â˜đŸŒ Fabregas: “Strefezza lo vorrei con me dall’Eccellenza alla Champions. Adesso serve continuità” | OneFootball

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·3. Mai 2025

â˜đŸŒ Fabregas: “Strefezza lo vorrei con me dall’Eccellenza alla Champions. Adesso serve continuità”

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Cesc Fabregas, grazie alla vittoria per 1-0 con cui ha espugnato il Tardini di Parma, si Ăš portato in decima posizione. Il tecnico Ăš intervenuto in conferenza per parlare della partita. Riprendiamo quanto detto da TMW:

Strefezza – “Strefezza lo porterei con me in ogni categoria, dall’Eccellenza alla Champions. E’ un ragazzo d’oro, prima della partita l’ho detto nella riunione tecnica, mi ha fatto male non metterlo nell’undici, meriterebbe sempre di giocare. Gliel’ho detto perĂČ, mi fido di lui e sapevo che entrando avrebbe fatto vincere la partita. E’ un giocatore da squadra, se si vuole far nascere un progetto forte lui Ăš l’uomo giusto“.


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Obiettivo – “L’obiettivo ù dare continuità, crescere in continuità. Siamo una squadra forte, ben organizzata, con identità e valori tecnici. Ora bisogna crescere in mentalità, anche oggi si poteva far meglio a livello individuale. Sapere quando fare un fallo, quando perdere qualche secondo, quando accelerare e quando rallentare: questo ù competere. Siamo una squadra giovane, c’ù tanto lavoro da fare ma sono contento e fortunato ad avere questo gruppo“.

Squadra – “La squadra sta crescendo, sa leggere meglio le partite, quando si difende la linea rimane alta, stiamo giocando contro squadre che vanno con palla lunga verso l’attaccante ultimamente contro di noi, e lo stiamo gestendo molto. L’Atletico non Ăš in semifinale perchĂ© Alvarez Ăš scivolato, Terry non ha vinto la Champions, la linea tra vincere e perdere Ăš molto sottile. Tutti gli allenatori ora sono molto preparati a questi livelli, vince chi ha piĂč qualitĂ  o chi come noi oggi ha un po’ piĂč fortuna. La figura dell’allenatore Ăš stressante, sei l’immagine del club quando vinci e quando perde, di fronte a calciatori, dirigenza, stampa e tifosi. Bisogna gestire diverse cose. Il lavoro di squadra da famiglia a Como Ăš ottimo, sono contento. Ringrazio i ragazzi, senza la loro mentalitĂ , disciplina e coraggio sarebbe impossibile. Dobbiamo migliorare tante cose, piccoli dettagli che ci porteranno avanti“.

Calcio italiano – “Il calcio italiano Ăš molto difficile, analizzare le sfide e vincere Ăš complicato. Lo ha detto Fonseca, tante persone che hanno piĂč esperienza di me. Assieme alla Liga e alla Premier Ăš il campionato piĂč competitivo, lo posso dire perchĂ© ho giocato e allenato qua e giocato diversi anni in Spagna e Inghilterra. Il catenaccio italiano non esiste, tutte ti vengono a pressare. Oggi abbiamo dovuto fare una partita di gioco posizionale, perchĂ© il Parma non pressava, ma quando ti pressano uomo su uomo non si gioca. La soluzione diventa quindi palla lunga e lottare sulla seconda palla. Giocando cosĂŹ perĂČ si fa tennis o rugby, diventa 50% e 50%, per questo cerco sempre soluzioni per risolvere queste cose. Se un domani mi troverĂČ in altri campionato dovrĂČ lavorare su altre cose, qua Ăš come uscire dal pressing. L’allenatore deve analizzare gli avversari e dare a ogni giocatore che soluzioni dare, deve esserci dinamismo in mezzo al campo e dinamiche pronte, altrimenti contro avversari forti fisicamente non si va da nessuna parte. Sto imparando tantissimo in Italia, questo calcio mi sta insegnando“.

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