Alice Valgimigli “Il futsal il mio amore. Agli Europei tifo per le mie ex compagne Baldi, Filangeri e Linari” | OneFootball

Alice Valgimigli “Il futsal il mio amore. Agli Europei tifo per le mie ex compagne Baldi, Filangeri e Linari” | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcio Femminile Italiano

Calcio Femminile Italiano

·21. Juni 2025

Alice Valgimigli “Il futsal il mio amore. Agli Europei tifo per le mie ex compagne Baldi, Filangeri e Linari”

Artikelbild:Alice Valgimigli “Il futsal il mio amore. Agli Europei tifo per le mie ex compagne Baldi, Filangeri e Linari”

“Da due anni sono tornata a giocare a futsal, inizialmente non è stato facile perché i cambiamenti sono stati tanti. Dalle dimensioni di campo e porta alle caratteristiche che bisogna avere. Poi come ogni cosa tutto va in discesa, anzi, penso proprio per le mie caratteristiche di esserci più dotata”. A raccontarcelo è stata Valgimigli, portiere con trascorsi tra Arezzo e Florentia, che da due stagioni ha salutato i manti erbosi per concentrarsi sul parquet: “Alla fine chiunque mi vedeva a 11 mi ripeteva ‘non sei bassina per fare il portiere?’, almeno ora non lo dicono più. Non pensavo, ma è un nuovo amore, diverso, ma intenso allo stesso modo, se non di più”. La classe ’94, poi, differenzia cosi i due sport: “Sono totalmente diversi, la retorica che siano sport uguali con dimensioni diversi è un po’ sbagliata. Il futsal è molto più intenso, non esistono tempi morti ed in pochi secondi si può ribaltare una partita, cose che nel calcio sono impensabili.  Nel calcio bisogna sempre essere sul pezzo ma abbiamo anche momenti di ‘respiro’, nel futsal non esistono minimamente, anzi. Soprattutto per quanto riguarda il mio ruolo, il portiere, sei molto più all’interno del gioco e non puoi calare minimamente l’attenzione neanche mezzo secondo. Il futsal rispetto al calcio predilige velocità e rapidità, sia fisica che mentale, che porta ad dover avere una resistenza molto elevata. Il calcio, anche per le dimensioni del campo, richiede una resistenza fisica importante ma anche più momenti di ‘riposo’ in una partita; per un portiere molto forza esplosiva perché le dimensioni della porta si sa, non sono piccole”.

L’estremo difensore del Firenze C5 poi sulla sua decisione di lasciare il calcio ci confida: “A distanza di due anni il ‘campo grande’ non mi manca, e sembrerà anche strano dopo 20 anni di calcio. Probabilmente ero arrivata consapevole alla fine di un ciclo che mi ha permesso di prendere la decisione di smettere con serenità. Ricorderò sempre il triplice fischio dell’ultima partita ad Arezzo, è stato come un togliermi di dosso qualcosa. L’adrenalina che calava, la malinconia che inizialmente saliva e la consapevolezza di aver dato tutto. L’anno scorso ebbi un momento di ‘crisi’ dove pensavo di tornare a calcio, mi è bastato tornare in campo una volta per capire che non era quello il mio posto. Diciamo ho avuto la conferma delle conferme”. Per Valgimigli tanti comunque i ricordi legati al calcio come, infatti, ci racconta: “Non rimpiango niente di 20 anni, sono stata anche molto fortunata. I ricordi sono tantissimi. Dal primo scudetto Primavera vinto col Firenze, alla Serie A con il Florentia e la Serie B con l’Arezzo. Sicuramente i miei ricordi più importanti sono le persone che il calcio mi ha regalato, oltre compagne di squadra ancora presenti nella mia vita, le persone che mi hanno cresciuta come giocatrice, e inconsapevolmente, come persona. Da Andrea Guagni, che non era solo presidente del Firenze, ma un secondo babbo per tutti, Francesco Ciolli, mister storico del Firenze, che a 16 anni mi guardò e mi disse ‘vieni in Sicilia con me 4 giorni che dobbiamo giocarci la salvezza’, Sauro Fattori che mi ha dato fiducia puntando su di me nelle partite salvezza, Mario Cioni con cui ho avuto la fortuna di condividere uno scudetto, fino a Massimo Anselmi ed Emiliano Testini, presidente e mister dell’Arezzo, che hanno assecondato i miei tempi di ‘addio’ e accompagnata verso la fine del mio percorso con silenzio e rispetto. È anche un modo per ringraziarli, perché la parola grazie è bella, ma oggi giorno la usiamo poco, ed io, a loro, sarò debitrice di indimenticabili ricordi a vita”.


OneFootball Videos


Sugli inizi, invece, la calcettista toscana nata a Firenze ricorda: “Iniziai a giocare quasi per sbaglio. Giocavo ai giardini col nonno e a scuola con i miei compagni. Un giorno durante un progetto di educazione fisica alla scuola primaria venne mister Ciolli e mi propose di iniziare nel Firenze. I miei genitori non mi hanno mai ostacolata, anche se inizialmente mamma era un po’ scettica, poi è diventata la mia prima tifosa, finché è arrivato il giorno in cui anche a loro dissi ‘domani è l’ultima partita, smetto’ e soprattutto mamma inizialmente non la prese benissimo. Penso che io sia stata fortunata perchè ho avuto una famiglia che mi ha permesso di scegliere lo sport che volessi fare, accompagnandomi in ogni mio successo ed insuccesso”. Poi Alice sposta l’attenzione sull’attualità: “Oggi è più facile, ci sono molte più squadre femminili e la cosa dovrebbe avvantaggiare. Purtroppo, e lo dico con l’esperienza, quando si è piccole e spesso ‘decidono’ i genitori, non tutti assecondano le figlie a giocare a calcio, proprio per la retorica inudibile e assurda che sia uno sport da maschi. Quest’anno due mie allieve erano delle piccole calciatrici, e sentire i loro racconti ogni lunedì delle partite e di quello che avevano fatto mi faceva tornare bambina anche a me: un po’ mi immedesimavo in loro”.

Il portiere ex Arezzo, invece, in tema Nazionale sottolinea: “Può fare veramente bene, il girone con Belgio, Portogallo e Spagna è un bel mix, sicuramente. Belgio e Portogallo penso siano abbordabili per la nostra Nazionale, la storia della Spagna la conosciamo tutti, ma mai dire mai, il pallone è rotondo e le partite si concludono dopo il 90’, sicuramente possono esserci sorprese positive”. In conclusione una battuta sulle Azzurre sulle quali Alice ci dice: “Sicuramente il gruppo è molto ben collimato tra ragazze con grande esperienza, giovani con esperienza, e giovani che sicuramente possono far bene. Monnecchi e Schatzer secondo me potrebbero essere delle rivelazioni, penso siano cresciute tanto calcisticamente e si meritano la fiducia. Cantore e Caruso stanno bene, molto bene, e ciò lo conferma il grande salto di categoria che hanno fatto, quindi sono e siamo tutti fiduciosi. Rachele Baldi, Maria Luisa Filangeri e Elena Linari, beh, ci ho giocato insieme, per me avranno sempre un occhio di riguardo”.

Impressum des Publishers ansehen