Calcio e Finanza
·24. März 2025
FIFPRO rivoluziona la gestione dei dati: ecco la piattaforma che cambia il calcio

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·24. März 2025
Articolo a cura di Luca Ferrari (Partner di Withers, Responsabile globale del settore sport) e Jacopo Liguori (Partner di Withers, Responsabile del team di proprietà intellettuale, tech e privacy)
I dati personali dei calciatori sono diventati fondamentali per analizzare le prestazioni e prevenire infortuni. Fino a oggi, questi dati erano raccolti e gestiti dai club o da terze parti, lasciando ai calciatori poco controllo circa il loro sfruttamento. Il sindacato mondiale dei calciatori ha annunciato con un comunicato ufficiale dell’11 febbraio 2025, il lancio di una nuova piattaforma digitale per la gestione e la monetizzazione dei dati personali dei giocatori, sviluppata in collaborazione con Sports Data Labs. L’iniziativa, denominata FIFPRO Technologies, rappresenta una vera svolta, perché consentirà ai calciatori di archiviare, controllare e condividere i propri dati personali in modo sicuro e trasparente. In che modo questa piattaforma cambierà concretamente la gestione dei dati? Quali vantaggi porterà ai calciatori?
Secondo quanto riportato nel comunicato, la piattaforma avrà l’obiettivo di restituire ai giocatori il pieno controllo sulle informazioni raccolte durante la loro carriera, permettendo loro di decidere chi può accedervi e per quali scopi. Inoltre, offrirà agli stessi giocatori l’opportunità di monetizzazione dei dati, fino ad oggi sfruttati solo da club, aziende di analisi sportiva e altri operatori del settore, spesso senza adeguato consenso e compenso per i titolari.
La raccolta e l’utilizzo dei dati personali dei calciatori è disciplinata da norme statali o, nel caso dell’Unione Europea, dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Il GDPR definisce i dati personali come le informazioni riguardanti una persona fisica identificata o identificabile. Alcuni di questi dati, come i dati biometrici e i dati genetici, godono di una protezione particolare ai sensi del GDPR, in quanto, sono in grado di esplicitare informazioni molto sensibili.
Come sono protetti i dati?
Il GDPR prevede che lo sfruttamento dei dati sia subordinato al rilascio del consenso del soggetto interessato, che deve essere libero e revocabile. Tuttavia, in un contesto lavorativo come quello calcistico, il rispetto di tali requisiti non è sempre garantito.
Inoltre, l’evoluzione dell’intelligenza artificiale ha reso necessario un nuovo regolamento europeo a supporto del GDPR: L’AI Act. Questo regolamento, entrato in vigore il 1° agosto 2024, prevede alcune regole specifiche volte a tutelare il trattamento dei dati personali, attraverso limitazioni all’uso dei sistemi di intelligenza artificiale (IA) per l’identificazione biometrica remota.
Quali sono i rischi generati dalle applicazioni dell’IA?
Nel calcio, l’utilizzo dell’IA come strumento per la raccolta dei dati fa sorgere alcune problematiche di non poco conto. Innanzitutto, qualora un algoritmo analizzi le prestazioni dei giocatori per valutare il loro stato di forma o il rischio di infortuni, deve essere chiaro come e su quali dati si basa tale strumento per evitare informazioni c.d “a scatola chiusa”. Nella medesima logica, se i dati personali vengono usati nei trasferimenti o nei rinnovi contrattuali, bisogna evitare che gli algoritmi penalizzino alcuni giocatori per effetto di parametri errati o producendo risultati fuorvianti. In sostanza, quindi, chi sviluppa e utilizza questi strumenti deve garantire che siano affidabili, verificabili e sicuri, per evitare manipolazioni o errori con potenziale impatto sulle carriere degli atleti.
Luca Ferrari (Partner di Withers, Responsabile globale del settore sport)
Nel panorama calcistico non esiste una normativa sportiva internazionale che disciplini la raccolta, lo sfruttamento e la condivisione dei dati personali, e questo crea incertezze e zone d’ombra. Esistono alcune normative non armonizzate che in maniera imprecisa obbligano i club a detenere i “medical records” dei calciatori, contenenti principalmente dati relativi alla salute e ai precedenti infortuni. In Italia, sulla base di specifica previsione legislativa, le Norme Organizzative Interne della FIGC impongono ai club di predisporre una cartella clinica del giocatore. Allo stesso modo, a livello internazionale, le UEFA Medical Regulations impongono ai calciatori e ai medici delle squadre che partecipano alle competizioni UEFA di predisporre e possedere “medical record” aggiornati con cadenza almeno annuale. Queste cartelle contengono informazioni minime sullo stato fisico e medico dei giocatori e, mentre in Italia sono obbligatoriamente trasmesse al nuovo club in caso di trasferimento del calciatore, tale obbligo non sussiste nei trasferimenti internazionali.
Le informazioni contenute in questi documenti dovrebbero limitarsi a dati essenziali, quali peso, altezza, precedenti infortuni, e non includere, ad esempio, dati prestazionali, come i livelli di ossigenazione, la velocità di recupero, la forza muscolare, la velocità di corsa, la potenza di tiro ecc. Fino ad ora, la zona d’ombra e di probabile illecito ha riguardato proprio questi dati prestazionali avanzati, che vengono raccolti dai club o da enti terzi senza un effettivo controllo consapevole dei calciatori.
Quali sono i principali dati personali dell’atleta sistematicamente raccolti dal club di appartenenza?
Tra questi tipi di dati, quelli che assumono più valore per club e società terze (es. società di scommesse o produttori di videogiochi) sono sicuramente i dati biometrici e di tracciamento, i quali riguardando l’immagine nonché la performance fisica e tecnico-tattica del calciatore.
L’avvocato Jacopo Liguori (Partner di Withers, Responsabile del team di proprietà intellettuale, tech e privacy)
L’assenza di una disciplina chiara e uniforme sulla gestione dei dati ha già spinto in passato calciatori e associazioni rappresentative a mobilitarsi per difendere i propri diritti. Nel 2021, circa 850 calciatori professionisti hanno avviato nel Regno Unito il Project Red Card, un’azione legale collettiva contro l’uso non autorizzato e la commercializzazione dei loro dati personali da parte di aziende di scommesse, piattaforme di raccolta di dati sportivi e società di analisi statistica.
Nel 2023, il team di avvocati che guida l’iniziativa ha inviato 17 Letters Before Action a diverse società coinvolte, intimando loro di cessare lo sfruttamento illegittimo dei dati dei giocatori e preannunciando possibili azioni legali. La contestazione è ancora nella fase precontenziosa, però ha contribuito a portare al centro dell’attenzione il problema dello sfruttamento, non autorizzato né regolamentato, dei dati dei calciatori. In questo scenario, l’iniziativa annunciata dalla FIFPRO, potrebbe diventare un vero game changer.
Come potrà essere utilizzata la piattaforma? E chi potrà trarne vantaggio?
Con la nuova piattaforma di raccolta dei dati introdotta da FIFPRO, i calciatori potranno creare e gestire un loro asset di dati personali, e quindi:
Anche i club potrebbero giovare dei benefici garantiti da una maggiore trasparenza, certezza e accuratezza dei dati. Si pensi al caso dell’ex difensore del Napoli Kalidou Koulibaly, il quale raccontò che, al suo arrivo, Aurelio De Laurentiis rimase sorpreso nel constatare che la sua altezza reale fosse 1,86 cm, e non 1,92 cm come riportato su diverse piattaforme. Il presidente ironizzò sul fatto che avrebbe dovuto ricevere un rimborso dal Genk, club cedente. Con la nuova piattaforma, errori di questo tipo saranno impossibili.
In futuro i club potrebbero usare la piattaforma per filtrare i calciatori in base alle caratteristiche fisiche e tecniche e la combinazione di dati potrà magari generare un indice universale, in grado di far oscillare in positivo o in negativo il valore di mercato dei giocatori.
L’iniziativa di FIFPRO e Sports Data Labs potrebbe cambiare radicalmente la gestione dei dati personali nel calcio, mettendo i giocatori al centro del sistema e offrendo loro nuove opportunità economiche. Ovviamente le nuove tecnologie utilizzate per la raccolta e l’elaborazione dei dati dovranno sempre rispettare le regole sulla privacy (GDPR) e sull’intelligenza artificiale (AI Act) per garantire trasparenza, sicurezza e tutela dei diritti degli atleti. Sarà importante trovare una coesione che consenta alle federazioni, ai club e ai calciatori di implementare i quadri regolatori e di contrattazione collettiva, in modo tale da rendere la novità conveniente per tutti gli stakeholders. Il calcio è pronto per questa svolta digitale? Lo scopriremo presto.