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Mario De Zanet·23 ottobre 2019

Il figlio d'arte che spaventa Napoli: Haland, l'oro di Salisburgo

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Se pensate che il mondo abbia scoperto Haland contro il Genk, vi sbagliate.

Haland aveva già incantato in una competizione prestigiosa: l’asso del Salisburgo detiene il record di reti realizzati in una sfida del Mondiale Under 20.


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Fu Haland, infatti, a realizzare 9 gol in quel clamoroso 12-0 con cui la sua Norvegia annichilì l’Honduras. Quelle nove reti non furono casuali e non lo sono oggi, a mesi di distanza, in cui il giocatore ha confermato le sue potenzialità.

Ad aiutarlo, inevitabilmente, il DNA: Braut Erling è il figlio di Alf-Inge, discreto difensore con un passato a Leeds, dove è nato il classe 2000 norvegese.

Successivamente, il padre giocò anche al City, dove viene ricordato specialmente per un calcione rifilatogli da Roy Keane in un Derby con lo United: un intervento che costò il crociato al giocatore e portò al ritiro di Haland.

I Red Devils torneranno nella carriera della figlio, perché la sua crescita esponenziale arriva al Molde, dove è diretto dalla leggenda norvegese Ole Gunner Solskajer, attuale tecnico dello United.

Lì, il calciatore dimostra di avere doti fuori dal comune: in un match con il Brann Bergen, Haland realizza 4 gol in 17 minuti, mentre al debutto europeo, nei preliminari di Europa League, realizza una doppietta. Mica male per presentarsi al calcio europeo.

Quello fu un antipasto del debutto in Champions League, apice di questa stagione cominciata con il botto: al primo anno al Salisburgo, Haland è già a quota 18 gol.

Mancino, il norvegese si distingue per essere un attaccante davvero completo: finalizza con tecnica e cinismo invidiabile, ma sa anche partecipare alla manovra.

Un giocatore potenzialmente micidiale, che oggi deve essere disinnescato dalla difesa del Napoli.