spezia. Nella stagione 2002-2003, l’Inter lo mandò in prestito in Liguria, allora in Serie C1. Fu un’annata fondamentale, in cui Pandev trovò continuità e gol, mostrando lampi di quel talento che lo avrebbe poi portato a vincere tutto. Dopo Spezia, il suo percorso lo portò ad Ancona e poi alla Lazio, dove esplose definitivamente. Sembrava un capitolo chiuso con l’Inter, ma il destino aveva altri piani. Nel gennaio 2010, José Mourinho lo rivolle fortemente a Milano. Pandev tornò da giocatore maturo e fu subito decisivo, diventando un titolare inamovibile di quella squadra leggendaria che conquistò il Triplete. Un ritorno trionfale, nato da quella lontana stagione di crescita in provincia.Meno celebrato ma altrettanto significativo è il percorso di Marco Andreolli. Prodotto del vivaio nerazzurro, difensore elegante e promettente, anche lui dovette affrontare l’esame della Serie B per completare la sua maturazione. L’Inter lo mandò in prestito al Vicenza nella stagione 2005-2006, un’esperienza che si rivelò cruciale per la sua crescita. Lì, in un campionato fisico e competitivo, Andreolli divenne un titolare, affinando le sue doti difensive e accumulando un’esperienza preziosa. Sebbene la sua carriera lo abbia poi portato a vestire altre maglie importanti, tra cui Roma e Siviglia, tornò all’Inter in più occasioni, facendosi sempre trovare pronto e contribuendo con professionalità alla causa, vincendo anche uno scudetto da comprimario nel 2006-07.Queste storie, diverse ma unite dal filo comune della gavetta, rappresentano un sentiero battuto che oggi Pio Esposito si appresta a ripercorrere. La stagione allo Spezia, pur conclusasi con una delusione di squadra, gli ha dato muscoli, esperienza e la consapevolezza di poter competere ad alti livelli. Ora, come Materazzi, Pandev e Andreolli prima di lui, ha l’occasione di trasformare il sudore della Serie B nell’oro di San Siro.

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