Calcio e Finanza
·21. Mai 2025
Carte spericolate e impegni fantasma: così il Brescia rischia la Serie C

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·21. Mai 2025
Una delicata transazione con il Gruppo Alfieri. E’ quella che ha messo il Brescia di Massimo Cellino in odore di penalizzazione in Serie B e, di conseguenza, a rischio retrocessione Serie C. «Abbiamo chiesto 2,4 milioni in crediti d’imposta e loro hanno trattenuto circa il 15%. C’era chi ci offriva il 25%, quindi uno sconto maggiore, ma il nostro fiscalista era tranquillo, aveva garanzie dalla Banca d’Italia: ora è disperato», ha raccontato il patron dei lombardi in un’intervista.
Tuttavia, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, qualche campanello d’allarme c’era. Il Gruppo Alfieri non ha un sito internet, e nella storia non è stata effettuata nessuna operazione nota. Il 100% della società (nata a ottobre 2024) è formalmente in mano a Gianluca Alfieri, un ragazzo di 25 anni della provincia di Avellino che non ha alcuna esperienza nel settore della cartolarizzazione dei crediti.
La struttura gestionale – spiega il quotidiano – è ridotta invece ai minimi termini, senza dipendenti e con un solo amministratore, cioè lo stesso proprietario. La sede è in via Monte Napoleone 8 a Milano (grande e lussuoso palazzo acquistato da Kering per 1,3 miliardi, edificio sul quale aveva messo gli occhi il Qatar nei mesi scorsi), ma nessuno ne ha mai sentito parlare.
La pratica per accreditare il Gruppo Alfieri come controparte del Brescia è legata a un altro aspetto opaco: il misero capitale sociale (25mila euro) garanzia ultima che offre una società. Gianluca Alfieri l’ha sottoscritto con un vaglia postale circolare non trasferibile. Immaginare che un ragazzo di 25 anni senza esperienza in operazioni finanziarie sia riuscito a “fregare” Cellino è arduo, eppure sembra che anche altri (il Trapani, per esempio) siano caduti nella rete.
Il club assicura di aver acquistato crediti di imposta dal Gruppo Alfieri, scontati del 15% per pagare i contributi relativi a novembre, dicembre, gennaio e febbraio per oltre 1,4 milioni, che per l’Agenzia delle Entrate sono però inesistenti. I legali di Cellino stanno preparando il ricorso alla Procura federale per evitare penalizzazioni e retrocessione. Affermano di avere le contabili dei pagamenti.
Due aspetti vanno ancora ben compresi e derivano da affermazioni dello stesso Cellino: «Hanno ceduto crediti d’imposta per più di 100 milioni a molte aziende», e «il nostro fiscalista era tranquillo, aveva garanzie dalla Banca d’Italia», le parole del patron sulla società.
Il ragazzo venuto da Avellino da ottobre 2024 a oggi avrebbe dunque messo in piedi un giro d’affari da 100 milioni di euro. Ma quali erano le garanzie di Bankitalia visto che il presunto mestiere di Gruppo Alfieri è quello di veicolo per la cartolarizzazione dei crediti ma non esiste il nome Alfieri nell’elenco delle società-veicolo tenuto da Bankitalia? Sono due passaggi fondamentali per definire, eventualmente, il perimetro della presunta truffa.