ESCLUSIVA PSB – Juve Stabia, Pierobon: “Pagliuca fondamentale. Obiettivo salvezza, ma sognare è il bello della vita” | OneFootball

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·20. März 2025

ESCLUSIVA PSB – Juve Stabia, Pierobon: “Pagliuca fondamentale. Obiettivo salvezza, ma sognare è il bello della vita”

Artikelbild:ESCLUSIVA PSB – Juve Stabia, Pierobon: “Pagliuca fondamentale. Obiettivo salvezza, ma sognare è il bello della vita”

Serenità, coinvolgimento, passione condivisa e unità di intenti sono elementi fondamentali a valorizzare qualsiasi tipologia di gruppo. Uno spogliatoio, aggregazione di persone per antonomasia, non fa eccezione. Nella rigogliosità che sta caratterizzando la stagione della Juve Stabia, gli ingredienti appena menzionati pulsano per importanza. Una compattezza umana e calcistica utile, di conseguenza, a valorizzare le eccellenti individualità presenti, favorendone gli encomi. Christian Pierobon, senza alcun timore di esagerazione, è uno dei diamanti di un gruppo che luccica tanto e costantemente. Centrocampista che viaggia verso la completezza, è rapidamente diventato uno dei migliori interpreti – con riferimento all’intera Serie B – dei tanti compiti della mediana. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, sono stati diversi i temi trattati con il classe 2002.

Il rapporto tra il rendimento e l’aspettativa pone – senza alcun dubbio – la Juve Stabia sul podio delle migliori squadre di questa Serie B. Il vostro non è un miracolo, bensì il risultato della mescolanza tra lavoro, qualità dei calciatori e grandezza dell’allenatore. Che aria si respira nello spogliatoio?


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“Nello spogliatoio c’è un’atmosfera elettrizzante, fatta di passione e determinazione. Tutti noi ci impegniamo con grande sacrificio, siamo consapevoli che il successo di una squadra è il frutto del lavoro portato avanti, ed è questa la strada che seguiamo. C’è grande amicizia, dentro e fuori dal campo, a suggellare il tutto. Il nostro è un gruppo affiatato, condividiamo ognuno degli obiettivi e gestiamo insieme qualsivoglia declinazione di emotività, positiva o negativa che essa sia”.

La vostra identità tattica è un’arma che esibite con costanza e risultati: cosa vuol dire, per voi, essere allenati da Guido Pagliuca?

“Essere allenati dal mister è un’esperienza veramente coinvolgente. Da lui sto imparando e facendo mie dinamiche sotto ogni aspetto del gioco, ci trasmette una passione enorme per quello che fa e, aggiungo, è magistrale nel saper valorizzare le qualità dei calciatori che ha a disposizione. È un allenatore che chiede sacrificio e determinazione, ma così facendo riesce a far sentire importante tutti i calciatori della rosa. Prima di ogni gara si tocca con mano l’adrenalina che ha in corpo, è contagiosa e, a mio avviso, aiuta a far comprendere quanto sia importante ogni partita”.

Soffermiamoci su di te: sei arrivato a metà stagione durante la cavalcata trionfale in Serie C, per poi consacrarti come uno dei migliori centrocampisti di una categoria, la Serie B, dove non avevi mai giocato. Ti aspettavi di poter impattare in questa maniera ed essere, sin da subito, così determinante?

“Mi piace puntare in alto, sono molto critico con me stesso e pretendo sempre il massimo. Mi impegno al massimo ogni giorno, sia in campo che fuori, perché voglio continuare a crescere umanamente e calcisticamente. Ti dirò, secondo me non bisogna ragionare sull’aspettativa ma contestualizzare le situazioni: qui ho trovato un ambiente ideale, che trasmette passione e serenità. Questi sono fattori che aiutano, senza alcun dubbio, un calciatore a lavorare al meglio. Sono fiero di come stanno andando le cose, ma non ho intenzione di fermarmi”.

Analizzando il tuo percorso si percepisce una netta crescita in termini di coinvolgimento nelle situazioni: da centrocampista con licenze prevalentemente offensive sei diventato un magnifico interprete di circostanze. Sei praticamente ovunque: costruisci, recuperi palloni, rifinisci, corri tanto e bene. Che lavoro stai portando avanti con il mister per raggiungere sempre nuovi picchi di rendimento?

“Penso di essere sempre stato un calciatore con queste caratteristiche, ma probabilmente prima ciò era meno percepibile, di conseguenza mister Pagliuca è stato fondamentale per farmi comprendere ancora meglio il mio potenziale. Il mio obiettivo è sempre stato quello di diventare un centrocampista completo, dunque sono felice che si veda quest’evoluzione. Alla base di tutto c’è la grande passione che ho per questo sport, abbinata alla costante voglia di migliorarmi, che porto in campo ogni giorno in campo”.

Ti chiedo un eventuale aneddoto: questa tua evoluzione tecnico-tattica è stata fisiologica oppure c’è stato un momento in cui con il mister avete capito di poter esplorare questa via?

“Secondo me è stata un’evoluzione piuttosto naturale. Sono un giocatore a cui piace correre, sacrificarsi per la squadra e vivere il duello con l’avversario come un momento decisivo. Ogni pallone, nel mio modo di intendere il calcio, è il più importante della partita. Mi considero duttile, dunque, sommando tutti questi elementi, con il mister abbiamo approfondito qualcosa che già era dentro di me, agevolando un miglioramento su tutti gli aspetti, con la palla o senza”.

Una curiosità: chi è, oggi, il tuo riferimento calcistico?

“Domanda un po’ difficile, ma mi piacciono molto Barella e Tonali”.

La più classica delle conclusioni: l’obiettivo dichiarato della Juve Stabia è la salvezza, ma sognare è una possibilità che vi siete dati?

“Certo. Sognare è il bello della vita, dunque sì, è una possibilità che ci siamo dati”.

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