Caicedo svela: «Ecco perché non è andata bene la mia esperienza all’Inter. Inzaghi vive il calcio come nessuno, vi racconto quell’aneddoto su di lui» | OneFootball

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·7. Februar 2025

Caicedo svela: «Ecco perché non è andata bene la mia esperienza all’Inter. Inzaghi vive il calcio come nessuno, vi racconto quell’aneddoto su di lui»

Artikelbild:Caicedo svela: «Ecco perché non è andata bene la mia esperienza all’Inter. Inzaghi vive il calcio come nessuno, vi racconto quell’aneddoto su di lui»

L’ex attaccante di Inter e Lazio, Felipe Caicedo, svela alcuni aneddoti e parla dei suoi anni sotto la guida di mister Simone Inzaghi

Intervistato da Fanpage, Felipe Caicedo torna a parlare dei suoi anni alla Lazio e all’Inter, specialmente quelli sotto la guida di Simone Inzaghi.

LA SCARAMANZIA DI INZAGHI – «Il mister era un po’ scaramantico, doveva buttarmi in campo sempre allo stesso tempo ripetendo sempre la stessa cosa, come un rituale. Lui era ed è molto particolare, ma gli andava per fortuna sempre bene e abbiamo vinto parecchio. La Lazio? Un’esperienza meravigliosa. Solo il primo anno è stato di adattamento in una piazza calda, non semplice, passionale, però poi tutto è migliorato e sono stato benissimo. Stiamo parlando di una squadra che mi ha fatto diventare uomo in tutti gli aspetti e ho solo ricordi importanti in biancoceleste».


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CASSANO DICE CHE INZAGHI SIA SCARSO? – «Se lo dice lui magari ha la sua motivazione ed esperienza, ma non può dire che è scarso. Puoi dire qualsiasi cosa ma non che è scarso».

DAVVERO È COSÌ BRAVO INZAGHI? – «Simone vive il calcio come nessuno e sa di tattica più di tutti gli allenatori che ho avuto. Facendo un calcio semplice, ti fa stare bene, ti fa sentire importante. Questa è la cosa più difficile nel calcio attuale. È un passionale, ti fa capire subito che lui vive per il calcio, lo ama e vuole vincere».

UN ANEDDOTO CHE LO RIGUARDA – «Dal primo giorno l’ho visto litigare con Felipe Anderson. Litigò con lui perché non gli era piaciuto l’atteggiamento di Felipe. Dopo 5 minuti fu tutto risate e abbracci, è così. Lui ti fa capire da subito che devi vincere e dare tutto, facendoti sentire coinvolto. In quel senso è il numero uno».

SE HO MAI AVUTO INCOMPRENSIONI CON LUI? – «Solo un paio di volte. Ricordo che a Milano in un’occasione era arrabbiato con tutti. Ma alla Lazio eravamo una famiglia, si litigava ma dopo 10-15 minuti si finiva di nuovo tutti insieme. La forza di Simo è che tutti devono andare nella stessa direzione».

SE MI MERAVIGLIA IL SUO CAMMINO ALL’INTER? – «È un allenatore fortissimo, poi all’Inter è vero che sono tutti fenomeni in ogni reparto, ma si vede il lavoro che sta facendo. L’Inter gioca a memoria non per caso. Il segreto è avere un allenatore e uno staff che vivono per il calcio e per far giocare bene i ragazzi».

IO DURISSIMO CON LA JUVE QUALCHE MESE FA, IL MOTIVO? – «Quando hanno affrontato la Lazio è stata una cosa imbarazzante, non si può giocare così. La Juve è una squadra che condiziona tanto gli arbitri. Vanno in confusione perché è una squadra così importante sul piano mediatico finisce per condizionare. In quella gara ho visto un arbitraggio che non mi è piaciuto».

SE LO PERCEPIVO ANCHE DA CALCIATORE? – «Sì sicuro, sempre. Era un po’ più complicato giocare lì. Noi lo sentivamo, poi ognuno ha le sue sensazioni, ma è una squadra che da tradizione ha dei meccanismi che possono condizionare».

COME MAI NON È ANDATA BENE L’ESPERIENZA ALL’INTER? – «Sono arrivato già male perché non giocavo da tempo. Mi sono allenato ma all’Inter non hai tempo, avevano quattro attaccanti più forti di me e tornare nella dinamica di gruppo è stato un po’ difficile».

LA LAZIO AVREBBE POTUTO VINCERE LO SCUDETTO SENZA COVID? – «Sì, perché eravamo una squadra forte, con una mentalità vincente. La mia sensazione era quella che senza il Covid saremmo arrivati fino in fondo per poter vincere lo Scudetto. Le altre non stavano benissimo, noi eravamo più forti».

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