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·24. Januar 2025
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Con la vittoria contro la Sturm Graz, Antonio Percassi ha raggiunto il traguardo di 350 vittorie, su un totale di 800 partite, da quando è presidente dell’Atalanta. Dal 2022 la maggioranza del club bergamasco è nelle mani di una cordata di imprenditore statunitensi guidati da Stephen Pagliuca, ma l’orientamento sportivo e di gestione societaria non è mai cambiato seguendo le direttive dei Percassi, Antonio presidente e il figlio Luca amministratore delegato.
«Esiste uno stile Atalanta», commenta Antonio Percassi a Il Corriere della Sera. Ma a spiegarlo è il figlio Luca, che ormai ha ereditato in tutto e per tutto il lavoro del padre, almeno nel club bergamasco: «I principi sono quelli di Zingonia: rispetto e dedizione al lavoro. Vale prima di tutto per i ragazzi, anche se le dinamiche sono sempre più complesse: sono assediati dai procuratori fin da piccoli. Ma vale anche per la prima squadra».
A proposito di atteggiamento non mancano gli esempi di chi lo ha sbagliato, l’ultimo in ordine di tempo è quel Teun Koopmeiners che si è trasferito in estate alla Juventus: «Koop ha sbagliato proprio atteggiamento. Pensare che a inizio stagione avevamo l’ambizione di confermare tutti i top. E lui ha scansato perfino la finale di Supercoppa Europea con il Real. Non c’era bisogno che arrivasse a tanto. Quando abbiamo incontrato la Juve è venuto a dirci che era dispiaciuto. Sì, però gliel’abbiamo detto chiaro: hai sbagliato! È anche un fatto di gratitudine», hanno detto praticamente in coro.
Uno stile Atalanta che è però nato con Gian Piero Gasperini: «Gli anni parlano per lui, ha battuto tutti i record – commenta senza possibilità di smentita di Antonio Percassi –. A rischio esonero nella prima stagione? Non era una situazione facile. Perse quattro partite su cinque all’inizio. Aveva contro tutta la città e i tifosi. A un certo punto decisi di parlare alla squadra: “Non azzardatevi a pensare che mandiamo via lui. Lui è qui e continuerà a starci. Vedete di darci retta, altrimenti mandiamo via voi”. Guarda caso vinciamo la partita con il Crotone. E da lì inizia la risalita».
«Beh, anche il suo ingaggio fu un po’ particolare – continua il racconto Percassi –. Ci chiama Enrico Preziosi e insiste per vederci a cena. Lo portiamo da Vittorio e per tutta la sera non capiamo dove vuole andare a parare. Prima di congedarsi ci dice: ho un allenatore della Madonna da proporvi! Era Gasperini, ancora sotto contratto con il Genoa. Il dubbio ci venne: questo vuole tirarci un pacco. E Giampaolo Pozzo, a cose fatte, ci prendeva in giro: bell’amico Preziosi. Invece lo abbiamo dovuto ringraziare».
Gasperini che è stato corteggiato molto da altre società negli ultimi anni, come conferma Luca Percassi: «La Roma ha avuto ambizioni importanti», ricordando tutte le proposte arrivate a Zingonia e fino alla scorsa estate respinte al mittente. Diverso il resoconto con le voci relative al Napoli prima dell’arrivo di Antonio Conte: «Mah, è sembrata più un’operazione mediatica».
Un binomio Gasperini-Atalanta che andrà avanti: «Per il futuro senza Gasperini non siamo preoccupati», il commento di Antonio Percassi, a cui si aggiunge il figlio Luca: «In fondo un giorno, è inevitabile, ci sarà anche un dopo-Percassi».
Guardando al di fuori di Bergamo, Luca Percassi è stato nominato vicepresidente della Lega Serie A che ora ha una nuova guida, Ezio Maria Simonelli: «Io penso che dovremmo puntare a stare più uniti e valorizzare il calcio italiano, secondo solo alla Premier. Tra l’altro possiamo contare sulle eccellenze del Paese più bello del mondo. Sapete che certe squadre, durante il sorteggio UEFA, sperano di venire a Bergamo perché offriamo il catering di Vittorio (tre stelle Michelin, ndr )? Quando è arrivato il Real Madrid, Florentino Perez ha detto ad Ancelotti: “Carletto, si mangia da Vittorio”. E lui: “Il miglior ristorante d’Italia”. Si è creato una tale empatia con mio papà che Florentino gli ha tenuto la mano stretta tutto il tempo».
Il grande lavoro dei Percassi, aiutati negli ultimi anni da Pagliuca, sta portando ad abbinare l’Atalanta alla parola Scudetto, dopo aver riportato in Italia l’Europa League: «Io penso che porti pure un po’ sfortuna questo accostamento – commenta Antonio Percassi –. Al massimo si può dire: speriamo che…».