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·26. Juli 2025

Associazioni sportive e SAD: come funzionano le proprietà dei club calcistici in Spagna

Artikelbild:Associazioni sportive e SAD: come funzionano le proprietà dei club calcistici in Spagna

Gli appassionati che seguono il calcio anche oltre i confini nazionali, si saranno chiesti in più di un’occasione chi siano i proprietari di club spagnoli di altissimo livello come Barcellona e Real Madrid. Se le figure apicali delle due società – come i presidenti Joan Laporta e Florentino Perez – sono note, spesso è complicato capire come siano gestite sul fronte economico.

Infatti, Barcellona e Real Madrid, insieme ad altri due club come Athletic Bilbao e Osasuna, non sono controllate da un azionista forte, ma fanno parte del novero delle quattro società no profit in mano ai propri tifosi, molti dei quali si convertono in soci con la regola “un socio un voto” in sede di assemblea.


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Come funzionano proprietà calcio spagnolo? Cosa è cambiato dal 1990

Sul piano storico la situazione attuale si è definita a partire dall’inizio degli anni ’90. Dalla prima diffusione del calcio in Spagna fino agli anni ’80, le squadre spagnole erano organizzate come associazioni sportive senza scopo di lucro. I problemi economici di molte di esse però portò, all’inizio degli anni ’90, ad una riforma che permettesse una privatizzazione che ripianasse i debiti di tutte le squadre professionistiche.

Il cambiamento arrivò attraverso una nuova legge (Ley del Deporte 10/1990) che stabiliva il passaggio alla proprietà di privati grazie ad una nuova forma giuridica ad hoc, denominata SAD (sociedad aútonoma deportiva): una forma di società per azioni il cui oggetto sociale è limitato all’essere una società sportiva. La riforma ha preso piede dal 1992 e ha previsto che non solo il singolo, ma qualunque entità esterna possa comprare il numero di azioni che vuole per diventare proprietario della maggioranza di un club, così da controllarlo. Tuttavia, chi vuole avere più del 25% del controllo di voto può farlo solo previa approvazione del Consejo Nacional de Deportes.

Intorno a questa riforma, è stata prevista però un’eccezione per le squadre che potevano dimostrare di aver chiuso i cinque anni precedenti la stagione 1992/93 con un bilancio non in rosso. Sono proprio le quattro società nominate in precedenza che hanno potuto mantenere lo status di associazione sportiva senza scopo di lucro: Athletic Bilbao, Barcellona, Real Madrid e Osasuna.

Il vantaggio di essere rimasta un’associazione sportiva senza scopo di lucro non è solo legato alla sicurezza per i tifosi-soci di avere sempre il controllo della società, ma anche la tassazione è inferiore a quella delle società autonome. Ancora oggi si seguono determinati requisiti, come quello di dover pagare una quota sociale annuale per diventare soci, partecipando al controllo in modo diretto o indiretto agli aspetti organizzativi della squadra. Si può ad esempio votare nell’assemblea per eleggere il presidente.

Come funzionano proprietà calcio spagnolo? L’elezione del presidente

Senza entrare troppo nel dettaglio, chiunque è socio può presentarsi come candidato alla presidenza con la sua giunta, che formerà il governo della società per i successivi quattro anni. C’è una vera e propria campagna elettorale, con il candidato che si presenta (anche in tv) con un programma e vere e proprie promesse elettorali – sotto forma di acquisti di giocatori.

L’unica vera discriminante è il fatto che il candidato deve avere comunque alle spalle delle garanzie bancarie che possano coprire in parte gli eventuali prestiti che la squadra prenderebbe per far fronte alle promesse elettorali. Il suo operato rimane in ogni caso sempre sotto il controllo dei soci. Ad esempio, come da statuto, un presidente può essere messo contro un voto di sfiducia e nel caso in cui venga sfiduciato si arriva fino alla convocazione di nuove elezioni straordinarie.

Il sistema delle quattro spagnole funziona fin tanto che si tratta di squadre con un bacino di tifo considerevole, grazie anche alla storia illustre e impianti di proprietà in grado di avvantaggiarsi della partecipazione dei tifosi. Real Madrid e Barcellona sono le due squadre con gli introiti maggiori al mondo e solo la politica societaria particolare dell’Athletic Bilbao le impedisce di essere dove potrebbe stare per storia e potenziale economico.

L’unica “eccezione” è di fatto quella dell’Osasuna, una squadra radicata in una città di piccole dimensioni come Pamplona, che con grande attenzione all’equilibrio tra ricavi e costi e la costruzione di un blocco sportivo di buon livello sta riuscendo ormai da anni a mantenere la categoria, con l’aggiunta della soddisfazione derivante dalla qualificazione alle coppe europee nel 2023/24.

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