Caprile: «Lasciare Napoli per Cagliari è stata la scelta giusta per me! Dopo la prima parata i tifosi mi hanno scritto che…» | OneFootball

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·13. Juni 2025

Caprile: «Lasciare Napoli per Cagliari è stata la scelta giusta per me! Dopo la prima parata i tifosi mi hanno scritto che…»

Artikelbild:Caprile: «Lasciare Napoli per Cagliari è stata la scelta giusta per me! Dopo la prima parata i tifosi mi hanno scritto che…»

Elia Caprile, portiere classe 2001 del Cagliari, nella giornata odierna si è racconato tra la stagione appena conclusa e diversi altri temi

Elia Caprile in questa stagione si è affermato come uno degli estremi difensori più affidabili e promettenti del campionato di Serie A (e non solo!). Il portiere classe 2001 del Cagliari, arrivato a gennaio dal Napoli, ha contribuito in maniera decisiva alla salvezza conquistata dalla squadra di Davide Nicola. Quest’oggi Croncache di Spogliatoio ha pubblicato l’intervista relaizzata con Caprile tra la scelta di lasciare la squadra di Antonio Conte e quella di sposare la causa dei rossoblù. Le sue parole:

LA SCELTA DI TRASFERSI A CAGLIARI – «Ho fatto la scelta giusta: lo so, il Napoli ha vinto e non sono campione d’Italia, ma sono andato a Cagliari, in una piazza importante e storica del nostro calcio. Come avevo detto, per me lo Scudetto sarebbe stato salvare il Cagliari. Sono contentissimo di aver scelto i rossoblù: ho trovato un gruppo di persone bellissime, anche chi lavora con la squadra».


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ADDIO AL NAPOLI – «Il ragionamento è stato semplice, io volevo giocatore, era un bisogno fisico che avevp. Il campo e lo stadio pieno, decidere come andrà la partita: sono tuttte cose impagabili, non voglio doverci rinunciare. A Napoli ho giocato 6 partite, in quei 6 mesi sono stato benissimo, sia con il gruppo che con la piazza. Stavamo bene insieme. A dicembre però mi sono guardato allo specchio dicendo: ‘Ok, forse vincerai lo Scudetto, ma riesci a reggere altri 6 mesi senza praticamente giocare?’».

CAGLIARI, SANT’ELIA E LA SARDEGNA – «Secondo me è un dovere del calciatore conoscere e sperimentare la cultura della città in cui va a giocare. A Cagliari il mio nome si è sposato bene con “Sant’Elia”, che da loro è un’istituzione. Dopo le parata all’esordio me lo hanno scritto in tanti. Il quartiere dove sorge lo stadio si chiama così e ho voluto andare oltre: sono andato a visitarlo e mi sono informato. Volevo capire cosa rappresentasse per la città. Mi sono veramente integrato bene a Cagliari. Hanno avuto fiducia in me dopo 6 mesi che non giocavo. Nel tragitto verso San Siro per l’esordio contro il Milan ho proprio pensato: ‘Ok, mi torno a divertire’».

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