Calcio e Finanza
·31. Juli 2025
I Del Vecchio valutano di cedere le quote in Mediobanca, Generali e UniCredit: i soci di Delfin al voto

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·31. Juli 2025
Il futuro di Delfin e delle sue partecipazioni in Mediobanca (20%), Generali (10%) e UniCredit (2,7%) è appeso al voto degli otto eredi di Leonardo Del Vecchio che saranno chiamati oggi a votare all’assemblea di bilancio della finanziaria. Sul tavolo dei grandi azionisti di Delfin c’è un piano proposto da alcuni soci che prevede la dismissione degli asset non core e il mantenimento della sola partecipazione in EssilorLuxottica.
Come spiega Il Sole 24 Ore, l’obiettivo sarebbe quello di portare al test dei voti un accordo che prevede in cambio della rinuncia da parte di quattro eredi al beneficio di inventario, il via libera alla distribuzione di un dividendo di 8 miliardi. Un impegno da eseguire con la vendita delle partecipazioni finanziarie e non con il ricorso al debito.
Tale delibera, per passare il test dell’assemblea, avrebbe bisogno del voto favorevole di sei soci sugli otto complessivi. L’intesa, inoltre, passerebbe anche dalla votazione sulla modifica della governance della società. La certezza è che le partecipazioni detenute da Delfin viaggiano ai massimi e se il vero obiettivo della proprietà è quello di ricavare il maggior guadagno per poi gestire autonomamente gli investimenti, il momento è particolarmente attraente.
Se questa volta l’accordo fosse sigillato, lo stesso avrebbe due risvolti significativi. In primo luogo, servirebbe anche a chiudere una volta per tutte la questione dell’eredità, accettata con beneficio di inventario da quattro soci su otto. La seconda conseguenza, toccherebbe gli equilibri dei principali gruppi finanziari attualmente partecipati da Delfin, dalle Generali fino alla stessa Mediobanca, su cui, secondo alcune fonti, una eventuale valorizzazione sarebbe messa in agenda solo dopo il perfezionamento dell’Ops di Mps.
Il peso delle partecipazioni finanziarie sul valore di Delfin è significativo e negli ultimi anni è salito vertiginosamente. Tre anni fa, quando è scomparso Leonardo Del Vecchio, le partecipazioni in Mediobanca, UniCredit e Generali valevano tutte insieme 6 miliardi, su un valore di Delfin pari a 26 miliardi. Oggi quello stesso pacchetto, a cui di recente si è aggiunta la quota del 9% in Mps, vale il doppio su un valore di Delfin di 50 miliardi.