Bucciantini: «Inter perfetta col Bayern, un miracolo di Inzaghi! A chi lo critica per i cambi dico una cosa e su Frattesi…» – ESCLUSIVA | OneFootball

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·12. April 2025

Bucciantini: «Inter perfetta col Bayern, un miracolo di Inzaghi! A chi lo critica per i cambi dico una cosa e su Frattesi…» – ESCLUSIVA

Artikelbild:Bucciantini: «Inter perfetta col Bayern, un miracolo di Inzaghi! A chi lo critica per i cambi dico una cosa e su Frattesi…» – ESCLUSIVA

Le insidie di Inter Cagliari, la vittoria contro il Bayern e le ambizioni europee raccontate da Marco Bucciantini, in esclusiva a InterNews24

La partita di oggi tra l’Inter e il Cagliari, la straordinaria vittoria dei nerazzurri all’andata dei quarti di finale di Champions contro il Bayern Monaco e le insidie per la sfida di mercoledì a San Siro: questi e tanti altri temi sono stati trattati da Marco Bucciantini in esclusiva a InterNews24. Il noto giornalista ed opinionista Sky Sport ha analizzato così la stagione della squadra di Simone Inzaghi che fino a questo momento è da considerarsi promossa a pieni voti.

Partiamo dalla sfida di oggi: a San Siro arriva il Cagliari che cerca punti salvezza e proverà a sfruttare la stanchezza accumulata dall’Inter per i diversi impegni ravvicinati di questo mese di aprile. Quali sono le insidie di questo match?«È chiaro che tutti questi impegni ravvicinati creino una gestione mentale dell’appuntamento difficile. Tra partita, viaggio, rifinitura, poi di nuovo partita e viaggi… L’Inter però è “La squadra della Serie A”. È stata brava a costruirsi questo modo di stare nel calcio, che gioca per tutte le competizioni, lo fa bene, le porta in fondo e gioca per obiettivi massimi. Ci è abituata come società, come allenatore, giocatori e ambienti, quindi scende a patti con le partite. Sa che non potrà mai essere la versione massima di sé stessa perché deve dare qualcosa in diverse partite in una settimana, però è sempre massima la concentrazione di chi gioca. I concetti sono ben piantati dentro in tutto lo spogliatoio, se c’è qualcuno o qualcun altro non è la stessa partita ma faranno sempre grosso modo l’Inter.


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Serve l’Inter perché la mia idea è che il calendario in questa Serie A dice e non dice. Solo il Monza in questo momento sono 3 punti, tutte le altre squadre son sempre partite contestate fino al 90esimo. Possono essere scontri diretti, partite contro il Cagliari o come recentemente successo col Parma o con l’Udinese, il Venezia e il Como per il Napoli. Sono partite sempre contestate da tutti gli avversari, partite da finire. Vuol dire che il calendario non fa così tanta differenza, è l’espressione di queste squadre più forti che fa la differenza: se giocano bene poi in qualche modo le vincono, ma comunque devono spingere fino alla fine, sia che fosse stato il derby col Milan o che si chiami Cagliari. È difficile, ma lo è come qualunque partita che dovrà fare l’Inter così come il Napoli. Il Napoli è un’altra squadra che gioca benissimo, come è successo ultimamente, col primo tempo col Milan ma anche col primo tempo a Bologna… Poi al novantesimo il risultato è ancora lì in discussione. Persino con la Fiorentina al 90esimo erano sul 2 a 1: son tutte contestate le partite. L’Inter in più ha un vantaggio che è “La squadra”: si può usare l’articolo determinativo».

Simone Inzaghi, andando incontro anche ad alcune critiche, ha continuato sulla sua strada operando un turnover quai scientifico, gestendo il minutaggio e le energie dei propri calciatori. Anche oggi sono previsti diversi cambi nella formazione: è questo il momento della stagione in cui si chiede qualcosa in più alle seconde linee?«Fa benissimo a farlo, fa quello che farebbe qualsiasi allenatore di una squadra in lotta per questi obiettivi, con un torno Champions che non è più il girone eliminatorio. Giocano dopo 3 giorni quindi fa quello che deve fare. Io non ho mai contestato il turnover scientifico di Inzaghi, giocano tutti! A volte uno gioca 65 minuti, altre 30 o 20 ma son sempre i soliti 17-18 giocatori che giocano. Alla fine dell’anno vedrai che i più forti avranno avuto il minutaggio maggiore. Il problema di Inzaghi è stato uno solo, ovvero gli infortuni. Specie in una zona del campo che è quella degli esterni. Questo ha semplicemente diminuito il valore della prestazione della squadra e l’ha costretto a dover fare cambi non in vantaggio 3 a 0 ma con partite sempre aperte. Ma lui i cambi li voleva e li doveva fare!

Ultimamente è stato contestato perché ha tolto Calhanoglu e Lautaro, ma loro due hanno avuto infortuni muscolari nell’ultimo periodo. E non si scherza! Se hanno una ricaduta perché fanno 10 minuti in più in campo, te li sei persi per la volata di Champions e quella per lo scudetto e non ci dormi più la notte! Semmai, se proprio bisogna dirgli qualcosa sul Parma, quando ha segnato il Parma io avrei aspettato 3 minuti per non dare due messaggi così ottimisti all’avversaria in pochi minuti. Segno, faccio il 2 a 1, vedo uscire dal campo la faccia di Lautaro e quella di Calhanoglu, sono due segnali di ottimismo per chi ti deve rincorrere che hanno creato un effetto positivo nel Parma: ecco, invece che al 65esimo li avrei fatti al 70esimo ma li avrei fatti. Li deve fare. Se si fa male uno di questi giocatori e perde il prossimo mese, davvero non fai pace con te stesso. Poi mi sembra che quello che ha sempre fatto scientificamente Inzaghi poi man mano si sia diffuso, come togliere i giocatori ammoniti… I giocatori li ha e cerca di gestirli, sapendo che perde qualcosa in qualche situazione, ma è un calcolo che fa sul lungo periodo. Come si fa a contestate un calcolo sul lungo periodo se questo allenatore adesso è in corsa per tutti gli obiettivi?! Vuol dire che ha avuto ragione lui, stop»

A proposito di seconde linee, la rete realizzata da Frattesi contro il Bayern Monaco può essere la svolta della sua stagione dopo un’annata complicata anche per via di alcuni problemi personali (su tutti i problemi di salute della nonna che è venuta a mancare proprio poche ore prima della partita contro i bavaresi)?«Sicuramente è stato un anno più turbolento per Frattesi, per motivi extracampo e anche per esigenze sue: è un giocatore protagonista e forse voleva giocare, sicuramente c’è anche questo. I suoi desideri che hanno fatto un po’ a cazzotti con la realtà. C’è stato un periodo, quello invernale, in cui era un po’ mancato il suo contributo dal punto di vista delle energie mentali alla partita, perché probabilmente in quel momento mancava anche il suo contributo mentale all’avventura Inter. Già prima del Bayern per me lui era tornato protagonista, nel suo modo di stare in campo: aveva segnato anche contro l’Udinese, era tornato interista 100% già da un po’ di tempo. E in questo mese dove probabilmente 1 partita su 3 ce l’hai da titolare e un’altra ne giochi 40 o 30 minuti, in questo momento ti senti un titolare ed accadrà sempre in partite decisive. In questo mese lui si risente protagonista come voleva essere. È un giocatore di grande positività in campo: se sta bene, se è sereno, ti sa dare tutto quello che ti può dare. È un grandissimo attaccante: la mia definizione per lui è che è “un attaccante di centrocampo”. Le cose più belle che fa le fa proprio da attaccante. Ha un tocco dentro l’area da bravo attaccante, non da attaccante normale!».

Che partita è stata quella dell’Allianz Arena? Quali sono i meriti di Inzaghi e che partita servirà mercoledì a San Siro per il ritorno?«La partita a Monaco per me è stata perfetta. È stata pensata in un modo e giocata nello stesso modo, sapendo che col Bayern puoi anche subire gol. Ma l’Inter si è sempre costruita delle occasioni, è riuscita a tornare in vantaggio nel momento più difficile, quando il campo si stava un po’ inclinando verso Sommer. Ma sono riusciti a rimanere attivi sui contropiedi perché mentalmente erano dentro la partita. Nel primo tempo, soprattutto nella seconda parte, in campo erano superiori a livello tecnico e tattico. Inzaghi ha raccontato di una palla da recuperare, un palleggio da consolidare palleggiando bassi per poi fare in modo che si creassero spazio dietro i difensori: se guardi un paio delle occasioni dell’Inter sono state proprio come sognate prima. Il recupero palla sulla trequarti, il palleggio prolungato e poi la palla dove si creava lo spazio. L’occasione del bellissimo assist di Barella per Lautaro lo racconta bene, ma è stato fatto anche in caso del gol. Io credo che l’Inter abbia studiato bene la partita da fare e l’abbia fatta benissimo. La partita di Monaco è un capolavoro di Simone Inzaghi e della squadra però, come sempre quando giochi contro le grandi squadre, questa partita finisce a San Siro al 98esimo, non finisce prima. Sarà un ritorno di un indicibile equilibrio e sofferenza, non finisce prima del fischio finale. Non è un vantaggio che ti dà la possibilità di essere già qualificato. Il Bayern è una squadra di livello e mentalità internazionale, non subisce il compito di dover fare un’impresa in trasferta. Da lì in avanti direi che le percentuali sono del 25% ciascuna: è la prima Champions degli ultimi anni dove non c’è il faro. È uscito il Liverpool, è uscito il City, uscirà il Real Madrid… Se uscirà il Real Madrid, in semifinale saranno 4 squadre col 25% di possibilità di vittoria. Nessuno potrà dire che è favorito l’altro, ognuno dovrà prendersi la sua quota. È la Champions più equilibrata di sempre».

Inter che, per ammissione di Inzaghi, proverà ad andare avanti su tutti i fronti sognando uno storico Triplete bis. Pensa che sia un traguardo raggiungibile? E poi, crede al fatto che gli stessi calciatori abbiano stretto una sorta di patto nello spogliatoio prediligendo la vittoria della Champions rispetto agli altri obiettivi?«Che si abbia una preferenza Champions, magari quest’anno sì. Il campionato si è messo in un modo in cui è passato un racconto truccato: lo perde l’Inter! O lo vince l’Inter o lo perde l’Inter, come se fosse l’unica squadra con l’obbligo di vincere il campionato. L’Inter ha questo ruolo semplicemente perché è più brava, più competitiva, più brava come società e come gruppo tecnico. È diventata più squadra e migliore come giocatori. Pero è passato questo discorso. Ad inizio anno era evidente una mentalizzazione per andare avanti in Champions, non per vincerla, ma per fare una bella Champions. Ora però c’è tutto da competere e da fare. Come fai a sacrificare la Coppa Italia se significa perdere un derby? Se ci pensi, ormai l’Inter è in un mese in cui si giocherà tutto e questo è un traguardo già raggiunto. L’Inter è arrivata a Pasqua con tutti i grandi obiettivi davanti, ce l’ha già fatta: in questo la sua stagione per certi versi è già salva. Poi però, siccome è insopportabile dover sentire tutti quelli che ti rinfacciano gli obiettivi persi, adesso qualcosa la deve anche vincere. Ma per me l’Inter ha già onorato le competizioni. Se anche all’inizio aveva questa preferenza per andare avanti in Champions, adesso son tutte lì da giocare, non sacrificherà niente. Non so come finirà però la dimostrazione di questa squadra è già importante, ci è già riuscita. Non ho dubbi che qualcosa di bello succederà ma non so nemmeno tirare ad indovinare quale, dove e quando. È una squadra che le vittorie le attrae».

Nella giornata di ieri è arrivata l’ufficialità del rinnovo di contratto di Pio Esposito fino al 2030. L’attaccante che quest’anno è esploso in Serie B con lo Spezia può diventare il futuro centravanti della Nazionale e dell’Inter? Nazionale che, va detto, al momento non sembra passarsela male a livello di attaccanti con Kean e ReteguiKean è di un altro livello rispetto a tutti, anche Retegui lo è rispetto a Pio Esposito. Però è una notizia importante. Io penso che l’Inter in organico per l’anno prossimo debba rifare tutta la parte a rimorchio di Lautaro e Thuram. Deve prendere quindi 3 attaccanti. Perché Arnautovic va congedato con gli onori di servizio, ha dato tutto quello che rimaneva per lui però ha un’anagrafe. Gli altri due sono stati deludenti, non so nemmeno se sono riproponibili, se Taremi ha mercato… L’Inter secondo me 3 attaccanti deve farli, con caratteristiche diverse dal punto di vista tecnico e anagrafico. Siccome un giocatore giovane e italiano nel roster dell’attacco dell’Inter secondo me ci vuole, io firmo per Pio Esposito! Se devo prendere Lucca, ho Esposito. Se devo andare a spendere soldi per un giocatore con quelle caratteristiche prendo quello che ho in casa, e se ancora non è a livello e non ha quella esperienza lì, gliela faccio fare. Sto parlando di 5 attaccanti, quindi anche di un minutaggio che può partire basso e andare in crescita. Nella mia idea non spenderei soldi per il quinto attaccante, mentre per gli altri due bisognerà ragionarci e andare a giro per l’Europa. Se non trovi parametri zero qualcosina bisognerà spendere».

Si ringrazia Marco Bucciantini per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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